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 2012  dicembre 13 Giovedì calendario

DIGITALE, UNA TORTA DA 3,5 MLD


Una torta che, almeno per il momento, vale la bellezza di 3,5 miliardi di euro. Benvenuti nel caleidoscopico mondo del business digitale, che adesso l’Italia è intenzionata ad aprire definitivamente per cercare di colmare in tempi ragionevoli un gap informatico ancora piuttosto grave. Naturalmente il prezzo da pagare è alto e corrisponde al lauto guadagno che potranno spartirsi i più grossi big mondiali del settore Ict (Information and communications technology).
Ora la bagarre è pronta a partire. In prima fila, tra i gruppi più importanti, ci saranno Telecom Italia, gli inglesi di British Telecom, Fastweb (controllata dagli svizzeri di Swisscom) e Wind (che rientra nel perimetro dei russi di Vimpelcom). Queste aziende, e tante altre ancora, si contenderanno a partire dall’anno prossimo ben sei bandi di gara a cui ha già iniziato a lavorare il ministero dell’economia, ora guidato da Vittorio Grilli, per il tramite della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. In ballo c’è la fornitura di servizi per il Sistema pubblico di connettività (Spc), ovvero la strategica rete che collega tutte le amministrazioni pubbliche nostrane, consentendo loro di condividere e scambiare dati e informazioni varie. Ora, il pacchetto dei sei appalti ha un valore complessivo stimato di 3,5 miliardi di euro, ma la sua porzione più succulenta fa riferimento a un unico bando che verrà predisposto per la fornitura, in ambito Spc, di servizi Voip (Voice over Internet Protocol), Cloud (la nuvola informatica), di servizi di riconoscimento dei nodi di rete e di servizi di sicurezza.
Il tutto per 2,5 miliardi di euro, quindi la magna pars dell’intero gruppo delle sei gare. E qui entrano in gioco le più importanti aziende Ict. Sulla precedente edizione dei servizi per il Sistema pubblico di connettività, infatti, erano riusciti a mettere le mani in quattro. Fastweb, la cui offerta aveva ottenuto il punteggio migliore, Albacom (ormai British Telecom), Wind e Telecom Italia, oggi guidata da Franco Bernabè. Che le aziende in questione siano già adesso alla finestra è dimostrato anche dal fatto che tutte, nei mesi scorsi, hanno sollecitato la costituzione dell’Agenzia per l’Italia digitale, una sorta di organismo che ha il compito di portare avanti gli obiettivi dell’Agenda digitale. Nelle ultime settimane, una volta costituita la struttura, il governo ne ha anche individuato il primo direttore nella persona di Agostino Ragosa, già responsabile innovazione del gruppo Poste Italiane. Ma della partita saranno tante altre società. In pole position, per esempio, non mancherà il colosso americano Hewlett-Packard (Hp), attraverso la controllata italiana. Del resto nell’ambito del precedente contratto per l’Spc, Fastweb si era aggiudicata il primo posto in cordata con Eds Italia, appartenente proprio al gruppo Hp.
Di certo grande attenzione verrà riservata anche al secondo bando di gara in termini di valore, ovvero 700 milioni di euro, diretto alla fornitura dei servizi di hosting, progettazione e realizzazione dei servizi web. Così come è destinato a suscitare appetiti anche il terzo bando, per un importo stimato di 300 milioni di euro, relativo ai sistemi di accesso e applicativi conformi alle regole del Cad, ossia del Codice dell’amministrazione digitale. A chiudere la gara per l’infrastruttura Spc (30 milioni), quella per il supporto alla governance Spc (15 milioni) e quella per il Centro gestione sicurezza (8 milioni).