Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 13 Giovedì calendario

NEL 2012 DIMEZZATI I MUTUI PER LA CASA

Bilanci familiari fragili, disoccupazione in crescita, prospettive di ripresa incerte e sempre più lontane: non ci si può stupire se i finanziamenti alle famiglie hanno registrato un vero e proprio crollo, provocando una riduzione dei mutui immobiliari mai vista prima.
L’istantanea è quella dell’osservatorio Assofin-Crif-Prometeia, presentato ieri a Milano, sui primi nove mesi del 2012 che hanno visto le erogazioni di mutui per l’acquisto della casa dimezzarsi rispetto allo stesso periodo dell’anno prima: -49,6% che a fine anno potrebbe essere ancora più alto considerando che la frenata si è accentuata nel secondo semestre.
Per gli "altri mutui", cioè i prestiti per ristrutturazioni, liquidità, surroga e sostituzione, il crollo sfiora il 75%, dopo che si sono quasi azzerate le operazioni di surroga che con l’aumento degli spread applicati dalle banche al tasso di riferimento non sono più vantaggiose per le famiglie.
Di fatto, il mercato è ingessato, sia per i nuovi mutui che per le sostituzioni. Un dato che trova riscontro nelle rilevazioni dell’Istat sulle compravendite immobiliari che nel secondo trimestre sono diminuite tra il 23 e il 25% sia per il residenziale che per gli immobili commerciali. Complice l’avvento dell’Imu, nei mesi successivi il calo è stato ancora più accentuato e secondo l’osservatorio la media dei primi nove mesi è di almeno due punti più alta. Era dal 2008 che non si assisteva ad una contrazione così pesante del mercato immobiliare. Ma allora l’euribor, tasso di riferimento per i mutui variabili, aveva toccato picchi del 5 per cento, oggi è vicino allo zero.
Proprio questa analogia con la prima ondata della grande crisi suscita preoccupazioni. Come allora (si vedano il grafico e l’analisi in pagina) i tassi di sofferenza, sia per i mutui che per il credito al consumo, sono in forte crescita. Ma allora la causa era solo esogena, legata cioè ai tassi di mercato. Oggi, invece, agli spread alti (che pesano eccome) si è aggiunta la difficoltà delle famiglie a far quadrare i bilanci, soprattutto quando il problema è la perdita del lavoro. Così la rata diventa insostenibile. Perciò l’anno prossimo, stima Prometeia, le sofferenze sui mutui saliranno intorno al 3,8% e nettamente sopra il 4 per il credito al consumo. Prima della crisi, le sofferenze sui mutui erano appena sopra l’1,5 per cento. Se può consolare, la progressione sarà più lenta rispetto al trienno 2007-2009, ma solo perché i nuovi finanziamenti concessi sono di meno e soprattutto molto più selettivi.
Il problema diventa sempre più complesso man mano che scadono le proroghe concesse con il Piano famiglie del febbraio 2010. Risparmiatori e banche, sottolinea Chiara Fornasari di Prometeia, sono davanti a un bivio: riprendere i pagamenti delle rate o rinunciare alla casa. Per questo alcuni istituti di credito stanno già lavorando a soluzioni-ponte più lunghe che mettano in sicurezza sia i clienti che i bilanci.
Il credito al consumo ha registrato un calo del 12% che diventa del 19 per i finanziamenti destinati all’acquisto dell’auto e del 15% per i crediti personali. Sintomi di una maggiore prudenza, sia delle famiglie che delle banche. Anche in questo caso gli istituti si attrezzano, soprattutto quelli più grandi. «Nell’ultimo anno - racconta Marco Cesareo, responsabile del credito al consumo di Intesa SanPaolo - i piani di rientro sono aumentati tra il 50 e il 60%».
Di fronte a questa «nuova normalità», come l’ha definita Valentino Ghelli, vicepresidente di Compass (Mediobanca), forse è il caso di «smettere di chiedersi quando finirà la crisi, anche per non generare nuove frustrazioni. Prendiamo atto che è strutturale e chiediamoci piuttosto cosa possiamo fare noi perché le cose cambino». Un consiglio rivolto soprattutto alle aziende erogatrici di credito. Ma che è utile anche per le famiglie e i risparmiatori.