Omero Ciai, il Venerdì 14/12/2012, 14 dicembre 2012
LA BELLA OLANDESE VOLTO NUOVO DELLE FARC
Chi è veramente Tanja Nijmeijer, la ragazza olandese diventata il fiore all’occhiello delle Farc (la narcoguerriglia colombiana) nella prima sessione dei negoziati di pace con il governo di Bogotà che si sono appena svolti ad Oslo e poi all’Avana? 34 anni, laureata in filologia spagnola, traduttrice, interprete e maestra, nata a Denekamp in Olanda, Tanja è entrata nella guerriglia nel 2003, dopo due viaggi in Colombia, e ha attirato su di sé tutta l’attenzione dei media internazionali. Va detto che le Farc sono arrivate a questo secondo tentativo di pacificazione - il primo fallì a cavallo del Duemila - senza una leadership forte e riconosciuta. Marulanda, Raúl Reyes, il Mono Jojoy e Alfonso Cano sono morti. Il primo, il famoso Tirofijo, fondatore della guerriglia negli anni Sessanta, se n’è andato nel 2008; gli altri nello scontro con l’esercito colombiano negli ultimi quattro anni. E della delegazione che si è presentata ai colloqui quasi nessuno, tranne Tanja, vive ancora clandestinamente negli accampamenti della guerriglia in Colombia. Non Timochenko, né Ivan Marquez né tantomeno Rodrigo Granda, che risiedono in Venezuela, protetti e coccolati dai bolivariani di Chávez. La prima incursione di Tanja in Colombia risale al 1998, quando a Pereira faceva l’insegnante di inglese. Tempo dopo tornò, e si unì alle milizie urbane delle Farc, nei dintorni di Bogotà, prima di scomparire nella selva. Riapparve per la prima volta nel 2007. Anzi, in realtà furono i suoi diari personali a diventare di dominio pubblico. Li recuperarono i soldati dopo l’attacco a un accampamento delle Farc e fu subito shock. Da quelle pagine scritte di nascosto emergeva una Tanja delusa dai suoi primi anni nella guerriglia, disgustata dai privilegi dei comandanti di fronte alle privazioni della truppa. «Sono stanca delle Farc, stufa di questa gente, e della vita in comune» scriveva. I guerriglieri la processarono e venne - si dice - condannata a morte. Ma si salvò, grazie all’intervento del Mono Jojoy, responsabile militare dell’organizzazione e zio del suo fidanzato. Da interprete e consulente dei massimi leader fu degradata a soldato, ma sopravvisse. Rischiò ancora la morte sotto le bombe nell’accampamento di Jorge Briceño (el Mono), nel settembre 2010 ma, nonostante gli appelli degli amici olandesi e della famiglia, si è sempre rifiutata di tornare sui suoi passi. «Non torno indietro, sono orgogliosa della mia scelta» disse in un documentario sulla Colombia girato da una tv olandese. Oggi Tanja è il miglior soggetto per la propaganda delle Farc. Una bella ragazza europea che ha rinunciato alla sua vita borghese per combattere nella guerriglia al fianco dei più poveri. Immagine che, al momento, cancella tutte le efferatezze, dal narcotraffico ai sequestri, e che i nuovi leader Farc proveranno ad utilizzare fino in fondo.