Carlo Bertini, La Stampa 17/12/2012, 17 dicembre 2012
È IL PORCELLUM A REGOLARE LE ALLEANZE TRA I PARTITI
Ormai il dado è tratto e si voterà col Porcellum, quindi oggi acquistano significato quei sondaggi che proiettano i possibili risultati in termini di seggi alla Camera e al Senato. E la media delle rilevazioni dei maggiori istituti delle ultime due settimane pubblicata dal sito indipendente «Termometro politico» fotografa una torta dell’emiciclo di Montecitorio così suddiviso: il Pd, media di consensi previsti 32,7%, prenderebbe 283 seggi, Sel con meno del 6% ne avrebbe 48; nel complesso, con altre formazioni minori, il centrosinistra arriverebbe ai fatidici 346 seggi grazie al premio di maggioranza del Porcellum. In mezzo siederebbero i grillini, una truppa al suo esordio ma piuttosto considerevole, quotata intorno al 17%, voti che si tradurrebbero in un esercito di 92 deputati; accanto a loro i 50 del Terzo Polo, cioè liste di Centro intese come Udc, Fli e montiani, quotate ancora sotto il 10% in mancanza di un chiaro pronunciamento di Monti. A destra, il Pdl che se mantenesse il 15% dei consensi delle ultime settimane, avrebbe 88 deputati, ma insieme alle formazioni minori di destra salirebbe a 106. E la Lega con il suo 6% stabile arriverebbe ad averne 33. E siccome questi calcoli nelle stanze dei partiti li fanno eccome, si capisce perché il Pd non ne voglia più sapere di allearsi prima del voto con Casini e i centristi. Potendo aspirare alla maggioranza assoluta alla Camera e sperando di allargarla con i voti dei centristi, pur rischiando di non farcela al Senato. E si spiega anche la corsa verso la lista civica Arancione di Di Pietro, che con il suo simbolo e le diaspore interne è quotato poco sopra il 2%, ben lontano dalla soglia del 4% che consente ad una lista di avere suoi esponenti in Parlamento senza essere alleata a nessuno. Stessa condizione attualmente anche dei Radicali, quotati intorno all’1,5%. E acquistano una luce diversa pure gli appelli di vari big ad evitare scissioni del Pdl, perché quel 15% spaccato in due liste metterebbe a rischio l’ingresso al Senato dove per poter avere qualche seggio da soli bisogna superare l’8% dei consensi. Ma quella del Senato resta una partita ad alto rischio per tutti, per ottenere 169 seggi (la maggioranza assoluta è 158) il centrosinistra dovrebbe vincere in tutte le 17 regioni dove è previsto il premio di maggioranza e ciò dipenderà molto dagli accordi tra Pdl e Lega in Lombardia e Veneto...