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 2012  dicembre 16 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - MONTI PENSA A UNA SUA LISTA


ANSA.IT
Monti pensa a sua lista Napolitano: ’Lui vi dirà’
Sarebbe slegata da altri partiti e movimenti. Poi potrebbe riunire altre forze politiche vicine
16 dicembre, 19:55
Monti sarebbe tentato di fare una ’sua’ lista elettorale, slegata da altri partiti e movimenti, e che solo in un secondo momento potrebbe riunire quelle forze politiche che si riconoscono nell’agenda del premier. E’ quanto riferiscono all’ANSA persone che hanno potuto parlare con il presidente del Consiglio, che oggi ha visto il capo dello Stato.
NAPOLITANO: LUI VI DIRA’ - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti. "Se ha fatto chiarezza lo deve dire lui e lo dirà lui". Napolitano risponde così alla domanda se, con il colloquio al Quirinale tra lui e Monti, si fosse fatta chiarezza.
Alla fine del concerto di Natale il presidente del Consiglio Mario Monti viene avvicinato dai giornalisti: "presidente, allora si è fatta finalmente chiarezza nel suo incontro al Quirinale con Napolitano?". "Buon Natale - è stata la risposta - davvero tanti tanti auguri".
RICCARDI, MONTI IN CAMPO?RESTERA’RIFERIMENTO MORALE - "Credo che Monti resterà un riferimento morale e politico per un grande rassemblement di uomini e donne che voglio cambiare Italia". Lo ha detto, a In Mezz’ora, ,il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, rispondendo alla domanda: ’il premier scendera’ in campo o farà un endorsement?’.
"Per me è importante dire - ha aggiunto Riccardi - che questo governo ha lavorato bene. Dobbiamo far emergere la società civile e la presenza di Monti, che auspico e mi auguro, può farla emergere". Quanto all’esito del colloquio svoltosi oggi tra Monti e il Capo dello Stato, Riccardi ha osservato "se l’avessi saputo non sarei autorizzato a dirlo. So comunque che Monti parlerà al Paese e farà un discorso argomentato. Monti non decide sulla base delle pressioni, una battuta qua e una la. Le sue sono decisioni argomentate,. Avremo dunque un discorso di Monti, argomentato, in cui spiegherà i motivi della sua scelta". Riccardi si è poi detto convinto che "non si tratta solo di fatto personale, il fenomeno Monti ha sparigliato".
"So che Monti parlerà al Paese e farà un discorso argomentato. Monti non decide sulla base delle pressioni, una battuta qua e una là. Le sue sono decisioni argomentate,. Avremo dunque un discorso di Monti, argomentato, in cui spiegherà i motivi della sua scelta": Così il ministro Andrea Riccardi.

BERLUSCONI A CANALE 5 (ANSA.IT)

ROMA - Con Monti candidato premier dei moderati, "io resto il presidente del più importate partito del centrodestra e farei la mia campagna elettorale per il Pdl" e per la coalizione dei moderati. Lo afferma Silvio Berlusconi, ospite di ’Domenica Live’.
"Siamo in attesa di una risposta dal presidente Monti. Se darà una risposta positiva che produrrà il ricongiungimento di Casini, Montezemolo, La Destra e chi sta con noi, Monti sarà il nostro candidato".
L’Imu va "assolutamente abolita" perché è una "patrimoniale sulla prima casa". Lo ha "garantito" Silvio Berlusconi intervenendo a ’Domenica live’ aggiungendo che ha già pronto un disegno di legge che ritroverà per altre strade "la stessa cifra" che l’Imu porta oggi all’erario.

BERLUSCONI, MODERATI MAGGIORANZA, MONTI SIA FEDERATORE - "L’Italia dei moderati è maggioranza nel paese. Nell’attuale contesto, se lo riterrà, il professor Mario Monti potrà essere il federatore di quest’area. Egli condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei", scrive Silvio Berlusconi nel messaggio al convegno ’Italia Popolare’. "Se Monti accettasse l’invito che più volte gli ho rivolto - aggiunge Berlusconi -, da ultima a Bruxelles di fronte alla platea del Ppe, non sprecheremo certo un’occasione storica" per vincere le elezioni. "Come nel ’94, pero’ - aggiunge il leader del Pdl - per centrare l’obiettivo della vittoria occorre uscire dagli schemi vecchi e logori, rompere le barriere che si oppongono all’innovazione, mettere in collegamento storie e culture diverse".
FORMIGONI, SCHIERATI PER MONTI PREMIER - "Oggi siamo tutti schierati perché Monti sia il candidato premier, e dunque il leader di questo schieramento di centrodestra, e Alfano il segretario del Pdl. Credo che Monti non si sottrarrà a questo compito e stia solo riflettendo. E’ pronto a guidare la rinascita. Berlusconi può continuare a stare con noi nel ruolo di colui che è stato il fondatore e sarà sempre un consigliere straordinario". Così Roberto Formigoni al Teatro Olimpico dove è in corso l’evento di una parte del Pdl per lanciare ’Italia Popolare’.
ALEMANNO, MONTI POTRA’ ESSERE NOSTRO INTERLOCUTORE - "Monti potrà essere il nostro interlocutore ma l’obiettivo è di tenere tutti insieme perché la sinistra non passi". Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dal palco di ’Italia Popolare’. "Abbiamo appoggiato il governo tecnico per senso di responsabilità e oggi non rinneghiamo quella responsabilità ma bisogna partire da nuove basi, da basi politiche - aggiunge - Dobbiamo dare una grande spinta. Affidiamo ad Alfano il compito di guidare il Popolo della libertà, affidiamo il compito di rimettere in moto la speranza dell’Italia".

