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 2012  dicembre 14 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL NUOVO SCANDALO ALLA REGIONE LOMBARDIA


REPUBBLICA.IT
MILANO - Coi soldi pubblici dei rimborsi ottenuti al ’Pirellone’, Nicole Minetti ha comprato anche il libro ’Mignottocrazia’ di Paolo Guzzanti, pagato 16 euro. Lo scrive il Pm negli atti d’indagine. Minetti (convocata dai pm di Milano il 19 dicembre), insieme a un’altra quarantina di consiglieri Pdl e Lega è indagata per peculato nell’inchiesta sui costi della politica alla Regione Lombardia. Note spese sotto inchiesta. Che mascherate da "spese di rappresentanza istituzionale" nascondono ricevute del McDonald’s in cui viene indicato il menù baby (quindi i consiglieri accompagnati anche da bambini), scontrini di videogiochi e degustazioni di vini. Alcuni avrebbero presentato perfino ricevute di serate in cui offrivano la cena a 20-30 amici. In altri casi i rimborsi riguardavano le pizze da asporto alla domenica sera. Tutte queste spese riguardavano sempre singoli consiglieri e non i gruppi consiliari e venivano rimborsate presentando gli scontrini a chi si occupa di gestire l’amministrazione del gruppo in Regione.
Numerosi acquisti di videogiochi, sigarette e bibite, in particolare ’Red Bull’ sono invece alcune delle spese che l’ex consigliere lombardo Renzo Bossi, anche tra gli indagati per peculato, avrebbe effettuato coi soldi del gruppo consiliare della Lega Nord. Un consigliere poi avrebbe comprato coi rimborsi regionali il pane, mentre l’esponente leghista Cesare Bossetti avrebbe speso, nel 2011, quasi 15
mila euro per comprare dolci in pasticceria e fare colazione con brioche e caffè. Al consigliere del Pdl Angelo Giammario, invece, viene contestato di aver usato per fini personali oltre 27 mila euro di soldi pubblici, in particolare per noleggiare auto e taxi.
Undici al momento i consiglieri del Pdl e altrettanti della Lega ad aver già ricevuto un avviso di garanzia. Gli undici leghisti sono: Cesare Bossetti, Fabrizio Cecchetti (attuale presidente del consiglio regionale), Angelo Ciocca, Stefano Galli, Alessandro Marelli, Ennio Moretti, Massimilano Orsatti, Ugo Parolo, Roberto Pedretti, Luciana Ruffinelli, Pierluigi Toscani. Questi gli indagati nelle file del Pdl: Giovanni Bordoni, Giulio Boscagli, Alessandro Colucci, Giuseppe Gianmario, Antonella Maiolo, Marcello Raimondi, Nicole Minetti, Gianluca Rinaldin, Carlo Saffiotti, Paolo Valentini e Sante Zuffada.
Il consigliere Pierluigi Toscani ha comprato, tra le altre cose, lecca lecca e gratta e vinci. Nella sua ’lista della spesa’ ci sono anche cartucce usate per la caccia comprate presso l’azienda Muninord per 752 euro, e poi "cono medio e coppetta media di gelato", "lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, torta sbrisolona, zucchero semolato, farina, salsicce, cracker e biscotti, frutta e ortaggi". E anche, per la somma di 127 euro, ostriche. Il leghista Alessandro Marelli fuochi d’artificio da un rivenditore cinese, almeno sei computer, ma anche ovetti Kinder. Altri del Pdl e della Lega avrebbero speso ciascuno oltre 100 mila euro di soldi pubblici non per spese di rappresentanza istituzionale. Complessivamente tra il 2008 e il 2012 le spese nel mirino dei pubblici ministeri sono nell’ordine di diversi milioni di euro.
"Batman non c’e’ in Lombardia", ha detto convinto il presidente della Regione Roberto Formigoni riferendosi quindi, pur senza mai nominarlo, anche al "caso" di Francesco Fiorito ex capogruppo Pdl nel Lazio. "In Lombardia le regole sono molto chiare, nette e del tutto diverse da quelle vigenti in altre Regioni. Credo proprio che i nostri gruppi - ha concluso - le abbiano rispettate fino in fondo".
