Emanuela Audisio, la Repubblica 17/12/2012, 17 dicembre 2012
JESI TRAFITTA AL CUORE “SMANTELLANO LA SCUOLA DEI FIORETTI D’ORO”
[Di Francisca, rabbia per l’addio di Cerioni] –
JESI
Il paese dei maestri perduti oggi è l’Italia. Non vuole credere che il suo figlio più vincente emigri. Fa finta di niente, per non sentire il dolore, in quella che è una maledetta domenica. Però la notizia è sulla locandina: «Cerioni va in Russia ». La premiata ditta di lame smantella. La fabbrica artigianale di scherma più famosa nel mondo perde il suo forgiatore. Non chiude per crisi, anzi va ad aprire una filiale all’estero, sotto un altro padrone. Appunto perché è un prodotto di successo. E non in un paese qualsiasi, ma in quello che è sempre stato (per le donne) l’avversario in finale. Sì, il ct Cerioni se ne va. Cambia maglia, trasloca dal nemico. Basta fioretti. Non è bastato il podio tutto azzurro a Londra né la doppietta nelle gare a squadre. Lo sport italiano non ha saputo né voluto trattenerlo. Nessuna gratificazione, nessun incentivo. Jesi ha gli occhi rossi. Non sembrava possibile, ma è successo. Come se il Papa annunciasse che lascia il Vaticano per stabilirsi in Iran.
Elisa Di Francisca, campionessa olimpica, 30 anni appena compiuti, ha un volto spettrale: «Quando Stefano mi ha dato la notizia al telefono sono stata zitta. Mi sono detta: ora chiudo gli occhi e faccio finta che non sia vero. Quando li ho riaperti avevo la febbre, mi sentivo male, ho preso rasoio e forbici e mi sono scagliata sui capelli. Meglio che tagliarsi le vene, no? Sono agitata, sballata, mossa. Per me era un secondo padre, gli ho sempre raccontato tutto, mi ha presa che avevo 14 anni, mi è stato vicino quando ho avuto la crisi, tra noi c’è sempre stata complicità. Ora come ora rifiuto tutto e tutti, non voglio nessun altro allenatore, non accetto l’idea di questo smantellamento. Mi passerà, reagirò, ma adesso è così. Anzi spero che i russi gli diano una assurda tuta rosa con i fiori, così impara. Gli auguro di fare bene, ma di finire sempre dietro a noi».
La scherma azzurra e gli ori nascono in questo laboratorio di provincia: Trillini, Vezzali, Di Francisca. Tradizione e qualità. Dettagli e competitività. Dal maestro Triccoli a Cerioni. E la certezza che a Jesi c’è sempre qualcuno che raccoglie l’eredità perché studiare con i migliori è bello. Fuga di sapienza. I colori dei soldi sì, ma Cerioni assicura di aver cercato il compromesso: «Sono stato sei volte a parlare in federazione, senza mai un risultato. Non ne voglio a nessuno, ho ricordi strepitosi e quelli restano. Capisco la crisi, ma come si va via, così si ritorna. Non voglio fare polemiche, ma da tempo avevo chiesto di tener conto dei risultati». Si sarebbe accontentato di 100 mila euro netti, l’ultima offerta è stata di 90 mila lordi. L’Italia aveva una scuola tecnica, ora ha soli maestri in fuga. Giovanni Bortolasi, tecnico di Arianna Errigo, non riusciva più a pagare la bolletta della luce. E’ andato in Germania. Giulio Tomassini, guida di Valentina Vezzali, è in Francia. Con Cerioni partirà anche Maurizio Zomparelli, preparatore atletico della nazionale. Annalisa Sparaciari, collaboratrice di Cerioni, continuerà a Jesi a seguire Di Francisca per la parte sportiva. Anche lei ha la voce rotta e dice di sentirsi svuotata: «Abbiamo pianto tutti nell’ultimo collegiale, atleti compresi. Gli addii sono difficili quando hai lavorato con il cuore. Nessuno credeva sul serio che Cerioni se ne andasse, credevano fosse uno scherzo». Anche Elisa Di Francisca non capisce: «Perché il vertice dello sport italiano non sa apprezzare chi merita? Perché non tutela il suo patrimonio? Crede forse che gli atleti nascano e crescano a caso? Io nell’ultimo allenamento sentivo che Stefano non c’era più con la testa, allora mi sono fermata e gli ho detto: non è che tu vai a dire alle russe i miei punti deboli e come battermi? Questa è un’altra cosa pericolosa. Perché la sua bravura non è solo in palestra, ma a fondo pedana, nessuno come lui sa leggere l’assalto e la mente delle avversarie, sa esattamente dove tireranno le altre e a me pareva quasi di avere l’auricolare, tanto ti faceva sentire che era lì con te. Stefano è rispettato, conosce gli arbitri. Magari si poteva cercare uno sponsor, organizzare una manifestazione a favore dei maestri. Darsi da fare invece di rassegnarsi. D’accordo in pedana ci salgo io, ma avere qualcuno che ti dà tranquillità nella scherma è fondamentale. Per me che sto quasi sempre in trasferta, averlo a Jesi, a casa, era d’aiuto».
Cerioni per ora non sarà sostituito, in attesa di individuare il prossimo ct. La federazione ha deciso per un reggente, Andrea Cipressa, che avrà il compito di coordinare il fioretto maschile e femminile. Elisa a Jesi pensa di sostituire Cerioni con Giovanna Trillini, oro ad Atlanta. «Non ho ancora fatto la scelta, ma è una donna e possiamo crescere insieme. Io sono più rabbiosa, lei più mite. Le ho accennato l’idea e lei per scherzo mi ha detto: non riuscirei a sopportarti». Da maestro e maestra. Per riprendersi da un addio che trafigge.