LA CONVENTION MELONI-CROSETTO (ANSA.IT)
ROMA - "Per noi Monti non è l’orizzonte e la candidatura di Berlusconi sarebbe un errore": lo dice Giorgia Meloni arrivando alla manifestazione organizzata oggi insieme a Guidi Crosetto "Le primarie delle idee". Nel giorno in cui si sarebbero dovute tenere le primarie per scegliere il candidato premier del Pdl la Meloni espone la sua posizione. "Berlusconi più di un anno fa disse di voler passare il testimone alla nuova generazione ed ora - dice - sarebbe sbagliato ripensare quella scelta". Giorgia Meloni chiede al Pdl "risposte chiare". "Abbiamo creduto nel Pdl e ci crediamo ancora - sottolinea - ma è necessario interrogarsi su cosa non ha funzionato. Eravamo collocati al 38% ed oggi i sondaggi ci collocano intorno al 15%. Non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia e questa tendenza va invertita. Vogliamo dire al Pdl che le cose devono cambiare e ci aspettiamo delle risposte. Auspichiamo che il Pdl ci offra la possibilità di farlo altrimenti ne trarremo le conseguenze". Alla convention organizzata oggi a Roma sono presenti tra gli altri Mario Mauro, uno dei montiani del Pdl e Francesco Storace.

"Vogliamo un luogo giusto dove batterci per le nostre idee e per il rinnovamento del paese. Se quel luogo è il Pdl ci batteremo con lui ma lo vogliamo sapere subito. Altrimenti siamo pronti a costruire altro con chiunque vorrà starci": ha il sapore di un ultimatum quello che Giorgia Meloni lancia al Pdl nel suo intervento a chiusura della manifestazione organizzata con Guido Crosetto (Le primarie delle idee) nel giorno in cui il Pdl avrebbe dovuto celebrare le sue primarie. "Noi oggi scegliamo un altro centrodestra perché quello che c’é - dice Meloni - non va bene e non vogliamo accontentarci. Vogliamo un centrodestra in cui Scajola e le sue case, chi è accusato di mafia e chi ruba migliaia di euro non si autosospenda, ma venga cacciato fuori". Meloni ribadisce che la prospettiva politica tracciata non può essere né con Monti né con Berlusconi la cui candidatura sarebbe "un errore decisivo". "Non serve Monti - afferma - per dire questo a Berlusconi". Meloni, candidata insieme a Guido Crosetto alle prima del centrodestra che non si sono celebrate riafferma la bontà di questa scelta proprio oggi "in cui nel centrosinistra ha perso il rinnovamento. Noi avremmo potuto introdurre partecipazione e rinnovamento". Meloni attacca la politica del governo e coloro che nel Pdl "fulminati sulla via di Damasco, lo stanno sostenendo". "Rimango incuriosita - dice - chi auspica nel Pdl Monti leader del centrodestra. Non ci si può decidere a farlo nel giorno in cui scade la seconda rata dell’Imu". Meloni delinea quindi il suo "sogno per un paese futuro in cui l’Italia sia credibile sulla scacchiera internazionale, in cui venga sconfitta la massoneria e non governino i poteri forti della finanza". "Non si capisce perché lo Stato debba aiutare le banche che non aiutano invece i cittadini italiani". "Vogliamo un centrodestra che abbia come parola d’ordine ’rigenerare’. Chi sceglie di starci ci sta per un’idea - chiarisce - e non per una poltrona".

"Per noi un centrodestra credibile o sceglie Scajola e Dell’Utri oppure me e la Meloni": Guido Crosetto lo dice tra gli applausi della platea alla manifestazione "Le primarie delle idee" organizzata insieme a Giorgia Meloni. Crosetto pone i suoi "paletti" per un nuovo centrodestra che "non sale sul carro di Monti perche glielo chiedono i poteri forti e sa dire al suo fondatore questa volta non siamo d’accordo con te". "Siamo persone che appartengono al Pdl ma al Pdl oggi chiediamo risposte e soprattutto di essere credibile. Spero si possa fare ancora un percorso insieme ma temo che le risposte verranno da altri. I simboli non servono se le persone che si raggruppano sotto di loro non sono credibili". Crosetto, candidato insieme a Giorgia Meloni alle primarie del centrodestra che si dovevano celebrare oggi ricorda "il troppo fango che negli ultimi anni ha colpito il centrodestra. Non meritiamo di essere giudicati insieme le varie Minetti e i vari Fiorito. Siamo persone pulite e vogliamo affermare l’idea di ricostruire un nuovo paese. Si può fare politica senza vendersi a nessuno e senza padroni". Crosetto attacca la politica del governo: "Non ho nulla contro il professor Monti - chiarisce - ma mi interessano i fatti: un anno fa ci avevano detto che il paese poteva essere commissariato e Berlusconi fece un passo indietro e arrivò Monti. Oggi il debito pubblico è aumentato così come il rapporto con il Pil e l’Italia non cresce mentre siamo più poveri". Con la Meloni "ci unisce una reale volontà di incidere sulla realtà e il voler provare a fermare il declino. Non ci interessa il salotto della politica e il paese si salva con le idee". "Poniamo quindi i nostri paletti che riguardano anche la politica estera del nostro paese e per dire qual è il Pdl che vogliamo. Se c’é spazio noi ci siamo. Altrimenti - avverte Crosetto - nessuno ci ha obbligato a percorrere una strada se gli altri non la vogliono percorrere con noi nel senso giusto". ha concluso.

