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 2012  dicembre 14 Venerdì calendario

FERMATE MONDORLINI IL BULLO DELLE PANCHINE


Stavolta Andrea Mandorlini, l’allenatore ultrà del Verona, si è limitato a fare le corna ai tifosi del Cittadella: per distinguersi gli sono bastati otto minuti, quelli giocati l’altro ieri per far terminare la partita sospesa per nebbia il 24 novembre. Poca, insopportabile cosa, in fondo, rispetto ad altre sue prodezze passate.
Quella volta che cantò il coro "Ti amo terrone" per insolentire la gente di Salerno. Quella volta che a Nocera rifiutò una maglietta con sopra scritto "Benvenuto al Sud", offerta da un bambino in segno di pace, per sdrammatizzare. Quella volta che disse «sono orgoglioso di essere un nemico giurato del Livorno, li odio», e poi qualche becero curvaiolo veronese (un emulo?) gridò i terribili cori contro il povero Piermario Morosini, morto in campo. Quella volta che mostrò il dito medio ai tifosi livornesi, ancora loro, dopo un gol. Quella volta che litigò con il giocatore Cutolo, ex gialloblù contestatissimo, colpevole di un imperdonabile delitto: avere esultato sotto la curva veronese.
Un gran signore davvero, questo Mandorlini, non indimenticabile come giocatore di Torino, Atalanta, Ascoli, Inter e Udinese, e non memorabile neppure come allenatore, spesso esonerato, spessissimo rissoso, capace di diventare anche il peggior tecnico dell’intera storia dell’Atalanta in serie A (7 punti in 14 giornate nella stagione 2004-2005). Ma non è questo il punto, qui non si tratta di risultati ma di comportamenti. Inaccettabili.
Le persone che fanno come Mandorlini, sulle gradinate e non in panchina, vengono allontanate dagli stadi per un bei po’ di tempo: si chiama Daspo. Invece, lui è quasi impunito. Una giornata di squalifica per le corna di mercoledì, un paio di deferimenti per il coro razzista e il dito medio, e ancora nessuna sentenza. «Dico quello che penso, non sono un ipocrita e do fastidio, perciò divento antipatico»: si è sempre difeso così, recitando la parte della vittima. Le provocazioni? Per lui, solo goliardate, scherzi da ragazzi, piccoli equivoci senza importanza. Legittima difesa, normale reazione verso chi lo insulta. Invece, Andrea Mandorlini è semplicemente un provocatore, un personaggio da tenere lontano dai luoghi di sport finché non imparerà come comportarsi.