Varie, 17 dicembre 2012
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 17 DICEMBRE 2012
Dodici banche sono indagate dalle autorità europee per presunta manipolazione dell’Euribor, l’indice di riferimento per i tassi di interesse su miliardi di euro di prodotti finanziari. Maximilian Cellino: «Non è proprio un fulmine a ciel sereno: già la scorsa estate, quando nell’occhio del ciclone era ufficialmente il Libor della British banking association (Bba), la Commodity Futures Trading Commission (Cftc) statunitense tendeva a precisare che le manipolazioni riguardavano anche e soprattutto l’Euribor. E lo faceva pubblicando anche gustose e-mail scambiate fra operatori, tali da far ricordare più gli scambi di un suk che le usuali attività di una tesoreria di una banca». [1]
Le indagini riguarderebbero, fra le altre, Crédit Agricole, Société Générale, Hsbc e Deutsche Bank. Il Giornale: «Le quattro banche avrebbero fatto squadra con Barclays, istituto al centro dello scandalo del Libor e che avrebbe ammesso un coinvolgimento anche nell’Euribor. Anche Ubs sarebbe nel mirino: la banca svizzera potrebbe annunciare a breve un patteggiamento per regolare la disputa». [2] Dopo un esposto presentato da Adusbef e Federconsumatori, a luglio la procura di Trani aprì un fascicolo sui signori dell’Euribor e del Libor (truffa aggravata e manipolazione dei mercati contro ignoti): i danni ai mutuatari italiani erano stimati in almeno 3 miliardi di euro. [3]
L’Euro Inter Bank Offered Rate (Euribor) è una misura del costo medio delle operazioni finanziarie tra banche europee che incrocia spesso e volentieri la vita quotidiana delle famiglie. Giuditta Marvelli: «Dal punto di vista del Signor Rossi, si può descrivere come il gancio a cui sta appeso il mutuo variabile per la casa e anche come il motore della cedola di tante obbligazioni». [4] Cellino: «Viene fissato ogni mattina intervistando 42 banche (fra cui le italiane UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Ubi, ndr) anziché i 15 istituti al quale si affida il “cugino” londinese, ma la sostanza evidentemente non cambia, né la possibilità di alterare i valori». [5]
L’European banking federation fissa l’Euribor su varie scadenze temporali. Marvelli: «I più utilizzati sono l’Euribor a un mese, a tre mesi e a sei mesi. Dopo quattro anni di era glaciale, l’Euribor è ai minimi storici. A tre mesi vale lo 0,18% (fixing di martedì), a sei mesi lo 0,31%, a un mese è quasi invisibile a occhio nudo: 0,11%». [4] Man mano che l’Euribor scendeva, le banche hanno aumentato il ricarico. A dicembre 2011 un prestito per comprare casa costava il 4,01%, adesso siamo al 3,81%. Roberto Anedda, vicepresidente di Mutuionline.it: «A giugno l’interesse di un mutuo variabile era formato da due voci: l’Euribor all’1,3% più un altro 1,3% di guadagno per la banca. Oggi l’Euribor vale lo 0,19% mentre la parte aggiunta dalla banca è attorno al 3-3,5%». [6]
Se il calcolo di questi indici è pulito, il sistema funziona in modo equilibrato. Fabrizio Massaro: «Ma se è sporcato, avvelena tutti: banche, imprese, risparmiatori. E inquinato, il calcolo del Libor lo è stato per anni, come hanno scoperto le inchieste aperte in Gran Bretagna e negli Usa sulle manipolazioni da parte di Barclays e sui sospetti di azioni simili da parte di altri istituti». [7] Alessandro Penati: «La gestione del rischio di interesse avviene attraverso derivati (interest swap) dove le controparti si impegnano a pagarsi la differenza tra un tasso fisso a lungo termine e il Libor: manipolandolo, le banche hanno fatto guadagnare indebitamente chi, nel mercato degli swap, incassava il tasso fisso (pare le stesse banche coinvolte)». [8]
Lo scandalo è innanzitutto un problema di antitrust, non di regolamentazione. Penati: «Dopo ogni crisi, c’è un aumento della concentrazione del sistema bancario. Anzi, le autorità considerano le fusioni tra banche uno strumento per garantire la stabilità e non un ostacolo alla concorrenza, foriero di frodi. La dimensione preoccupa solo dal punto di vista della stabilità: quindi si chiedono più capitali ai too big to fail. Bisognerebbe invertire la rotta: abbandonare il modello di banca universale, separando le attività di investimento da quelle commerciali; e ritornando a istituzioni più piccole, ma specializzate e concorrenziali. I vantaggi delle economie di scala sono stati abbondantemente superati dai costi dell’oligopolio, degli scandali e dell’opacità». [8]
