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 2012  dicembre 17 Lunedì calendario

NADAL FINALMENTE RAFA

E allora, torna?, non cessano di domandarmi i frequentatori dei club che mi ospitano, per qualche doppietto sotto il pallone.
Uno di loro, più preparato, approfondisce. «Ci eravamo abituati a lui, insieme ai Fab Four, come ai Beatles. Proprio nel momento in cui Murray sembra guarito dal Dottor Lendl, Federer visitato da eterna giovinezza, e Djokovic riossigenato, quasi ancora si servisse dell’uovo misterioso, ecco scomparire Nadal. Era un po’ una rivisitazione del poker degli Anni Ottanta, quando tra Lendl, Becker, Edberg e Wilander non si sapeva mai chi avrebbe vinto».
Ci ritroviamo negli immediati dintorni di quegli anni avvincenti, mi dico io. Il fascino del tennis contemporaneo risiede infatti nella possibilità che vinca uno dei quattro, come suggeriscono i titoli dello Slam del 2012.
Ma Nadal sarà ancora dei quattro? Ricordo ai non aficionados che Nadal si è assentato dal 28 giugno, il giorno in cui, sotto il novissimo tetto del Centre Court di Wimbledon, fu preso a pallate da un giovanottone ceco, tale Lukas Rosol: il n° 100 del mondo, non il 99 o il 101, quasi una sottolineatura della Divina Eupalla, o di chi, tra gli Dei, si occupa di questo nostro gioco.
Da quel pomeriggio, Nadal è scomparso ai nostri occhi di aficionados, ma non a quelli dei Maiorchini e di suo zio Toni, sorta di Papà Adottivo, o se più vi piace Maestro e Autore, da cui il destro Nadal colse l’incredibile stile mancino che l’ha condotto in alto.
Ma non solo in alto. Lo stile di Rafa appariva qualcosa di gestualmente nuovo, soprattutto sul diritto. La palla che usciva da quella sorta di schiaffoni mai visti pareva incandescere nell’aria, e scavava buchette quasi fosse una pallina da golf sollevata dal wedge, lo strumento per i colpi più parabolici.
Ricordo un Federer per una volta irritato protestare con un cronista inesperto: «Come lo colpisco, il mio diritto, se il rimbalzo di Rafa mi finisce sempre sopra la spalla? ».
Bene, non ho informazioni dall’amico e agente di Nadal, Benito Perez Barbadillo, per ora assente. Né mi sembra brillante chiedere a Rafa «come stai? ». So che Nadal ha dapprima riposato e, quando l’infiammazione delle ginocchia, specie la sinistra, si è sufficientemente smorzata, ha ripreso sotto gli occhi di zio Toni, dapprima dolcemente, poi vivacemente, infine vigorosamente.
È pronto per i Campionati d’Australia, dopo un’esibizione petrolifera ad Abu Dhabi dal 27 dicembre e il torneo a Doha di inizio gennaio.
Nell’augurargli che la guarigione sia completa, e che il
ventiseienne possa continuare ad affascinarci sino ad una futura assunzione nell’Olimpo degli Slam, ricordo due diagnosi non proprio ottimistiche di due miei amici, gente che è addirittura giunta a rimettermi insieme, il Professor Parra e il Dottor Caronti.
Parra, l’inventore del magico Parracelso, laser curativo, si è occupato di Nadal cinque anni addietro, in seguito
alla lesione al ginocchio sinistro che lo aveva
colpito allo US Open.
«Come altri miei clienti sottoposti a usura — mi ha detto Parra — e a continui microtraumi, Rafa necessitava di controlli annuali di prevenzione e manutenzione, seguiti da terapie di mantenimento durante i tornei: metodi che mi hanno consentito di prolungare al massimo la carriera di Ljubicic, della Dementieva e di occuparmi felicemente di Djokovic. Auguro a Rafa di avere seguito identiche cure».
Quanto a Caronti, in una intervista al mensile “Il Tennis Italiano”, da me presenziata, ha mostrato al direttore Enzo Anderloni una sequenza di foto nelle quali Rafa produce una successione di smorfie degne di un torturato. Dottore in chiropratica, insegnante alla Sapienza, Caronti spiega: «Immaginate che la muscolatura sia come un vestito che in un punto crei una piega. Se uno usa quel muscolo teso lo infiamma. Il muscolo agonista tira, l’antagonista molla. Se si verifica quella che si chiama co-contrazione i due muscoli si contraggono insieme, creano frizione, l’articolazione sfrega, il tendine si sfilaccia».
Da simili considerazioni, riassunte brevemente, non è difficile arguire che un ritorno continuativo di Nadal dipende dalle cure alle quali si è sottoposto. In
bocca al lupo, Rafa.