L’inchiesta sui costi della politica lombarda si allarga. E dopo aver acquisito i rendiconti 2008-2010 relativi ai rimborsi garantiti ai gruppi consiliari del Pdl e della Lega, i finanzieri del nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano oggi stanno notificando un ordine di esibizione ai gruppi dell’opposizione. L’ordine è stato presentato anche nell’ufficio della presidenza del consiglio. I finanzieri vogliono, in sostanza, acquisire la ’lista della spesa’ rimborsata a Pd, Sel, Idv, Pensionati e Udc e altri gruppi di minoranza. La richiesta di acquisizione di documenti non riguarda solo i gruppi consiliari ma anche la Giunta e la presidenza della Regione Lombardia. La richiesta riguarda la documentazione amministrativa e contabile delle diverse Direzioni per "spese aventi ad oggetto attività di comunicazione, rappresentanza collaborazioni/consulenze o comunque dichiarate utili per l’attività degli uffici".
Le indagini sono partite due mesi fa da quella sul leghista Davide Boni (ex presidente del consiglio regionale lombardo accusato di corruzione) e sull’ex assessore del Pdl Franco Nicoli Cristiani, arrestato un anno fa per una mazzetta da centomila euro trovata nella sua abitazione.
Con l’ipotesi di reato di peculato, in Lombardia Paolo Valentini e Stefano Galli, capigruppo in Regione Lombardia rispettivamente del Pdl e della Lega Nord, sono indagati nell’inchiesta della procura di Milano - coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo -, che vede coinvolti una quarantina di consiglieri lombardi. Tutti si sarebbero fatti rimborsare con i soldi pubblici anche cocktail o il cappuccino e brioche del mattino, e ristoranti di lusso milanesi, come "a’Riccione", specializzato in pesce e uno dei prediletti dai politici.
"Non ho ricevuto nulla", ha detto il capogruppo della Lega in Regione Lombardia Stefano Galli. "Non riusciamo a capire il motivo, se non che è iniziata la campagna elettorale", ha aggiunto.
(14 dicembre 2012)

PEZZO DI RANDACIO SU REPUBBLICA DI STAMATTINA
MILANO - Qualcuno si è fatto rimborsare perfino le sigarette. Altri i cioccolatini che comprava in tabaccheria. C’è perfino un consigliere regionale del Pdl che sotto la voce delle "spese istituzionali" metteva i pranzi che consumava in un ristorante alla moda a pochi passi dalla sede del Pirellone, durante le pause delle sedute.
Quando il 10 ottobre scorso il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha spedito la Finanza in Regione ad acquisire i rendiconti 2008-2010 relativi ai rimborsi garantiti ai gruppi consiliari del Pdl e della Lega, probabilmente non pensava di scoprire così tante anomalie. Nel mirino sono finiti quasi tutti i consiglieri della maggioranza della giunta uscente guidata dal governatore Roberto Formigoni. Per loro, il sospetto dell’accusa è quello di aver ottenuto rimborsi per spese in realtà dubbie. Si parla di soldi pubblici che arrivano a un computo globale di milioni di euro ogni anno per tutti i gruppi consiliari e che si aggiungono ai già tanti benefit ottenuti dai politici.
A dare il via al nuovo scandalo sono state le verifiche partite, quasi per caso, sul leghista Davide Boni (ex presidente del Consiglio regionale, travolto da un’indagine per corruzione) e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, arrestato un anno fa con in casa una mazzetta da 100 mila euro. Nelle inchieste che li hanno coinvolti, decifrando alcune intercettazioni ambientali, Robledo e i suoi sostituti Paolo Filippini e Antonio D’Alessio hanno trovato tracce di cene che sarebbero state giustificate dagli assessori come impegni istituzionali, ma che di politico avrebbero avuto molto poco. Da questi sospetti è partito il mandato assegnato al Nucleo regionale di polizia tributaria di verificare il libro mastro delle spese e il tipo di giustificazioni presentate poi realmente. All’ufficio di presidenza regionale sono state fotocopiate tutte le uscite e i relativi scontrini che Pdl e Lega hanno presentato con allegata l’autocertificazione in un biennio.
