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 2012  dicembre 13 Giovedì calendario

EQUILIBRIO STABILE

[lo chiamano 100% Brumotti. Vi assicuro che il cinquanta per cento basterebbe...] –
Vittorio Brumotti non è un uomo, è un cyborg gentile della provincia di Savona.
Come Don Ferdinando, il nwtiere di Così parlo Bellavista, era un "essere mitologico metà uomo metà sedia", così 100%Brummotti 32 anni, inviato di Striscia la notizia nonché atleta di sfondamento per più d’una mezza dozzina di record del mondo, si rivela metà uomo metà mountain bike.
Le biciclette, di solito Bianchi color bianco, sono una protesi dei suo corpo muscolarmente dotato e avvolto per il 70% di tatuaggi che farebbero invidia a un rugbista Maori. «Vediamoci alle 8, al laghetto dei Cigni di Milano 2, sono appena tornato dagli Emirati Arabi, ma alle 9 ho un servizio, e poi riparto per Los Angeles. Alle 8 del mattino, intendo», mi dice. Brumotti ha un’agenda intasata. Per capirci: poco prima era volato nel Nepal, prima ancora aveva fatto due pedalate sul Lenin Peak in Tagikistan, e prima ancora s’era, arrampicato, per conici del Gabibbo, su edifici pubblici lasciati all’incuria nel bresciano, nelle lande maremmane o tra i Sassi nascosti della Basilicata. Per un pelo non gli è riuscito di scalare l’Everest. In mountain bike, naturalmente.
100% Brumotti è un "pazzo salterino", come direbbe lui. con la costanza di un monaco tibetano. Si allena otto ore al giorno. Ma non in palestra come tutti: lo fa saltellando allegramente su una ruota, da cornicioni a 20 metri d’altezza; o nei boschi, barbaccia da boscaiolo tipo Rocky Balboa ai tempi in cui spiezzava in due Ivan Drago; o dentro un camper in movimento, iper accessoriato con cyclette e cardiofitness, a inseguire i battiti del mondo. E mentre s’allena, 100% Brumotti parla al telefono con la fidanzata, progetta l’ennesimo record, sfila per Armani, lancia un nuovo cronografo Chronotech, uno dei suoi dieci sponsor. In pratica 100% Brumotti è un’offesa perenne al diritto alla pigrizia per noi esseri umani di media taglia. E poi fa beneficienza, empatizza con vecchi, malati e derelitti, sta con una fidanzata - bellissima - alla volta, ama l’Italia e l’arma dei Carabinieri. Lo incontro vicino a questa maledetta pozza umidiccia di Milano 2, fa un freddo porco e 100% arriva in bici, con la solita felpetta primaverile, sorridendo. Non so se sparargli o abbracciarlo...
SI ACCOMODI, BRUMOTTI, VUOLE UN CAFFÈ?
No grazie, sa, mi sono appena allenato... (incatena la bici con finta non chalance e ci infiliamo in un bar, ndr)
LO IMMAGINAVO. LEI SI ALLENA SEMPRE, IN OGNI LUOGO E IN QUALSIASI POSIZIONE. ANZI, DICONO CHE LEI SI LANCI ADDIRITTURA NEL VUOTO TIPO SPIDERMAN, CHE MANGI SOLO RISO LATTE E UOVA, CHE ABBIA SOLO IL CINQUE PER CENTO DI MASSA GRASSA, È VERO?
Un po’ sì. Non vado in palestra, non faccio addominali. Se sono in albergo mi alleno sulle sedie, e poi mangio bene: sono scolpito dentro e fuori. Di fatto io non stacco mai, faccio una vita di corsa. Calcoli che la mia visibilità è dovuta soprattutto alle ringhiere tonde su cui stare in equilibrio, in bici, a 20 - 30 metri; e se non avessi una mia filosofia, un mio lavoro zen sarei morto. Voglio dire: io non fumo, non bevo, non sgarro mai: se sei concentrato, mangi bene, sei felice e rispetti le regole, è quasi impossibile farsi del male. E io faccio così, badi, da quando avevo undici anni: è una questione di testa. Volendo potrebbero farlo tutti, anche lei.
VOLENDO. IO, PERÒ, NON MI SAREI MAI BUTTATO A DODICI ANNI COSÌ, NEL VUOTO, DAL SECONDO PIANO SENZA PARACADUTE, SENZA SPACCARMI L’OSSO DEL CAPOCOLLO...
Io sì. A dodici sono atterrato e rotolato dal secondo piano; facevo già il parkour (la disciplina francese dei pazzi che si lanciano tra i palazzi, rimbalzando come palle di gomma, ndr) prima che ci esistesse ufficialmente; ma lo sconsiglio ai ragazzi che mi vedono da casa. È il frutto di anni e anni di lavoro. Soprattutto quando lo faccio, io prego...
