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 2012  dicembre 13 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - REPUBBLICA.IT


ROMA - La lotta al populismo e all’antieuropeismo sono due elementi fondanti del Ppe, il gruppo parlamentare che raccoglie i partiti centristi dell’Unione europea. A ribadirlo, a poche ore dall’inizio del vertice di Bruxelles, è stato il presidente Joseph Daul. Parole pesanti, pronunciate poco prima di una riunione cui partecipano Silvio Berlusconi, presenza annunciata, e, in maniera del tutto imprevista, anche il presidente del Consiglio Mario Monti. L’arrivo del Professore, invitato dal presidente del partito Wilfrid Martens con uno strappo alla procedura, ha letteralmente colto di sorpresa i colleghi europei secondo quanto riferisce chi era presente in sala al momento del suo ingresso. "Sono venuto qui, su invito di Martens, per spiegare la situazione politica italiana: ho ricordato qual era la situazione quando ho iniziato, le cose fatte e le condizioni che hanno determinato la mia decisione", ha chiarito il presidente del Consiglio.
Berlusconi a Bruxelles. "Mi hanno coccolato tutti. Niente sfiducia. Sono stato coccolatissimo", ha detto Berlusconi arrivato a Bruxelles. "Il Ppe è preoccupato da un possibile ritorno della sinistra in Italia", e nel corso della riunione è tornato a ripetere quanto affermato ieri, ovvero l’intenzione di "fare un passo indietro" se Monti si candiderà come premier. Il Cavaliere ha voluto "ricordare all Ppe" che Monti "non ha fatto che continuare quello che avevo iniziato" e "di avergli chiesto di essere il riferimento per il Pdl nonostante questo crei qualche problema con la Lega". Insomma secondo Berlusconi la vittoria è "dei moderati e della Lega guidati da Monti". Ma, ha poi aggiunto, "se mi presentassi potrei prendere gli stessi voti del 2008". Nel frattempo su Twitter è arrivato il commento di Roberto Maroni: "Grande ammucchiata guidata da Monti, quello del record mondiale di tasse? No grazie", ha scritto il leader della Lega.
L’arrivo inatteso di Monti. Il presidente del Consiglio in carica ha ricordato che il governo ha annunciato le dimissioni dopo un inequivocabile messaggio di sfiducia da parte del Pdl. Monti ha quindi affidato alla "famiglia Popolare europea" il messaggio "spero, e sono anzi convinto, che l’Italia resterà fedele ai propri impegni e alla tradizione" in ambito Ue. Una rassicurazione che evidentemente non ha convinto del tutto Angela Merkel. Fonti avevano poi dichiarato che nel corso della riunione la cancelliera tedesca, in paradossale sintonia con Berlusconi, avesse chiesto infatti a Monti di ricandidarsi come leader della coalizione di centro destra alle prossime elezioni. Ma da Berlino è poi arrivata la smentita ufficiale: Merkel "non si è espressa a proposito di specifiche candidature" alle elezioni, "spetta al popolo italiano scegliere", precisa la dichiarazione.
L’accoglienza europea. Entrando al summit Ue anche il presidente francese Francois Hollande ha avuto parole di elogio per il professore: "Monti è l’uomo che ha consentito all’Italia di rialzarsi e di riprendere un ruolo chiave, e ha fatto sì che l’Italia sia rispettata" ha detto per poi sancire le sue parole con una lunga stretta di mano al premier italiano. Insieme al primo ministro spagnolo, Mariano RajoIl, Monti e Hollande hanno discusso prima dell’inizio del Consiglio europeo.
Daul, con un chiaro riferimento alle polemiche sollevate dalla presa di distanza suscitate nelle ultime ore dal ritorno di Silvio Berlusconi al centro della politica italiana e di una possibile interferenza del capogruppo "dissidente" del Pdl Mario Mauro, aveva precisato che la sua è un’opinione "non influenzata dall’esterno" che "riflette la posizione del Ppe". Una valutazione che si fonda sui valori fondanti del Ppe ma che è anche mirata "sulla situazione politica in Italia". "Come detto più volte - ha precisato ancora il presidente - il Gruppo Ppe è unito contro tutte le forme di populismo e contro le posizioni antieuropeiste". Quindi, ha affondato Daul, "non siamo dalla parte di quelli che non dicono la verità ai loro concittadini sperando di ottenerne voti in cambio di vane promesse populiste".
Posizione ribadita anche dal presidente del Ppe Martens, praticamente in contemporanea con l’arrivo del leader del Pdl nella sede dell’Academie Royale de Belgique a Bruxelles dove sono riuniti molti altri big della politica europea come la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier greco Antonis Samaras, Herman Van Rompuy e Josè Manuel Barroso, rispettivamente presidenti di Consiglio europeo e Commissione.
