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 2012  dicembre 17 Lunedì calendario

IL PADRONE E L’ANCELLA

Chissà l’effetto, tra cinque o dieci anni, dell’interminabile perorazione che ieri ha allietato, incupito, afflitto, deriso e comunque intasato il pomeriggio di Domenica Live con la complicità plateale e terminale di Barbara D’Urso, su Canale 5.
Là dove Berlusconi è il padrone, e quindi non solo fa quello che gli pare, ma in momenti come questo sente anche la necessità e l’urgenza di sfoggiare questo suo vantaggioso privilegio; e una volta entrato nelle case senza chiedere il permesso, un po’ rigido sull’enorme poltrona, con quell’inconfondibile mascherone a tenuta stagna, si sente in pieno e grazioso diritto di imporre al pubblico non pagante il suo eterno programma di governo, il quale a sua volta e ancora una volta coincide e anzi s’identifica con lui stesso.
E letti cento libri di ogni tipo, seguite decine di rigogliosi processi e visti nove film almeno, italiani e esteri, sul Cavaliere, studiate le sue 13 campagne elettorali e consumato un certo numero di anni sul suo eterno conflitto d’interesse, viene da chiedersi se valga ancora la pena di perdere la conquistata pazienza e il più consolatorio scetticismo dinanzi al Berlusconi di sempre, per giunta aggravato dagli impicci, dalle vergogne e dalle fissazioni dell’età.
Quel video trionfalistico americano mostrato, vai a sapere, alle gentili ospiti delle cene eleganti. Quel misterioso manufatto sui presunti suoi successi economici che a un certo punto gli si è materializzato in grembo. Quelle storie fritte e rifritte di Ruby, vicenda “tristissima”, da cui i finanziamenti al salone di bellezza (ma stavolta purtroppo ha evitato di aggiungere che si trattava di un apparecchio laser per la depilazione).
E la famiglia reale, i rosari di Mamma Rosa, le solite promesse sulle tasse, le vittorie del Milan, le crudeltà sanguinarie dei comunisti, le sdolcinatezze sui nipotini, le citazioni sulla necessaria follia secondo Erasmo (invero rivelatasi assai rischiosa per se e per gli altri), i “mirabili risultati”, gli “ambiziosi traguardi”, l’ipnotica noia – “E Casini non si aggregò…” – inflitta anche sul bicameralismo e la decretazione d’urgenza alle casalinghe
che Barbara D’Urso era riuscita fin lì a tenere agganciate a colpi di Misseri, Eva Henger, Carmen Russo incinta a 53 anni che innaffia le piante e Mascia Ferri per la seconda volta mamma, “Fantaaastico, Masciona!” l’incoraggiava la conduttrice, pure preoccupandosi che con i fili del microfono l’avvenente candidata della seconda edizione del Grande Fratello non strozzasse l’innocente creatura offerta in visione nella telecerimonia.
E poi si è visto lui. Sì lui, di nuovo lui, ancora lui, e il pensiero correva piuttosto a chi lo stava guardando a quell’ora, a quanti l’avrebbero preso sul serio. Circonfuso di luce in volto, opalescente nel doppiopettone su quel fondale azzurro elettrico, forse un po’ scomodo su quel morbido trono. All’inizio dello sproloquio una spalletta gli andava un po’ per conto suo, hòp, hòp, per gli esperti di linguaggio extracorporeo sicuro segno d’insincerità, la mano tradiva un leggero fremito, poi anche il ginocchio.
Ma soprattutto, e anche qui non esattamente una novità, si ritrovato l’irrefrenabile chiacchierone; fino a denunciare, dopo l’ennesima tirata, un deficit di salivazione impietosamente compensato, se non risolto, da sommersi movimenti di lingua e occhietti che vagavano. E seppure non sono degni, né caritatevoli, questi scrutini, ci si sente meno colpevoli perché sono proprio queste tele-consacrazioni con applausi scroscianti al nulla che hanno condotto il potere a dare il peggio di se stesso, donde i risultati che si possono vedere. E giacché le riprese hanno convenientemente inquadrati in platea alcuni componenti del “Cerchio tragico”, gli onorevoli Bonaiuti, estasiato, Rossi, diafana, e Valentini, sardonico, sarebbe interessante chiedere loro se hanno notato che con il passar del tempo, e l’aumentata sicurezza di Berlusconi in studio, questi tendeva ad assumere un’inedita posa vagamente mussoliniana, con mascella protesa nell’autocompiacimento.
Ora, è chiaro che il format e il target di Domenica live sono quelli che sono, e che Berlusconi conosce meglio di tutti. Anche gli spot, che ha platealmente applaudito, sembrava che parlassero di lui, sia pure non sempre in modo edificante, per cui un certo prodotto “sangue di Drago” di Clinical Beauty richiamava le vergini date in pasto al Drago di cui scrisse Veronica; così come, eseguito il numero di Ruby, partiva la reclame di
quel “Sanbittèr” che la giovanissima Karima raccontò ai pm di aver servito, lei sola vestita, tutte le altre no. Così va il mondo.
Prima che la televisione generalista smetta di esistere, è anche comprensibile che lui raschi il fondo del barile elettorale. Ma tutto faceva ridere e insieme faceva pena. Anche la storia del fidanzamento, con brutte foto sfocate della coppia allo stadio. “Mi si è fidanzato?”. Sì, la risposta, con sottolineatura dei “principi morali solidissimi” della prescelta, nonché della sua “allegria continuativa”, definizione a suo modo formidabile.
Il Cavaliere infatti sostiene di aver vinto la tristezza e “ora non sono più solo”. “Che carino!” ha detto Barbara D’Urso, come si dice a un bambino, ma anche a un vecchietto un po’ rimbambito. Dopo di che ha augurato “pace, gioia e amore a tutti”, che non è un brutto saluto, ma forse suonava troppo impegnativo in quel contesto così frivolo e così fasullo, quindi così gravoso e così a suo modo anche drammatico e allarmante.