Avere un numero più ampio di rilevazioni (30, se si escludono i valori più alti e più bassi contro le 7 del Libor) ha reso più difficile, ma non impossibile, la truffa sull’Euribor. E quando in ballo ci sono certe cifre (all’Euribor sono legati prodotti per 150mila miliardi di euro) la tentazione si fa enorme. Cellino: «Il tarlo, del resto, sta nel meccanismo di determinazione del valore stesso: al telefono la banca è tenuta a comunicare il tasso al quale i depositi a termine vengono offerti da un istituto all’altro. Tutti però ormai sanno che almeno da quattro anni a questa parte, cioè dalla crisi Lehman in poi, il mercato interbancario si è praticamente prosciugato. Non esistono cioè quasi più scambi di denaro non assistito da garanzie su scadenze che vadano oltre la settimana, figurarsi sui tre mesi che poi è il parametro più utilizzato per derivati, future e mutui». [1]
Quando un riscontro con la realtà non esiste, inventarsi un valore è un gioco da ragazzi, specialmente se qualche minuto prima ci si è messi d’accordo per pilotarlo con un’altra decina di banche. Cellino: «Certo, quando si parla di manipolazioni non si deve pensare ai valori dei giorni di oggi, precipitati in prossimità di zero ma a quelli usciti fuori dal controllo e superiori al 5% che si sono verificati nel periodo precedente e immediatamente seguente lo scoppio della crisi finanziaria del 2007-2008». [1] Le manipolazioni sarebbero avvenute tra il 2005 e il 2009. Marvelli: «Chi ha un mutuo variabile con un minimo di anzianità ricorderà la fine del 2008, quando i primi spasmi della crisi e della glaciazione da cui non si riesce ad uscire spedirono l’Euribor a tre mesi al 5,3%. Dolori seri per i mutuatari variabili». [4]
Per la manipolazione del Libor, la magistratura inglese ha fatto solo banali multe. Fabrizio Massaro: «A giugno Barclays ha pagato alle autorità americane e inglesi 470 milioni di dollari di multa per le manipolazioni del Libor e dell’Euribor dal 2005 al 2007». [7] Riccardo Ruggeri: «Altrettanto sarà col nuovo scandalo Euribor». [9] La British Bankers Association si è però vista strappare dalle autorità inglesi il controllo del Libor: l’European Banking Federation (Ebf), il gruppo che sta dietro l’Euribor, sta portando avanti la propria campagna per evitare lo stesso destino. Il Giornale: «La Banca centrale europea (Bce) ha auspicato cambiamenti nell’Euribor, inclusa la diretta regolamentazione da parte della autorità europee e una maggiore indipendenza dall’Ebf». [2]
Il problema è mondiale. Marvelli: «Sono in corso indagini su tassi simili all’Euribor alle più svariate latitudini: dal Giappone all’Ungheria, da Singapore al Sud Africa. In attesa del verdetto che dovrà punire eventuali colpevoli sulla vicenda Euribor e decidere le sorti del calcolo futuro se il vecchio sistema non verrà ritenuto sufficientemente trasparente, qualcuno si domanda se, alla fine, i mutui e i bond destinati alle famiglie dovrebbero essere attaccati ad un gancio diverso dal quotidiano e volubile sondaggio interbancario». [4] Paolo Gualtieri, ordinario di Economia degli intermediari e dei mercati finanziari all’università Cattolica: «Gli interessi sono così vasti e generali che è ragionevole la tutela da parte di un soggetto istituzionalmente preposto». [7]
Note: [1] Maximilian Cellino, Il Sole 24 Ore 12/12; [2] Il Giornale 11/12; [3] Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 21/7; [4] Giuditta Marvelli, Corriere della Sera 12/12; [5] Maximilian Cellino, Il Sole 24 Ore 12/12; Sandra Riccio, Sta 21/7; [6] Ettore Livini, la Repubblica 5/12; [7] Fabrizio Massaro, Corriere della Sera 12/12; [8] Alessandro Penati, la Repubblica 28/7; [9] Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 14/12.