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 2012  dicembre 14 Venerdì calendario

CON UNIPOL SI PAGA DI PIÙ


Il più fortunato della compagnia si chiama Geronimo La Russa. Il suo contratto d’affitto per un attico con vista panoramica al venticinquesimo piano della centralissima Torre Velasca a Milano è ancora fresco d’inchiostro. E così, il figlio dell’ex ministro Ignazio, avvocato e animatore di quel che resta della Milano da bere, può stare tranquillo. Il canone non cambia. Nessun aumento ancora per un bel pezzo, cioè per qualche anno, fino a scadenza della locazione. Evviva, Geronimo è salvo, ma molti altri inquilini eccellenti della Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti di questi tempi sono a caccia di un compromesso con i nuovi padroni di casa.
La pacchia è finita, finita per sempre. Finiti i bei tempi in cui l’ingegnere di Paternò garantiva un tetto (e che tetto) a una schiera di amici e famigli. Tutti inquilini vip: politici, grand commis di Stato, banchieri e top manager. Adesso le chiavi di quel che resta dell’impero finanziario dei Ligresti sono passate all’Unipol. E i nuovi padroni, a quanto pare, hanno deciso di cambiare registro. Stop ai favori, allora. Basta affitti facili. Anche perché, a forza di sconti, la Fonsai ci rimetteva centinaia di migliaia di euro ogni anno. Per forza. Spesso e volentieri il canone riservato agli amici del padrone viaggiava parecchio al di sotto delle medie di mercato per immobili simili per dimensione e posizione.
A dire il vero il giro di vite era già partito mesi fa, con l’arrivo al vertice di Fonsai del nuovo direttore generale Piergiorgio Peluso e di Gianandrea Perco come responsabile del settore immobiliare. I due manager, con l’appoggio dei grandi creditori (Unicredit in testa) avevano preso in mano, tra l’altro, anche lo spinoso dossier degli affitti. E adesso Unipol tira diritto sulla stessa strada. Tempi duri quindi (si fa per dire) per molti inquilini eccellenti di casa Ligresti. Qualcuno, di fronte a possibili rialzi del canone, si prepara già al trasloco. Tra quelli che pensano di cambiare indirizzo troviamo Bruno Ferrante, l’ex prefetto di Milano, poi candidato sindaco del capoluogo lombardo per il centro sinistra. Ultimamente, in effetti, Ferrante è molto occupato a Taranto. I Riva, padroni dell’acciaieria, l’hanno nominato presidente dell’Ilva con un ruolo di garante verso le istituzioni. Fin qui non è andata benissimo, per usare un eufemismo. A Milano invece l’ex prefetto si trova costretto ad affrontare un problemino immobiliare del tutto personale. Da tempo Ferrante ha preso in affitto un appartamento in centro città. Il padrone di casa è Fonsai. Solo che, con il contratto in scadenza, si avvicina anche una più che probabile richiesta di aumento del canone. Non proprio un ritocchino, a quanto pare. Tanto che il presidente dell’Ilva ha già fatto sapere agli amici che lui è pronto a traslocare. «Anch’io ho il contratto in scadenza», spiega Bruno Tabacci, assessore al Bilancio nella giunta milanese di Pisapia e di recente candidato alle primarie del centrosinistra.
L’ex deputato Udc abita in un appartamento ai piani alti della Torre Velasca. Pure lui, assicura, sarebbe pronto a traslocare se l’affitto dovesse aumentare. «Vedremo – dice – per il momento non ho ricevuto comunicazioni». Da almeno un paio di anni Fonsai sta cercando di vendere il grattacielo che rappresenta uno dei pezzi migliori del suo patrimonio immobiliare. Il crollo del mercato ha però allontanato i possibili compratori e la Torre Velasca, che ha bisogno di importanti lavori di restauro, è passata a Unipol insieme al resto del gruppo Fonsai. Resta da vedere se la compagnia delle Coop riuscirà a piazzare il grattacielo valutato intorno agli 80 milioni. Intanto, l’obiettivo minimo è quello di aumentare il rendimento degli appartamenti affittati a canoni a volte lontani da quelli di mercato. Un’operazione simile è già partita anche a Roma nelle palazzine di via delle Tre Madonne nel quartiere Parioli. Sono tre condomini, per una quarantina di appartamenti in tutto, ad alta concentrazione di vip. Qualcuno di loro ha già fatto le valigie. Mesi fa se n’è andato Marco Cardia, rampollo dell’ex presidente della Consob, Lamberto. Cardia junior, che fa l’avvocato, era a libro paga dei Ligresti anche come consulente.
La lista degli inquilini celebri di via delle Tre Madonne è però ancora lunga. L’elenco comprende il segretario del Pdl Angelino Alfano, l’ex ministro Renato Brunetta, le sorelle Chiara e Benedetta Geronzi, figlie del banchiere Cesare, e Mauro Masi, già direttore generale della Rai. Tramontato il sole Ligresti, anche loro dovranno fare i conti con l’Unipol. E magari aprire il portafoglio.