Andrea Secchi, ItaliaOggi 13/12/2012, 13 dicembre 2012
EREADER GIÀ IN CALO, NON GLI EBOOK
Una parabola particolarmente ripida. L’andamento delle vendite a livello mondiale di lettori ebook, i cosiddetti ereader, sta prendendo proprio questa forma secondo i dati di una delle società di ricerca più quotate nel campo, la Ihs iSuppli: l’anno scorso c’è stato il picco, raggiunto in poco più di due anni, quest’anno comincerà il declino, piuttosto veloce.
Attenzione, si parla dei lettori dedicati, non certo dei libri elettronici, perché questi, nonostante le percentuali di crescita stiano scendendo, comunque ingrandiscono la propria quota nel mercato. Solo non saranno letti necessariamente nei dispositivi dedicati ma su tablet e, perché no, ancora su smartphone.
Il messaggio per gli editori è chiaro: guai a legarsi solo agli ereader proprietari e ai loro cataloghi di libri, più si spazia meglio è, soprattutto negli store dedicati ai tablet. D’altronde questo non è un pericolo per gli editori italiani né per i distributori, visto che nessuno si è fatto il suo lettore alla stregua di Barnes&Noble o Amazon. La stessa Mondadori che ha portato Kobo in Italia non ha un accordo esclusivo e vende il suo catalogo praticamente su tutti gli store.
I dati e le previsioni a livello mondiale di iSuppli si possono vedere nella tabella in pagina: nel 2010 si sono venduti 10,1 milioni di ereader, dieci volte più che nel 2008, quando il fenomeno stava iniziando. Nel 2011 il picco: 23,2 milioni. Quest’anno 14,9 milioni, -36%, l’anno prossimo 10,9 milioni, -27% e così via, fino a raggiungere i 7,1 milioni di pezzi nel 2016, con una perdita di due terzi rispetto alle vendite dell’anno scorso.
Influisce la crisi, ma il vero motivo si chiama tablet: nuovi modelli a prezzi accessibili stanno ingolosendo i consumatori-lettori, che anziché comprare un dispositivo monouso preferiscono avere un coltellino svizzero. Non c’è dubbio che un libro si legga meglio su un ereader (schermo senza riflessi, più riposante per gli occhi, niente distrazioni o tentazioni fra email, web, giochi...), ma comunque si tratta di prodotti che si sovrappongono almeno in parte e dovendo i consumatori allocare un budget finito gli ereader spesso soccombono. Nel 2012 si prevede che si venderanno 120 milioni di tablet, per arrivare a 340 milioni nel 2016.
La parabola disegnata da iSuppli, ovviamente non vale ancora per l’Italia. O meglio, la Penisola è compresa, ma quell’andamento riflette in gran parte ciò che accade sul mercato americano, pioniere su queste cose come al solito e determinante per mole nell’andamento totale. Perciò è un movimento che qui (ammesso che sia rispettato) vedremo solo fra qualche anno.
In tutto questo c’è un ma: gli ebook reader potrebbero non calare così repentinamente se diventassero strumenti veramente low cost, o al limite gratuiti, in cambio degli acquisti di contenuti. Amazon, in parte, già lo fa: non guadagna sull’hardware perché il suo intento è di vendere gli ebook. Per il prossimo anno si parla di un mini-ereader (il tedesco txtr beagle) che sarà venduto a 13 dollari, sussidiato dalle librerie online.
I segnali che arrivano dagli Usa sulle vendite dei libri elettronici, invece, non hanno niente della parabola. È vero che per agosto, l’ultimo dato disponibile, l’associazione degli editori ha mostrato una crescita «solo» del 34%, mentre in passato si era abituati a crescite a tripla cifra. Ma è il numero assoluto, 118,6 milioni di dollari, a essere ormai degno di considerazione.