Le irregolarità, in molti casi, sarebbero lampanti, smaccate. Apparentemente tutte dovrebbero passare il severo vaglio della Corte dei Conti, ma questa operazione trasparenza sarebbe solo di facciata. Alla giustizia contabile, infatti, non è consentito controllare nel dettaglio le spese, ma solo il saldo finale. E così, a fianco dello stipendio mensile da 9 mila euro spettante a ogni consigliere - questo il solco su cui si sta muovendo l’accusa -, ci sarebbero sostanziosi extra che coprono le più disparate spese personali.
Due mesi fa è scattata la prima acquisizione: un atto puramente esplorativo. Poi, in questi sessanta giorni sono state passate al setaccio le migliaia di ricevute alla base dei rimborsi effettivamente erogati. Il risultato? Desolante. L’ipotesi avanzata dalla procura è quella di peculato che potrebbe presto essere contestata agli indagati e che, sempre ipoteticamente, potrebbe avere ben pochi margini di giustificazioni. Difficile pensare, per esempio, che un consigliere spieghi il rimborso di confezioni di cioccolatini dal nome francese come spese di rappresentanza regionale.
Il meccanismo scoperto, nei fatti, appare più semplice di quel che può sembrare. Gli inquirenti si sono convinti come sotto la voce "spese dei consiglieri per l’espletamento del mandato", e "spese di comunicazione", ogni anno ballino milioni di euro anche in Lombardia e operazioni truffaldine. Dai primi rilievi effettuati dalle Fiamme gialle, le irregolarità sarebbero palesi, tanto che gran parte dei 40 consiglieri della maggioranza del Pdl e della Lega potrebbero essere raggiunti presto da un avviso di garanzia con l’ipotesi di peculato.
Un filone, quello dei rimborsi, avviato dopo l’arresto per gli stessi fatti nel Lazio del consigliere del Pdl "Batman" Fiorito, e allargati a macchia d’olio in molte altre regioni. Anche se al momento le opposizioni lombarde non sono ancora finite sotto la lente della procura di Milano, è tutt’altro che escluso che molto presto gli inquirenti spediscano i finanzieri anche ad acquisire la "lista della spesa" rimborsata a Pd, Sel e Udc con i soldi pubblici.
(14 dicembre 2012)


Parla il deputato del gruppo misto, già Pdl, autore del libro "Mignottocrazia". L’ex consigliera lombarda avrebbe chiesto un rimborso spese di 16 euro dopo il suo acquisto - così come dopo esborsi ben più imponenti per hotel e ristoranti - e ora è indagata per peculato insieme ad altri esponenti della passata maggioranza. "Una barzelletta", dice Paolo Guzzanti. E poi rilegge le sue pagine
Intervista di Laura Pertici

CLOTILDE STRADA
IMPOSTA DA BERLUSCONI LISTINO BLINDATO COLORATO CAFFE E SCORIE, INCONTRATO NEL 2009 RECLUTATA PER HOSETSS A STAND DI PUBLITALIA, ADEGUATA HO IL MIO CURRICULUM SONO PREPARATA GIOVANE DA IMPARARE NON GIUDIZI AFFRETTATI. "POTRESTE SMETTERE DI PUBBLICARE FOTO IN CUI ANDAVO IN TV" DUE FOTO SUL CDS 2 (UNO EPOCA) DEL MATTINO 28 MAGGIO 2010

CORRIERE.IT
MILANO - Dai ristoranti alle sigarette, dalle munizioni ai cocktail. Le spese quantomeno «dubbie» - rimborsate con soldi pubblici - dei consiglieri della Regione Lombardia in quota Pdl e Lega sono finite nel mirino della procura. Sono almeno 27 gli inviti a comparire per i consiglieri lombardi, tra questi anche Nicole Minetti. Gli investigatori della guardia di finanza hanno accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. Milioni di euro ogni anno per tutti i gruppi consiliari e che si aggiungono ai già tanti benefit dei politici. In particolare l’indagine riguarderebbe spese fatte al di fuori dell’attività politica con soldi pubblici. Tra gli indagati, i capigruppo in Regione del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli per l’accusa di peculato.
