Sabrina Giannini, Corriere della Sera 13/12/2012, 13 dicembre 2012
IL BUCO DELL’ENTE PER I SORDI
Mentre l’Ente nazionale per i sordi sprofondava nel buco economico di 12,5 milioni ha continuato a ricevere il contributo pubblico di 516 mila euro annui.
Soltanto ieri, con sei anni di ritardo e a seguito della sollecitazione dei deputati radicali Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco, la Corte dei conti ha inviato alla presidenza della Camera la relazione degli esercizi dal 2006 al 2010 (e perché non il 2011?) senza motivare le ragioni del proprio ritardo ma rimarcando le responsabilità dei governi che dal 2006 non hanno vigilato. Si legge che «l’Ente non ha redatto un bilancio consuntivo. Ha, invece, stilato una sorta di bilancio consolidato, non conforme alle disposizioni vigenti, fornendo a supporto una documentazione contabile incompleta e discordante, così da rendere impossibile l’interpretazione della reale situazione economica e patrimoniale».
Difficile sapere come hanno speso i soldi e come hanno gestito le proprietà ricevute in donazione. Scrive la Corte: «Non è stato possibile verificare le argomentazioni presentate dall’Ente a proposito della dismissione del cospicuo patrimonio immobiliare».
Si è saputo che l’attuale dirigenza ha ipotizzato di affittare parte dell’immobile della sede centrale dell’ente a un hotel di lusso con annesso centro massaggi.
Nell’aprile del 2011 Ida Collu, presidente dell’Ens in carica dal ’95, viene accusata della gestione disastrosa e sostituita da Giuseppe Petrucci che, oltre a promettere un riordino, rende noto il disavanzo (sebbene avesse fatto parte del direttivo).
Oggi cliccando sul sito Internet dell’Ens alla voce «Progetti e campagne» compare la scritta «la pagina è in allestimento».
Se la mission dell’Ente «è l’integrazione delle persone sorde nella società, la promozione della loro crescita, autonomia e piena realizzazione umana», non c’è dubbio che quella dei presidenti è quella di trattarsi molto bene. Petrucci vive in una casa in affitto arredata a spese dell’Ente e utilizza una carta di credito per spese di rappresentanza con un tetto di cinquemila euro al mese.
Fa notare Maria Antonietta Farina Coscioni che «dopo l’accertamento di un disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi andava nominato un commissario e l’Ente posto in liquidazione coatta amministrativa. Ma in questo caso non si sono accorti perché non hanno controllato. Questo governo come i precedenti».
Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri subentrata a Roberto Maroni sono i responsabili del mancato controllo.
Prima di loro l’ex ministro Giuliano Amato che nel 2007, in via straordinaria, concesse all’Ente nazionale per i sordi una contribuzione doppia rispetto all’ordinario assegno di 516 mila euro.
È lo stesso Giuliano Amato al quale Mario Monti ha chiesto di redigere un dossier sui tagli alle risorse pubbliche?