Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 15 Sabato calendario

UNA SCIA DI SANGUE DAL 1927

Negli Stati Uniti stragi come quella di ieri non sono più eccezioni, ma episodi che hanno raggiunto una frequenza ormai allarmante. E sono all’ordine del giorno almeno dal 1927, quando in una scuola di Bath, in Michigan, il contadino Andrew Kehoe uccise sei adulti e 38 bambini. Ma è il 2012 a chiudersi come l’anno più nero. Quella del Connecticut è già il sesto massacro dell’anno.
Il 20 luglio James Holmes, armato di pistole e fucili, spara sulla platea che alla prima di Batman al cinema di Aurora, in Colorado. Il bilancio delle vittime è di 12 morti e 58 feriti. Il mese successivo, altre quattro stragi. Il 5 agosto Michale Page, 40 anni, ex veterano dell’esercito, ammazza sei persone raccolte nel tempio sikh a Oak Creek, a sud di Milwaukee, in Wisconsin. Poco tempo dopo, il 13 agosto, il teatro della morte è il campus dell’Università Texas A&M, nella cittadina di College Station, non lontano da Houston: un uomo uccide due persone. Passano solo dieci giorni e all’Empire State Building, nel cuore di Manhattan, un ex dipendente, Jeffrey Johson, apre il fuoco in mezzo alla folla uccidendo il dirigente della società dove lavorava e da cui era stato licenziato, ferendo altre nove persone. Il 31 agosto è la volta di un supermercato a Old Bridge, nel New Jersey, dove tre persone muoiono e il killer alla fine si suicida.
Il capitolo dei massacri nella più grande democrazia dell’Occidente è sempre lo stesso, si ripete da anni. Il diario di sangue è lungo. Gli edifici scolastici sono quelli più spesso presi di mira. Come nel febbraio del 2008 alla Northern Illinois University, vicino a Chicago. Un ex studente dell’ateneo, Stephen Kamierczak, 27 anni, munito di due pistole, uccide cinque persone, ne ferisce altre 15, e poi con la stessa arma si toglie la vita. Il 25 dicembre dello stesso anno, a Covina, in California, un uomo vestito da Babbo Natale, vedovo e disoccupato da poco, suona alla casa degli ex suoceri e uccide nove persone. Poi dà fuoco all’abitazione e si suicida. Nell’aprile del 2007 il Virginia Tech di Blacksburg, in Virginia, è il teatro di due diversi attacchi che si consumano nella stessa giornata: muoiono 32 persone e tantissimi i feriti. Il killer è Seung-Hui Cho, a cui gli psichiatri avevano diagnosticato una forma grave di disturbo da ansia.
É IL 2006, mese di ottobre. Nella comunità Amish di Nickel Mines, in Pennsylvania, bersaglio di Charles Carl Roberts è una scuola, formata da un’aula soltanto. L’omicida, dopo aver ordinato agli studenti maschi di lasciare la stanza , si chiude dentro con le ragazze: le fa mettere in fila di fronte alla lavagna, ne ammazza cinque e ne ferisce sette. Nell’aprile del 1999 la tristemente celebre strage nel liceo di Columbine, a Denver, ad opera di due studenti, Eric Harris e Dylan Klebold. Il bilancio delle vittime, anche questa volta, è spaventoso: gli assassini fanno fuori 12 studenti e un insegnante, 23 i feriti. Alla fine si suicidano. La tragedia causa un enorme dibattito sul controllo delle armi negli Stati Uniti.
E poi, vent’anni prima, gennaio 1979. California, un assedio durato sei ore. Una ragazza di appena 16 anni, Brenda Spencer, armata della pistola che suo padre le aveva regalato per Natale, fa irruzione nella scuola di fronte a casa e spara contro gli studenti e il personale: muoiono il preside e il capo dei bidelli. Mentre otto bambini e un poliziotto rimangono feriti. Ora Brenda sta scontando l’ergastolo.
E ancora indietro nel tempo, agosto del 1966, Austin. L’obiettivo è ancora una volta un’università. Dal tetto dell’ateneo del Texas lo studente Charles Joseph, 25 anni, spara su 14 persone, che uccide sul colpo, e ne ferisce altre 31. Poi l’omicida viene ucciso dalla polizia. L’autopsia sul cadavere mostrerà che il ragazzo aveva un tumore al cervello in stadio avanzato.
Un diario di sangue che sembra non finire.