Massimo Gaggi, Sette 14/12/2012, 14 dicembre 2012
IL CAPITALISTA CHE SI È BUTTATO NEL POZZO
[NEW ORLEANS]
Se il petrolio sgorgasse copioso dalle profondità marine, Jim Bob Moffett, l’uomo che ha fatto scommettere alla sua società, la McMoRan Exploration, un miliardo di dollari su un solo pozzo, diventerebbe all’istante il più grande “testimonial” vivente dell’audacia del capitalismo estremo. Definito dal celebre miliardario texano T. Boone Pickens uno dei cinque grandi “gatti selvaggi” del capitalismo americano, Jim, prima ancora che un investitore, è un geologo che in gioventù ha avuto un ruolo centrale nella scoperta delle miniere indonesiane di oro e rame di Grasberg. Da anni Moffett si è convinto che, sotto i giacimenti relativamente superficiali del Golfo del Messico, c’è una ricchezza inesplorata: quella dei giacimenti “ultra-deep” da raggiungere scavando pozzi arditi e costosissimi. Il primo pozzo, scavato su un fondale marino poco profondo, avrebbe dovuto entrare in produzione l’estate scorsa, quando ha raggiunto la profondità di 25 mila piedi, 7 chilometri e mezzo. Ma l’insorgere di difficoltà tecniche ha bloccato tutto. Anziché diversificare, Moffett ha raddoppiato gli sforzi scavando ancora, fino a una profondità di 29mila piedi, quasi 9mila metri. Ma dalle viscere della terra continuano a uscire solo sabbia e fango. Lui va avanti, convinto di aver trovato una riserva gigantesca. Per aprire la strada alle trivelle è stato però necessario ricorrere a un uso massiccio di solventi che potrebbero anche intasare ancor più il pozzo che a quel punto dovrebbe essere davvero abbandonato: sarebbe davvero un disastro finanziario e la fine dell’avventura.