Antonio Lo Campo, La Stampa 14/12/2012, 14 dicembre 2012
A QUARANT’ANNI DALL’ULTIMA IMPRONTA LASCIATA SULLA LUNA [14
dicembre 1972: gli astronauti tornano sulla Terra e finisce l’esplorazione del satellite. Per sempre?] –
Il 14 dicembre 1972 dalla regione lunare di Littrows decollava l’ultimo modulo lunare del Programma Apollo. A bordo c’erano il capitano Eugene Cernan, comandante della missione Apollo 17, e il geologo-planetologo Harrison Schmitt. A 40 anni dalle ultime impronte lasciate da uomini su un altro corpo celeste, la Luna sembra dimenticata e la corsa spaziale punta a Marte. «Oggi - dice l’astronauta Umberto Guidoni, protagonista di due missioni dello Space Shuttle - più che a un ritorno sulla superficie lunare, si punta a costruire una base o ad assemblare un’astronave nel punto detto Lagrangiano L-2, una regione dello Spazio vicina alla Luna favorevole per le missioni su Marte».
Umberto Guidoni ha scritto un libro in cui racconta la storia dei voli lunari: «I ragazzi della mia generazione si sono appassionati alla scienza e allo spazio sull’onda dell’entusiasmo suscitato da quelle imprese. Ho conosciuto Neil Armstrong quando tenne una lezione agli astronauti in addestramento a fine Anni 90. Ci spiegò le tecniche con cui riuscì a portare a termine l’atterraggio, dopo aver scansato un cratere. Lo faceva come se stesse spiegando in che modo aveva riparato l’automobile nel garage di casa».
Guidoni è stato il primo europeo ad abitare la Stazione spaziale internazionale: «Apollo fu un progetto realizzato da una singola nazione, che doveva vincere la gara con i russi. La Iss coinvolge 15 nazioni. Basti pensare al progetto della nuova capsula americana Orion, che in parte sarà europea. Per l’Apollo c’era un razzo in grado di mettere in orbita ogni singola missione. La stazione spaziale ha richiesto un gran numero di voli degli shuttle e di razzi vettori. È una delle ragioni per cui gli Usa puntano di nuovo a un razzo molto potente com’era il Saturno 5 dell’Apollo, e l’Europa a potenziare l’ Ariane 5». Forse il clima dell’Apollo è irripetibile. «All’epoca c’era il boom economico e la gara tra Usa e Urss. Ora alla Luna puntano le nuove potenze spaziali, Cina in testa, mentre gli Usa pensano a Marte».
Per quanto riguarda gli italiani, «abbiamo costruito una buona intesa con Esa e Nasa. Diversi astronauti in addestramento partecipiamo a programmi di rilievo. Però obbiamo dare una certa continuità alle nostre strategie spaziali, visto che siamo stati la terza nazione della storia ad aver inviato nello spazio, 48 anni fa, un satellite interamente costruito da noi».