REPUBBLICA.IT
LO SHOW DI BERLUSCONI SU CANALE 5
ROMA - E’ uno show, una celebrazione di Silvio Berlusconi la lunga intervista-monologo in onda sulla più importante delle sue reti televisive, Canale 5. Il Cavaliere appare domenica pomeriggio, poco dopo le 18, in un orario di massimo ascolto. Parla senza interruzioni, accompagnato dalla voce amica di Barbara d’Urso, conduttrice di Domenica Live, che spende ogni minuto a disposizione per incensare il Cavaliere, le sue attività imprenditoriali e politiche, la sua famiglia. E che si autoproclama portavoce della gente comune che non ce la fa più a tirare avanti.
L’Imu. Nel suo lungo discorso televisivo, Berlusconi torna a puntare sul suo vecchio cavallo di battaglia: la tassa sulla prima casa. "L’Imu è una patrimoniale sulle case, un’imposta che va assolutamente abolita. Ci dicono dall’altra parte che non è una promessa che si può mantenere - dice - . Ma noi consideriamo la prima casa come qualcosa di sacro, è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire la sicurezza del suo futuro. Noi ci impegniamo ad abolire l’Imu, mai più imposte sulla casa".
Il messaggio a Monti. Nel salotto di Canale 5, l’ex premier si rivolge ancora una volta all’attuale presidente del Consiglio. Dopo aver chiesto, partecipando al convegno ’Italia popolare’, a Mario Monti di unire i moderati, dice: "Siamo in attesa di una risposta dal presidente Monti. Se darà una risposta positiva che produrrà il ricongiungimento di Casini, Montezemolo, La Destra e chi sta con noi, Monti sarà il nostro candidato". Con Monti candidato premier dei moderati, ha aggiunto, "io resto il presidente del più importate partito del centrodestra e farei la mia campagna elettorale per il Pdl" e per la coalizione dei moderati. "Io mi ero allontanato dalla politica, ma adesso per le cose che sono successe io non vedo un’altra possibilità se non che scenda in campo io. C’è un’altra possibilità, ossia che Monti accetti".
Poi attacca la politica fiscale di Monti. Vogliamo "cambiare orientamento della politica del governo dei tecnici che hanno preso alla lettera le indicazioni dell’Europa - dice - La ricetta che la Germania propone "è qualcosa che se applicato ad una economia in sviluppo ha risultati ma su una economia già in crisi porta alla recessione".
Attacco alle sinistre. Il Cavaliere dice di aver deciso di scendere in campo perché la situazione è la stessa "che c’era nel 1994" e dunque, attacca Berlusconi, con il rischio che "vincano le sinistre".
No al voto ai piccoli partiti. Berlusconi torna a fare un appello contro il voto frazionato e soprattutto quello dato ai piccoli partiti che "fanno solo gli interessi dei loro piccoli leader". "Quando c’è un governo sostenuto da una maggioranza fatta da piccoli partiti - aggiunge - bisogna scendere a un compromesso tra il partito grande e quelli piccoli e poi è un disastro".
L’attacco ai giudici. Poi l’affondo alla giustizia italiana. "In venti anni di politici ci si abitua a qualsiasi offesa. Ma c’è una cosa che grida vendetta davanti a Dio e gli uomini: sono stato condannato a 4 anni di carcere da un collegio di giudici di Milano che mi accusano di aver messo su un sistema per risparmiare 3 milioni di euro in un anno in cui abbiamo pagato 570 milioni di euro di tasse", ha detto Berlusconi. Ce n’è anche per la Corte Costituzionale che, accusa Berlusconi, "si e’ trasformata in un organismo politico che abroga le leggi che non piacciono alla sinistra".
Le escort? Un tranello. Sulle serate ad Arcore, Berlusconi dice: "Era il periodo in cui mi sentivo solo. Mia madre era morta, mi ero divorziato. E qualcuno mi chiese ’perché non organizziamo?’". "Poi - ha detto ricordando l’inchiesta della procura e le varie intercettazioni - sono caduto in questo tranello che è stato costruito dalla magistratura milanese". Sulla questione di Ruby, aggiunge: "Il processo Ruby è una macchinazione incredibile. E’ stata la scusa su cui si è impostata una grande operazione di diffamazione nei confronti miei e del governo italiano, anche a livello internazionale".
Il fidanzamento. "E’ ufficiale, mi sono fidanzato". Berlusconi conferma in pieno clima da domenica in famiglia il fidanzamento con Francesca Pascale. "Finalmente ora mi sento meno solo". "Ci sono 49 anni di divario d’età tra me e lei, ha 28 anni, si chiama Francesca. E’ una ragazza bella di fuori e ancora più bella dentro, di principi morali solidissimi, mi sta molto vicino, mi vuole molto bene e io la ricambio", dice Berlusconi.
Bufera sul web. Pochi minuti dopo il web si scatena contro Barbara d’Urso. Commenti su un fuori onda nel quale l’ex premier chiede alla sua intervistatrice "E poi mi domandi, mi domandi..". "Il fuori onda di Berlusconi alla D’Urso è la chicca dell’anno", commenta Marco su Tweeter. Rabbia di molti utenti che definiscono l’intervista di Barbara d’Urso al suo editore "un esempio concreto di conflitto d’interesse". Con un tweet Dania scrive: "Io, gli alieni, me li immagino come Barbara D’Urso e Silvio Berlusconi che parlano su un divano bianco in diretta tv". "Una domenicalive con D’Urso e Berlusconi non ti fa vedere l’ora che sia lunedì", dice Alberto. E c’è poi chi ironizza: "Berlusconi, un po’ in difficoltà in un ambiente ostile come Canale 5, braccato dal giornalismo d’inchiesta della D’Urso". E l’Ordine dei giornalisti del Lazio che si chiede come mai l’intervista non sia stata fatta da un giornalista e chiede che in futuro "non vengano mai più fatte violazioni del genere".
(16 dicembre 2012)

