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 2012  dicembre 15 Sabato calendario

AZZARDO, DA TROPPO TEMPO LA POLITICA FA IL SUO GIOCO [E’

uscito in questi giorni il libro inchiesta di Antonella Beccaria ed Emiliano Liuzzi “giochi non proibiti - viaggio nell’industria del gioco d’azzardo. Chi ci guadagna e perché. Ne proponiamo un’anticipazione.] –
Parlando di gioco d’azzardo e focalizzandosi sul passato più recente, non si può non ricordare la storia delle dimissioni dell’ormai ex colonnello della Guardia di finanza Umberto Rapetto e della sua maxi-inchiesta sui re del videopoker: un’evasione fiscale da 98 milioni ai re dei videopoker e uno sconto sul mancato versamento all’erario che ha ridotto del 96,5 per cento quanto preteso dalle casse pubbliche. Che, per decisione della Corte dei conti, si sono dette disposte ad accontentarsi di 2,5 miliardi.
RICHIAMARE qui questa storiaccia e il suo esito sottolinea il livello di impunità di cui godono certe realtà. Addirittura un esponente del Pdl, partito che di connivenze con le lobby del gioco ne sa tanto (si pensi solo al decreto Abruzzo), a metà ottobre 2012 è intervenuto per ribadire quanto sia intollerabile la situazione. A farlo è stato il senatore Raffaele Lauro, membro della commissione antimafia, che è tornato a denunciare “un inquinamento dei procedimenti legislativi avvenuto in passato, sotto la gestione ministeriale di Giulio Tremonti, a opera di alcune potentissime lobby del settore, e proseguito anche sotto la gestione Monti, specie sul ritiro delle norme antimafia”. E ha aggiunto: “Questo governo, sul gioco d’azzardo, non merita fiducia. Invece di fissare ad almeno un chilometro la distanza delle sale dai luoghi sensibili, a partire da quelle esistenti, Monti e Balduzzi l’hanno ridotta a 200 metri, e solo per i futuri esercizi: duecento metri di vergogna e di resa”.
Il Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza , che è stato tra i promotori della campagna nazionale contro i rischi dell’azzardo “Mettiamoci in gioco”) ha presentato a fine ottobre l’iniziativa “Scrivi a Monti” in cui si scrive: “I costi sociali e sanitari che [questo settore] comporta sono di gran lunga superiori ai vantaggi che lo Stato ne ricava: problemi di abuso e dipendenza e relativi oneri per il servizio sanitario nazionale, difficoltà economiche e indebitamento per chi sperpera quantità eccessive di denaro nei giochi, separazioni, oneri per le spese legali, riciclaggio e infiltrazioni della criminalità organizzata [...]. Per questo trovo inadeguate le misure previste nel decreto Sanità varato dal suo governo”.
Già a settembre 2012 il Cnca aveva firmato un altro testo, stavolta rivolto alla stampa, insieme alle associazioni che hanno aderito a “Mettiamoci in gioco”. Nella presa di posizione pubblica veniva sottolineato che “le criticità restano notevoli”. E queste criticità non sono nemmeno poche: “I limiti alla pubblicità sono poco incisivi perché calibrati esclusivamente sui minorenni, quando è noto che il gioco d’azzardo è diffuso tra tutte le età. Inoltre, rimane il problema di un controllo più stringente sui messaggi pubblicitari lanciati dai concessionari, che finiscono spesso per illudere con l’idea di una vincita “a portata di mano”. Inoltre “non viene dato alcun reale potere ai sindaci rispetto alla regolamentazione di concessioni, luoghi e orari di gioco sui propri territori”.
INSOMMA, nell’autunno 2012 l’impressione è quella di una resa incondizionata del governo alle istanze delle lobby dell’azzardo. Lo sottolineano altre realtà, come l’Unione Nazionale Consumatori, che rimangono sconcertate pure da provvedimenti rinviati al 2013, tra cui il semplice obbligo di apporre una scritta sulle macchinette che mette in guardia dai rischi del gioco, come invece avviene già da anni con i pacchetti di sigarette . Achille Variati, il sindaco di Vicenza che come altri suoi colleghi ha cercato di contenere l’espansione del fenomeno, parla di “un governo che svende la salute dei cittadini per accontentare le lobby del gioco d’azzardo”. Raffaele Colombara, rappresentante nella stessa città di Avviso Pubblico (organizzazione che riunisce enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie), chiede che sia privilegiata la salute delle persone rispetto alle azioni dei gruppi di pressione del settore. E mette in guardia da un altro pericolo: la conversione del decreto sanità in legge, che potrebbe ulteriormente ridimensionate le misure contenute nel provvedimento del governo. Una situazione paradossale quella che si è creata sul finire dell’anno, annunciata già in estate, quando il ministro dell’Economia Vittorio Grilli aveva dichiarato, senza usare mezze parole, che “l’Aams non era in grado di vigilare adeguatamente sulle società concessionarie di giochi d’azzardo” E aveva aggiunto: “Vogliamo rafforzare il presidio su questa area”. Nel giro di qualche settimana era giunta la smentita dei fatti e per le strade italiane erano comparsi banchetti per raccogliere firme con cui sostenere una petizione contro il dilagare del gioco.