Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 13 Giovedì calendario

IL MESSAGGIO DI MARCELLO FA SUBITO CENTRO

[Il capo del pdl: non sarà in lista. il braccio destro siciliano avverte: “dobbiamo chiarirci”] –
Sì, lo ammetto, sono un po’ sorpreso dalle parole di Berlusconi, dobbiamo vederci e chiarire. Anche se, a dire il vero, ero stato io tempo fa a chiedergli di non ricandidarmi, ma nel frattempo ho cambiato idea e ancora non ho avuto modo di dirlo a Berlusconi”. Marcello Dell’Utri non batte ciglio e replica così alle parole di Silvio Berlusconi che, dopo vent’anni, gli ha notificato lo sfratto da palazzo Madama: “Voglio bene a Dell’Utri come un fratello – ha detto il Cavaliere presentando il nuovo libro di Bruno Vespa - ma mi dispiace, non possiamo permetterci di candidarlo”. Sembrano ormai lontani i tempi in cui il senatore siciliano si vantava a mezzo stampa di considerarsi un “senatore a vita”. Ma dura poco: prima delle 22, Dell’Utri fa sapere che il chiarimento è già arrivato. “Mi ha risposto che non ci sono problemi. Non c’è motivo perchè lui dica no”. D’altronde, appena appresa la notizia del “gran rifiuto” spiegava che era sicuramente frutto di un equivoco: “Un mese fa circa - diceva Dell’Utri - ci siamo incontrati con Berlusconi e gli dissi che non volevo essere ricandidato. Secondo me per questo motivo stasera ha detto quella frase. Ma nel frattempo sono stato io a decidere di cambiare idea. Comunque, ne dobbiamo parlare. Nei prossimi giorni ci vedremo”. E infatti è tutto già risolto. È riuscito in fretta a far valere le proprie ragioni, come è riuscito nel marzo scorso a farsi pagare venti milioni di euro da Berlusconi per l’acquisto di una villa a Como che di milioni ne valeva nove? Era la vigilia della sentenza di Cassazione e il senatore siciliano appariva preoccupato per la possibilità di una condanna definitiva per concorso esterno alla mafia.
TANTO È VERO che nelle ore precedenti al verdetto, il suo telefonino parlava in spagnolo e la moglie Miranda Rattazzi si affrettava a trasferire il gruzzolo incassato da Berlusconi in un conto corrente di Santo Domingo. Poi ci fu l’annullamento, ma per quei venti milioni, Dell’Utri è indagato per estorsione, in un’indagine che la Cassazione ha recentemente trasferito dalla procura di Palermo a quella di Milano. Berlusconi, sentito nei panni della parte offesa, spiegò i numerosi versamenti all’amico Marcello con la generosità che si deve ad un amico sincero. Qualcosa, adesso, deve avergli fatto cambiare idea, almeno sull’opportunità di candidarlo. Il veto di Berlusconi, totalmente inatteso, arriva dopo gli attacchi che nei giorni scorsi Angelino Alfano gli aveva sferrato, sostenendo pubblicamente che molti dei guai del Pdl “derivano da soggetti come Dell’Utri”. E si staglia sullo sfondo della nuova indagine che vede Dell’Utri, questa volta, indagato dalla procura di Palermo nel-l’ambito della trattativa mafia-Stato con il ruolo di latore di un messaggio intimidatorio a Berlusconi di sopravvivenza e convivenza per siglare un nuovo patto politico-mafioso.