REPUBBLICA.IT - LE PRESSIONI DI BERLUSCONI E ALFANO
ROMA - Lanciano appelli all’unità del partito e insistono nel chiedere a Mario Monti di unire i moderati, parlando (uno con un messaggio, l’altro di persona) al convegno ’Italia Popolare’. Ma le parole di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, nel giorno il cui il Pdl avrebbe dovuto tenere le sue primarie per la premiership, devono immediatamente scontrarsi con la manifestazione separata, organizzata da Giorgia Meloni e Guido Crosetto all’Auditorium Conciliazione, e che sembra il preludio a un’imminente scissione del Pdl.
Berlusconi e Alfano ribadiscono gli inviti rivolti al professore. "L’Italia dei moderati è maggioranza nel Paese. Nell’attuale contesto, se lo riterrà, il professor Mario Monti potrà essere il federatore di quest’area. Egli condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei", ha scritto l’ex premier, sottolineando che "se Monti accettasse l’invito che più volte gli ho rivolto, da ultima a Bruxelles di fronte alla platea del Ppe, non sprecheremo certo un’occasione storica" per vincere le elezioni. Secondo il segretario del Pdl, però, Monti non è l’unica alternativa e il candidato premier resta sempre Berlusconi: "Si può vincere anche come Pdl".
Ma in un altro teatro, a poca distanza, i ’delusi’ la pensano in tutt’altro modo: "Per noi Monti non è l’orizzonte e la candidatura di Berlusconi sarebbe un errore", ha detto Meloni, mentre per Crosetto "un centrodestra credibile sa anche dire all’uomo che l’ha fondato e che gli ha portato voti ’noi non siamo d’accordo con te’".
La giornata di Monti. Intanto oggi il premier, che sta pensando a un accordo con il Partito Democratico, ha incontrato al Quirinale il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per ascoltare i suoi consigli e valutare cosa fare del suo futuro politico. "Se ha fatto chiarezza lo deve dire Monti e lo dirà lui", ha detto il presidente della Repubblica rispondendo al Senato ai giornalisti che gli chiedevano se il colloquio, durato più di un’ora, è servito a fare chiarezza sui prossimi giorni. Nessuna risposta in merito neanche dal professore alla fine del concerto di Natale: "Presidente, allora si è fatta finalmente chiarezza nel suo incontro al Quirinale con Napolitano?". "Buon Natale - è stata la risposta - davvero tanti tanti auguri". "So che Monti parlerà al Paese, non attraverso battute, farà un discorso argomentato, è il suo modo di esprimersi. Non decide sulla base delle pressioni. Avremo un discorso di Monti argomentato, pensato, spiegando i motivi della sua scelta. Non si tratta di una scelta personale, non si tratta di scendere in campo, è evidente che l’esperienza del governo Monti ha sparigliato", ha detto il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, ospite di "In mezz’ora", su Raitre, rispondendo a Lucia Annunziata che gli chiedeva se sapesse l’esito del colloquio tra Napolitano e Monti. Per Riccardi "Monti resterà un riferimento morale e politico per un grande rassemblement di persone che vogliono cambiare l’Italia". Poi ha aggiunto: "Credo che Monti sottrae voti al centrosinistra, qualcosa anche al centrodestra ma soprattutto all’astensionismo. Fa tornare voglia di tornare a votare’’.
L’ipotesi di una lista personale. Monti sarebbe tentato di fare una ’sua’ lista elettorale, slegata da altri partiti e movimenti, e che solo in un secondo momento potrebbe riunire quelle forze politiche che si riconoscono nell’agenda del premier. E’ quanto riferiscono all’ANSA persone che hanno potuto parlare con il presidente del Consiglio dopo l’incontro col capo dello Stato.
Sempre uniti. "I principi che enunciate, gli impegni che prospettate, gli obiettivi che ponete sono quelli che hanno caratterizzato la nostra azione di governo, sono quelli che costituiscono parte integrante della storia che abbiamo scritto insieme dal 1994 ad oggi", scrive ancora il Cavaliere che sottolinea che "intorno a questi ideali dobbiamo rafforzare e ribadire l’unita’ del nostro partito, nato dalla volontà di riunire storie e culture diverse la cui divisione in passato ha consentito ad una sinistra minoritaria nel paese di prendere il potere. È questo l’errore che dobbiamo impegnarci a non ripetere e l’unità del nostro movimento è la premessa per costruire una aggregazione più vasta che abbia la capacità, la voglia, l’ambizione di vincere di nuovo".
"Sinistra macchina da guerra, noi sterili polemiche". Berlusconi ha insistito sulle divisioni interne al centrodestra, definendole un errore che consente alla sinistra di vincere. "Mentre il campo della sinistra è bene organizzato e appare come una macchina da guerra gioiosamente lanciata verso il successo, l’altra parte - la nostra parte - sembra impegnata più in sterili polemiche che non a far fronte comune per battere gli avversari", ha scritto.
Alfano: "Niente scissioni". È d’accordo con Berlusconi il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che definisce il Cavaliere generoso e lungimirante nella sua decisione di offrire a Monti di riunire i moderati: "Silvio Berlusconi, con la sua solita generosità e lungimiranza, ha lanciato la possibilità che Monti sia colui che riunisce l’area dei riformatori e moderati alternativa a Bersani e Vendola e alla sinistra della Ggil. Quest’area può ancora vincere: ora sta a Monti scegliere se guidare quest’area dei moderati al successo oppure se riconsegnare il Paese alla sinistra e portare indietro l’italia", ha detto parlando alla convention ’Italia popolare’.
Nessun diktat dalla Lega. Il segretario del Pdl ha insistito sull’unità del partito e sul fatto che il candidato premier è Silvio Berlusconi: "Sarebbe una follia dividersi e chi ha sperato e auspicato scissioni nel Pdl resterà davvero deluso. Siamo qui a rilanciare il Pdl, che ha un candidato premier che è Silvio Berlusconi". E, rivolto al Carroccio, ha affermato: "Non sarà la Lega a scegliere il candidato del Pdl, questo candidato c’è già ed è Silvio Berlusconi. La Lega deve scegliere solo se allearsi o meno con il Pdl".
"Decisi a vincere. Alfano, poi, ha lanciato un ammonimento agli avversari: "La sinistra crede di aver già vinto. Si sbaglia. Vogliamo e possiamo vincere ancora noi". Per quanto riguarda, poi, l’Europa, il segretario ha ribadito con fonza che "siamo europeisti convinti, serve più Europa. E serve più Europa solidale. Essere europeisti convinti non significa affermare che tutto in Europa vada bene", ma "vuol dire la forza di rinvendicare le proprio ragioni", e "che tanto l’Italia ha bisogno dell’Europa, quanto l’Europa ha bisogno dell’Italia".
...anche senza Monti". Ma Monti non è l’unica alternativa per vincere. "Abbiamo davanti a noi due strade per vincere: raccogliere i moderati attorno a Monti, altrimenti ricostruire l’area dei moderati e vincere come Pdl", ha detto. Poi ha concluso: "Spero di aver diviso per sempre la sinistra e il professor Monti", rifacendosi al suo ultimo discorso alla Camera, con cui ha tolto di fatto la fiducia al governo.
Meloni: "Né con Monti, né con Berlusconi". Nel giorno delle mancate primarie, i ’delusi’ del Pdl, parlano alle ’Primarie delle idee", per ribadire il loro no a una nuova discesa in campo del Cavaliere. "Berlusconi più di un anno fa disse di voler passare il testimone alla nuova generazione ed ora - sostiene Giorgia Meloni - sarebbe sbagliato ripensare quella scelta". Meloni, che sarebbe stata tra i candidati alle primarie, chiede al Pdl "risposte chiare". "Abbiamo creduto nel Pdl e ci crediamo ancora - sottolinea - ma è necessario interrogarsi su cosa non ha funzionato. Eravamo collocati al 38% ed oggi i sondaggi ci collocano intorno al 15%. Non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia e questa tendenza va invertita. Vogliamo dire al Pdl che le cose devono cambiare e ci aspettiamo delle risposte. Auspichiamo che il Pdl ci offra la possibilità di farlo altrimenti ne trarremo le conseguenze". E poi lancia un vero e proprio ultimatum: ’’Vogliamo un luogo giusto dove batterci per le nostre idee e per il rinnovamento del paese. Se quel luogo è il Pdl ci batteremo con lui, ma lo vogliamo sapere subito. Altrimenti siamo pronti a costruire altro con chiunque vorrà starci’’.
Crosetto mette i paletti: "Vorrei restare nel Pdl, ma bisogna saper dire no". Non meno dura la posizione di Crosetto, secondo il quale "un centrodestra credibile sceglie un candidato giovane e non sale sul carro di Monti perché glielo chiedono i poteri forti. Oggi siamo qui - rimarca Crosetto- per mettere dei paletti, irremovibili come lo sono i carretti in pietra. Se c’è spazio per noi ci siamo, altrimenti nessuno ci obbliga a intraprendere una strada che non va nel senso giusto". Poi aggiunge: "Andare avanti insieme? Dipenderà dalle risposte che arriveranno, speriamo di rimanere nello stesso partito" aggiunge Crosetto. "Siamo qui per riavere il rispetto delle persone - prosegue il deputato cuneese - ed evitare che ci sia qualcuno che ha avuto un ruolo perché aveva misure fisiche e non cerebrali". Bisogna "evitare che i soldi pubblici siano spesi per lecca lecca e giocare al Superenalotto - va avanti Crosetto - non basta cambiare nome e colori simboli. Servono delle persone sotto quei simboli".
Fischi per Monti e Berlusconi. Fischi si sono levati dal pubblico raccolto all’auditorum della Conciliazione per la convention di Meloni e Crosetto quando sul maxischermo sono apparse, in un video, le immagini del premier Mario Monti e del leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Il pubblico, giunto numeroso all’incontro, grida ’no’ e ’basta’ fischiando con forza ogni volta che qualcuno che dal palco nomina l’ex premier o l’attuale presidente del Consiglio.
(16 dicembre 2012)