LE VERIFICHE - A dare il via al nuovo scandalo, le verifiche per l’indagine di corruzione su Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lega e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, arrestato un anno fa con in casa una mazzetta da 100 mila euro. Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria erano andati in Regione Lombardia con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finite le spese di comunicazione e di rappresentanza, ritenute sospette, dei gruppi consiliari del Pdl e della Lega e in particolare i finanzieri avrebbero accertato spese, per cene e viaggi, illecite.
LECCA LECCA E GRATTA E VINCI - Con i soldi dei rimborsi al gruppo consiliare della Lega Nord, per esempio, il consigliere regionale lombardo Pierluigi Toscani ha comprato, tra le altre cose, lecca lecca e gratta e vinci. Nella «lista della spesa» di Toscani ci sono anche cartucce usate per la caccia comprate presso l’azienda Muninord per 752 euro, ma anche «cono medio e coppetta media di gelato», «lemonsoda, pizzette, cannoli, ciambelle, torta sbrisolona, zucchero semolato, farina, salsicce, cracker e biscotti, frutta e ortaggi». E anche, per la somma di 127 euro, ostriche. Tra gli indagati risulta inoltre un consigliere che avrebbe comprato coi rimborsi regionali anche il pane.
GLI ALTRI GRUPPI - La Guardia di finanza di Milano ha acquisito in Regione Lombardia i documenti relativi alle spese di altri Gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel. Al momento, l’inchiesta vede coinvolti 27 consiglieri del Pdl e del Carroccio indagati.
FORMIGONI: QUI NON C’È BATMAN - «Batman non c’è in Lombardia»: lo ha detto Roberto Formigoni rispondendo ai giornalisti sulla inchiesta sui rimborsi. «Credo proprio - ha aggiunto - che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole, credo che ci sia un grande equivoco alla base di tutto questo perché le regole in Lombardia sono chiare e sono assolutamente diverse da quelle delle altre regioni».
MINETTI - Tra le spese contestate a Nicole Minetti c’è anche l’acquisto del libro «Mignottocrazia», di cui ha conservato lo scontrino. Ma il libro non è il solo acquisto contestato. Minetti ha pagato 832 euro un aperitivo all’hotel principe di Savoia e 400 euro una cena da Giannino. L’ex consigliera ha anche comprato un iPad da 750 euro, nonostante la Regione Lombardia ne avesse già dato uno ad ogni consigliere. In tutto, le spese di Minetti fatte con i fondi del Pirellone ammontano a decine di migliaia di euro.
RENZO BOSSI - In un’altra inchiesta, sull’uso illecito del finanziamento pubblico alla Lega Nord, è indagato per peculato, sempre dalla procura di Milano, Renzo Bossi: il figlio del senatùr avrebbe effettuato acquisti di videogiochi, sigarette e bibite, in particolare la «Red Bull».
I NOMI - I 22 inviti a comparire sono equamente ripartiti tra Lega e Pdl, 11 e 11. Per la Lega si tratta di Cesare Boschetti, Fabio Cecchetti, presidente del consiglio regionale, Stefano Galli, Angelo Ciocca, Alessnadro Marelli, Enio Moretti, Massimiliano Oesatti, Ugo Parolo, Roberto Pedretti, Giovanna Ruffinelli, Pierluigi Toscani. Per il Pdl di Giovanni Bordoni, Giulio Boscagli, cognato di Roberto Formigoni, Alessandro Colucci, Giuseppe Gianmario, Antonella Maiolo, Nicole Minetti, Marcello Raimondi, Gianluca Rinaldin, Carlo Saffioti, Paolo Valentini, Sante Zuffadfa. Saranno interrogati tra lunedì 17 e sabato 22 dicembre in procura.
Redazione Milano online