Il bollettino di Moody’s. Intanto sulla situazione italiana interviene oggi un bollettino di Moody’s. "Le turbolenze politiche in Italia hanno conseguenze limitate" sull’affidabilità creditizia del Paese, scrive l’agenzia di rating, secondo cui è "essenziale mantenere le riforme strutturali e il consolidamento di bilancio". "Ci aspettiamo che il prossimo governo mantenga gli elementi chiave della legge di stabilità", aggiunge la nota.
(13 dicembre 2012)

BERSANI - REPUBBLICA.IT
ROMA - Non intende fare la prossima campagna elettorale concentrandosi su Berlusconi. Anzi, si dice esterrefatto dalle prime pagine dedicate alle giravolte del Cavaliere, che, comunque "perderà". Incontrando i giornalisti della stampa estera, Pier Luigi Bersani chiarisce che l’intenzione del Pd è occuparsi dell’Italia. Ai corrispondenti delle testate straniere dice: "Berlusconi non vincerà, Berlusconi perderà queste elezioni. Sta cercando di salvare il salvabile e mettersi al centro della scena con delle giravolte che durano mezz’ora". Così "le chiacchiere tornano in prima e i problemi veri in quattordicesima pagina. Questa è la forza di Berlusconi", attacca. E assicura: dall’agenda di rigore tracciata da Monti non si torna indietro. Ma, aggiunge, "io ci voglio mettere più riforme di quante fatte da Monti perché per farle ci vuole una maggioranza politica e coesa".
"Vincerò, poi dialogo con il centro". Dalle prossime elezioni uscirà una chiara maggioranza parlamentare e che non ci sarà una frammentazione del quadro politico: questo il pronostico del leader del Pd, convinto di una vittoria netta alle urne. "La mia campagna non sarà promettere miracoli. Penso di vincere proprio perché dirò che favole non ne racconto", spiega. Al tempo stesso sottolinea l’intenzione di aprire un dialogo con le forze del centro moderato: "sono convinto che non ci sarà una situazione di
ingovernabilità, avremo una maggioranza numerica e politica. Ma io intendo che i progressisti siano generosi e aperti" verso le forze del centro "europeista e costituzionale", dice. "Abbiamo davanti la possibilità di dare governabilità a questo Paese".
"Italiani sceglieranno Europa". In un’intervista a Die Welt, Bersani ha anticipato gli stessi concetti: Berlusconi non vincerà e "gli italiani daranno il loro giudizio e questo si chiamerà Europa". "La vera sfida di queste elezioni è il rinnovo della democrazia italiana, che ha diversi avversari: il populismo, Berlusconi, la Lega Nord e Beppe Grillo", ha spiegato il segretario del Pd al giornale tedesco dopo le ultime polemiche suscitate dalle parole del Cavaliere.
Rigore, con riforme. "Monti l’abbiamo voluto noi e io interpreto l’agenda Monti come un’agenda di rigore, rispetto dei vincoli europei, lavoro per incidere sull’evoluzione della politica europea. Questi sono punti di non ritorno", ribadisce il segretario del Pd, cui però vanno aggiunte le riforme. Anche l’articolo 18, in caso di vittoria, non si tocca. "E’ uguale a quello tedesco. Non è un problema perché allude alla flessibilità del mercato del lavoro ma in termini simbolici. Abbiamo invece una contrattualistica un po’ troppo rigida rispetto all’organizzazione aziendale e bisogna lavorare su questo", spiega.
Legge elettorale, presi in giro dal Pdl. Berlusconi, attacca ancora Bersani, ha preso in giro il Pd sulla legge elettorale: "Noi il porcellum non lo volevamo, la destra ci ha preso in giro per mesi e mesi".
"Sel forza preziosa ma no condizionamenti". E difende l’intesa con Sel. E’ una "forza preziosa", spiega alla stampa straniera, "ma non ci saranno condizionamenti". Il partito di Vendola è "portatore di sensibilità sui temi ambientali e dei diritti", ma "oggi esiste il partito democratico che è sopra il 30%". "Non siamo ai tempi di Prodi quando c’erano 12 partiti e non il Pd", dice ancora Bersani. E aggiunge: "guardando il resto del panorama politico, penso che se il Pd non esistesse il mondo dovrebbe cercarci per evitare che l’Italia divenga un problema per l’Europa".
"Monti? Figura chiave, deve avere un ruolo". Quanto al futuro del Professore, il leader del Pd chiarisce che in caso di vittoria intende offrire un ruolo a Mario Monti. "E’ una figura che deve continuare ad avere un ruolo nel nostro Paese", ribadisce ai giornalisti della stampa estera. "Confermo la mia assoluta intenzione di vedere il presidente Monti impegnato sul grande fronte che abbiamo. Ma il ruolo si discute e si decide assieme", aggiunge.
(13 dicembre 2012)