CORRIERE.IT
C’è grande attesa in tutto il mondo politico e non solo, per gli esiti dell’incontro, avvenuto nella mattinata di domenica, fra Mario Monti e Giorgio Napolitano al Quirinale, prima del concerto di Natale, diretto da Riccardo Muti, a Palazzo Madama. I due con tutta probabilità hanno discusso (per circa un’ora) del futuro politico del presidente del Consiglio, che ha annunciato le sue dimissioni in anticipo rispetto alla naturale scadenza del suo mandato a marzo. Secondo alcune fonti, il presidente della Repubblica, pur manifestando comprensione e appoggio per le scelte di fronte alle quali si trova il premier, avrebbe fatto presente a Monti l’ostacolo a una candidatura alle prossime elezioni costituito dalla sua carica di senatore a vita (fu nominato dallo stesso Napoletano subito prinma dell’incarico di formare l’attuale governo). Secondo altre fonti, citate dall’agenzia Ansa, Monti sarebbe tentato di fare una «sua» lista elettorale, slegata da altri partiti e movimenti, e che solo in un secondo momento potrebbe riunire quelle forze politiche che si riconoscono nell’agenda del premier. Sul punto fonti di Palazzo Chigi hanno poi fatto sapere che «tutte le ipotesi sono al momento possibili, e nessuna è più probabile dell’altra».

QUESITO - Sia come sia, l’intero dibattito politico ruota ormai interamente su un solo quesito: cosa farà Mario Monti nel 2013? Una sua possibile candidatura nelle prossime elezioni sconvolgerebbe infatti alleanze e preferenze degli italiani. Alla fine del concerto di Natale la domanda è stata rivolta al presidente della Repubblica che ha glissato:  «Se ha fatto chiarezza lo deve dire Monti e lo dirà lui». Così i giornalisti chiedono al presidente del Consiglio Mario Monti: «Presidente, allora si è fatta finalmente chiarezza nel suo incontro al Quirinale con Napolitano?». «Buon Natale - è stata la risposta - davvero tanti tanti auguri».

RICCARDI - Ulteriori precisazioni sui passi futuri del premier arrivano dal ministro per la cooperazione Andrea Riccardi intervistato da Lucia Annunziata a «In Mezz’ora» (Rai3): «So che Monti parlerà al Paese e farà un discorso argomentato. Monti non decide sulla base delle pressioni, una battuta qua e una là. Le sue sono decisioni argomentate,. Avremo dunque un discorso di Monti, argomentato, in cui spiegherà i motivi della sua scelta. Credo che Monti resterà un riferimento morale e politico per un grande rassemblement di uomini e donne che voglio cambiare Italia».

Silvio Berlusconi (Ansa)Silvio Berlusconi (Ansa)
BERLUSCONI - Intanto Silvio Berlusconi continua a fare pressing su Monti perchè si candidi a guida dei moderati. L’offerta è stata rinnovata dal Cavaliere attraverso un messaggio scritto inviato al convegno «Italia Popolare»: «Se Monti accettasse l’invito che più volte gli ho rivolto, da ultima a Bruxelles di fronte alla platea del Ppe, non sprecheremo certo un’occasione storica» per vincere le elezioni. «Come nel ’94, però - aggiunge il leader del Pdl - per centrare l’obiettivo della vittoria occorre uscire dagli schemi vecchi e logori, rompere le barriere che si oppongono all’innovazione, mettere in collegamento storie e culture diverse». «L’Italia dei moderati è maggioranza nel paese. Nell’attuale contesto, se lo riterrà, - continua Berlusconi - il professor Mario Monti potrà essere il federatore di quest’area. Egli condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei». Berlusconi non manca di sottolineare che il centrodestra appare diviso. Un errore, ribadisce l’ex premier, perché così vince la sinistra. «Mentre il campo della sinistra è bene organizzato e appare come una macchina da guerra gioiosamente lanciata verso il successo, l’altra parte - la nostra parte - sembra impegnata più in sterili polemiche che non a far fronte comune per battere gli avversari».

ALFANO - Anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, arrivando all’iniziativa «Italia Popolare» invita Monti a scegliere presto perché la Sinistra crede di aver già vinto. Poi rivolto ai suoi spiega che il Pdl ha davanti a se «due strade per vincere: unire i moderati con la guida di Mario Monti o, se Monti non accettasse, saremo noi a ricostruire quell’area per vincere». Infine in merito alle condizioni poste da Maroni sull’alleanza solo in caso non sia Berlusconi il candidato alla premiership Alfano risponde deciso: «Non sarà la Lega a scegliere il candidato premier del Pdl. La Lega deve scegliere se allearsi con noi oppure no». Alfano è inoltre intervenuto in difesa della famiglia e della vita: In particolare, Alfano indica i valori della vita e della famiglia «Non è lesivo della dignità di nessuno dire che il matrimonio di fonda sulla famiglia tra uomo e donna con l’obiettivo di mettere al mondo dei figli». «Chi sognava scissioni nel Pdl - ha ancora detto Algfano - si è svegliato con l’incubo della nostra unità e voglia di vincere. Quest’area sta in una metà campo, dall’altra parte c’è la sinistra di Bersani e Vendola», facendo un implicito riferimento all’Udc di Casini.
Redazione Online

IL SONDAGGIO DI MANNHEIMER
Tutti - cittadini, forze politiche, osservatori internazionali - attendono (qualcuno anche con apprensione) di sapere se Monti accetterà di candidarsi alle elezioni. La sua discesa in un campo più direttamente politico è auspicata da molteplici persone e istituzioni, ma è, al tempo stesso, vista con sfavore da molti altri, a partire dai dirigenti del partito che raccoglie oggi la più ampia quota di consensi, il Pd. Anche l’insieme dell’elettorato si divide riguardo a una simile prospettiva. Una quota ampia - circa il 30% - la vede con favore. Si tratta, in particolare, dei cittadini di età centrale, con titoli di studio relativamente più elevati. Dal punto di vista politico, si rileva una più accentuata presenza di favorevoli nell’elettorato dell’Udc, ma anche in quello stesso del Pd: quasi metà (44%) dei votanti per il partito di Bersani dichiara di auspicare la candidatura del Professore, nonostante il parere contrario del segretario. È un altro segno delle differenze di opinione (in certi casi, delle fratture) che caratterizzano già ora il maggiore partito italiano e che potrebbero creare in futuro non pochi problemi a quest’ultimo.
Ma, a fronte dei favorevoli, si contrappone un gruppo, assai più numeroso (61%), di contrari, di varia provenienza politica e sociale. Vi si trovano, in misura relativamente maggiore, i cittadini di più giovane età, i residenti al Sud (e nei piccoli comuni) e, specialmente, gli elettori del Pdl, ove la contrarietà raggiunge quasi l’80%. Ma anche la netta maggioranza dei votanti per la Lega e per il Movimento 5 Stelle (in entrambi i casi il 70%) si dichiara contraria a una candidatura di Monti.
Nell’insieme, tuttavia, i fautori di una presenza del Professore alle prossime elezioni risultano, considerando l’intera popolazione, più di quelli che auspicano la candidatura di Silvio Berlusconi.
Al di là del generico favore (o sfavore) per la discesa in campo del Professore, ci si deve però domandare quale sarebbe l’effettivo seguito su cui Monti potrebbe contare nel caso formasse una sua lista e quello che otterrebbe coalizzandosi con le altre forze politiche che già hanno espresso valutazioni positive sulla sua candidatura. Oggi circa il 3-5% dell’elettorato si dichiara già pronto, senza riserve, a votare alle elezioni una lista capeggiata da Monti. È meno di quanto alcuni osservatori si aspettano, ma occorre ricordare che, anche in passato, alcuni leader sono riusciti a conquistare una platea vasta, pur partendo inizialmente da un consenso limitato. E che altri hanno influito fortemente sulla politica italiana disponendo di meno del 10%. In ogni caso, accanto ai voti «certi», occorre tener conto già oggi del mercato potenziale, composto da chi, pur non avendo già deciso di votarlo, dichiara però di prendere seriamente in considerazione l’opzione per il Professore. Si tratta di un altro 8-10% di elettori. Naturalmente, computando anche gli attuali votanti per l’Udc (in questo momento a circa il 5-6%), per Italia Futura (attualmente attorno al 2%) e per Fermare il declino (1%), il mercato potenziale dei consensi per una coalizione che si ispiri a Monti si accrescerebbe ulteriormente.
Sin qui la situazione attuale. Tuttavia, proprio in queste ore, il quadro delle forze politiche va cambiando rapidamente. Ad esempio, sembra che una parte significativa degli esponenti del Pdl (ma anche, forse, qualcuno del Pd) stia valutando la possibilità di passare ad una lista Monti, nel caso questa si costituisse. Ciò che potrebbe ampliare la platea dei sostenitori di quest’ultima.
Ma, sopratutto, occorre ricordare che una presenza diretta di Monti nella competizione elettorale muterebbe completamente - in positivo per alcuni, in negativo per altri - l’atteggiamento (anche emotivo e psicologico) degli elettori nei confronti dell’offerta politica. Mobilitando ad esempio, in un senso o nell’altro, i molti indecisi (la cui quantità è comunque diminuita negli ultimi giorni). Da questo punto di vista, una candidatura effettiva potrebbe rendere in qualche misura obsolete diverse delle stime ipotizzate sin qui. Non resta dunque che attendere la decisione del Professore.
Renato Mannheimer

PEZZO DAL CORRIERE DI STAMATTINA DI TROCINO (SU MONTEZEMOLO)
ROMA - La decisione è quasi presa e potrebbe essere annunciata il 22 dicembre in una conferenza stampa: la lista «Verso la Terza Repubblica» potrebbe trasformarsi nella «lista Monti», con l’avallo del premier, anche se non è ancora deciso se ci sarà una sua partecipazione diretta, che viene ritenuta meno probabile. Tra i candidati dovrebbero esserci Luca Cordero di Montezemolo e Andrea Riccardi. La lista si apparenterebbe con l’Udc, verificando anche la possibilità di federarsi con una lista di transfughi del Pdl.
La visita a Bruxelles ha messo in moto la macchina elettorale del centro. In attesa che Monti annunci la sua decisione, i leader cominciano a sfoltire le ipotesi e a fare chiarezza. Dopo il caminetto nello studio del ministro Andrea Riccardi, il presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, il leader udc Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Dellai, Raffaele Bonanni e il presidente delle Acli, Andrea Olivero, si è decisa la rotta da seguire. Vista la difficile compatibilità tra l’Udc, nella sua forma partito, e l’agglomerato leggero di società civile di Montezemolo, Riccardi e Olivero, ci saranno in campo due formazioni diverse, apparentate: «Verso la Terza Repubblica» darà vita alla «lista Monti», mentre l’Udc userà il suo simbolo e sceglierà i suoi candidati. Una scelta meditata e quasi obbligata, quella di rinunciare alla lista unica. Perché i rappresentanti della società civile non avevano nessun interesse ad appannare la propria forza identitaria originale, annacquandola con innesti di politici di lungo corso. E d’altro canto, Casini non aveva alcuna intenzione di rinunciare ad alcuni esponenti del suo gruppo dirigente.
La questione candidature è scottante anche per un altro motivo. Perché, nel giorno dell’arrivo di Monti a Bruxelles, alla riunione del Partito popolare europeo, molti hanno ipotizzato la possibilità di una riproduzione dell’esperienza del Ppe in chiave nazionale. Silvio Berlusconi, raccontano in ambiente Pdl, avrebbe avuto sentore (forse grazie anche ad Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea) della visita del premier. E avrebbe così deciso, con un Pdl sempre più in difficoltà, l’ennesimo cambio di programma: «Se Monti vuole scendere in campo, sarò io a proporlo come federatore del centrodestra».
La prospettiva di un accordo tra il nuovo centro e il Pdl convince una parte importante delle gerarchie cattoliche, dal presidente della Cei Angelo Bagnasco al cardinale Camillo Ruini, che ieri ha detto di aver incontrato il segretario del Pdl. Ma è una strada difficilmente percorribile. Monti ha ricordato a Bruxelles che la sua opera si è interrotta quando «il Pdl, con una dichiarazione di Angelino Alfano, mi ha sfiduciato». Citazione non casuale. Tradotta dai centristi con un veto a tutti quelli che non hanno sostenuto Monti o si sono astenuti sulla fiducia. Sono in pochissimi i parlamentari pdl che hanno votato in dissenso al partito sulla fiducia.
Tra i montiani doc pdl della prima ora ci sono: Franco Frattini, Beppe Pisanu, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Gianni Alemanno, Giuliano Cazzola. Ma il veto potrebbe estendersi: ex capigruppo, ex ministri ed esponenti di spicco del Pdl berlusconiano non sarebbero graditi, in quanto corresponsabili del governo Berlusconi. Tra i pochi ammessi potrebbe esserci Mario Mauro, di area ciellina. Se non fosse possibile creare una lista di transfughi, potrebbe esserci successivamente una convergenza con quella parte di montiani restata nel Pdl, magari proprio quella che nasce domani nell’incontro di «Italia popolare».
Resta da capire l’atteggiamento che avranno i centristi verso il Pd. Perché finora erano in molti a sostenere (in pubblico o in privato) che un’intesa post elettorale con il partito probabile vincitore delle elezioni, il Pd, era l’unica ipotesi possibile. Un centro con troppi agganci con il Pdl porrebbe un problema. E intanto anche la pattuglia dei montiani democratici è in fibrillazione. Beppe Fioroni si sottrae: «Non tiriamo Monti per la giacca, il discorso è ancora astratto». Ma Marco Follini la vede così: «Si tratta di tenere insieme il rigore e la serietà di Monti con il respiro sociale del centrosinistra. Il pericolo maggiore è questa adunata di colonnelli e sergenti del Pdl che inneggiano a Monti come fino a pochi minuti fa inneggiavano a Berlusconi».
Alessandro Trocino

CORRIERE.IT
«Speriamo che il 2013 sia per tutti migliore di come, soprattutto per colpa mia, è stato il 2012». Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, concludendo la cena nel refettorio del sacro convento di Assisi, dove si è recato in visita, si è rivolto, sorridendo, ai commensali. Monti ha poi rivolto «cari affettuosi auguri a tutti i presenti, alle loro famiglie e al Paese». All’uscita il premier non si è fermato a parlare con i giornalisti che lo aspettavano.
LA CANDIDATURA - La giornata politica aveva visto il premier in ritiro ad Assisi come convitato di pietra del dibattito. Sulla possibile candidatura del Professore, Pier Luigi Bersani ha cercato di minimizzare l’allarme. «Leggo tante cose in politichese e tanto chiacchiericcio sui giornali e in televisione - ha detto il leader del Pd - nvece di questa discussione stucchevole su chi arriva e chi parte, vogliamo discutere di come si fa questo Parlamento?». «Leggo i giornali anch’io e sento parlare di panico. Dal mio punto di vista da mesi ho espresso l’opinione che Monti possa essere più utile in una posizione di terzietà: è un’opinione poi Monti sceglierà cosa fare. Io e gli altri non abbiamo nessuna preoccupazione, siamo tranquilli: aspettiamo che ci siano decisioni». «Ci sentiamo spesso... più di quanto immaginiate...tra di noi c’è una grande amicizia», in una pausa dai lavori della riunione dell’Alleanza dei Progressisti, viene incalzato dai cronisti che gli chiedono se si senta con il presidente Monti.
BERLUSCONI - Invece a proposito dell’attenzione mediatica sul ritorno di Silvio Berlusconi il segretario del Pd non ha dubbi: «Berlusconi non vincerà, punto e basta»: «È una delle abilità di Berlusconi, l’unica cosa che sa fare è quella di occupare le prime pagine dei giornali anche se per noi dovrebbe stare in 14esima».
Redazione Online

CORRIERE.IT
Alla cena con Silvio Berlusconi «abbiamo indicato Alfano come uno dei possibili candidati su cui la Lega potrebbe starci». Lo ha detto il leader della Lega Roberto Maroni, nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa a Milano, confermando che invece «è impossibile uno sostegno alla premiership di Mario Monti. Non ho capito se Berlusconi candida se stesso, Monti o Alfano. Uno, nessuno, centomila. Speriamo che il Natale porti qualche illuminazione. Comunque per noi un limite invalicabile è la candidatura a premier di Monti».
RIMBORSI - Maroni poi sull’inchiesta relativa ai rimborsi dei consiglieri regionali della Lombardia è stato deciso: al di là dei risvolti penali «ho già avviato una verifica e tutti quei consiglieri che hanno violato il nostro codice di comportamento non saranno ricandidati, fossero anche tutti».
BOSSI - Su chi verrà candidato o ricandidato alle lezioni «voglio tenere conto delle valutazione dei militanti». Maroni ha risposto a Bruno Vespa che gli ha chiesto se sarà ricandidato Bossi. «Decideremo - ha aggiunto - i criteri nei prossimi giorni, tenendo conto della necessità di rinnovare e dare spazio a tanti giovani. Neanche il segretario (cioè Maroni stesso, ndr) ha la certezza di essere candidato». Una riunione per politiche e regionali si terrà il 7 o 8 gennaio.
L’APPELLO DI BERLUSCONI - Silvio Berlusconi in un intervento al tg 5 delle 20 ha invitato gli italiani a «concentrare il loro voto sui grandi partiti perchè i piccoli partiti non agiscono mai nell’interesse del Paese ma nell’interesse del loro piccolo leader. I moderati da sempre sono la maggioranza nel Paese. Sono i soli che possono garantire al Paese un futuro di benessere».