COME SAREBBE A DIRE «PREGA»? NON ERA LEI CHE AVEVA SOGNATO IL DALAI LAMA?
L’ho sognato: mi parlava tutta la notte. Dicono avvenga così quando ti avvicini. Ma io sono essenzialmente cristiano, ho un mio Cristo personale di riferimento. Però sono anche per la concezione buddista della vita: tanto hai avuto, tanto devi dare in cambio. Non necessariamente cose materiali. Ma occorre "prestarsi" a persone che hanno bisogno, a persone speciali. Per esempio, io amo stare ad ascoltare ore le persone anziane. Non sono vecchi: sono saggi.
QUESTO NON È NEANCHE UN CONCETTO BUDDISTA; È UN CONCETTO TIPICO DEGLI INDIANI D’AMERICA: PIÙ S’INVECCHIA, PIÙ IL TUO VILLAGGIO TI METTE SOPRA UNA SPECIE DI VINCOLO ARCHITETTONICO, DIVENTI UN BENE DELLA COMUNITÀ...
Sì. Un po’ io sono come gli indiani, gli unici che lavorano sui grattacieli e non soffrono le vertigini: qualcuno dice che, grazie al mio equilibrio, naso e capelli uguali ai loro, potrei essere stato un Sioux, anche se io non credo alla reincarnazione.
NELLA CULTURA INDIANA NON SI CONOSCE LA PAURA...
Purtroppo, come gli indiani, non ho mai paura anch’io. Quando sono lassù vivo veramente, è puro rock ’n roll, penso veramente di fare una cosa unica, di lasciare in qualche modo una bella traccia di me nel mondo. Sbracherei, se non fosse per il mio migliore amico e braccio destro da quando avevamo undici anni, Andrea Oddone detto "Oddons", che mi segue e mi contiene. È anche lui tre volte campione italiano di bike, è del mio paese, è il mio occhio sulla ruota di dietro, riesce a farmi vedere il limite.
È VERO CHE PER OGNI VITTORIA LEI SI FA FARE UN TATUAGGIO? E CHE DOPO AVER VINTO I MONDIALI DI BIKE NEL 2006 IN GIAPPONE S’È TATUATO SULLA GAMBA LA BANDIERA DEL SOL LEVANTE?
E vero, il tatuaggio per me vale una seduta di psicanalisi. A proposito del Giappone: mi ricordo che mi feci male alla gamba e i giapponesi si spostavano per farmi passare, a testa bassa, facevano l’inchino, condividevano con me il dolore, mi incitavano a tempo per gasarmi. Da pelle d’oca. Mi chiedevo: «Sono sulla Terra?» Un giapponese non tè la metterà mai in quel posto. Ti sfida e ride, se non ce la fa, ti stringe la mano e china la testa. Senso dell’onore e anche dello Stato, sono galantuomini, onesti; secondo me dovrebbero mettere l’Italia in mano ai giapponesi.
LEI FORSE È TROPPO ESTEROFILO. TORNIAMO ALLE ORIGINI. "ABBOMBAZZA" 100% BRUMOTTI NASCE A FINALE LIGURE NEL 1980, MA CRESCE LI VICINO, A BOISSANO, CON I GENITORI GIOVANISSIMI...
Non li ho mai chiamati Mamma e Papa, ma sempre Claudio e Lisa. Claudio ha 54 anni ed è mio fratello, la mia ombra. Lisa 49 anni. Sono genitori in blue jeans, semplicissimi. Io nasco per servire i miei geni- tori; sin da piccolo li vedevo talmente indifesi che mi incutevano quasi senso di protezione. Mio papa lavorava come rappresentante di un oleificio, prima era magazziniere; portava le latte d’olio da venti chili, cinque per mano, cento chili distribuiti su cinque dita, un quintale. Lo aiutavo a trascinarle da un posto all’altro. Quando è finito dietro la scrivania gli ho detto: «Adesso ti verrà la panza», ma da quando ho iniziato la mia disciplina zen è stata la sua rovina, l’ho messo sotto. Lo porto a correre, gli ho preso la moto da trial come la mia. Lo devo sempre motivare. Quando sto via due settimane m’accorgo che lui ha l’addome diverso, lo metto subito a correre. Gli do sempre un nuovo obbiettivo.
ODDIO, IMMAGINO SUO PADRE, MENTRE ATTENDE FELICE, MA CON UNA CERTA SOTTILE INQUIETUDINE IL SUO RITORNO A CASA... E IL RAPPORTO CON SUA MADRE?
Mia madre è una donna bellissima, calabrese, diffidente e coi piedi per terra, che mi cazzia ancora come quando ero bambino, perfino in tv. Quando mi ero messo in testa di scalare l’Everest, mia madre era agitatissima, ha cominciato a fumare come una ciminiera; ed ora eccomi a fare tutto un lavoro psicologico per farla smettere.
E OGGI, CHE LEI TRA CONTRATTI PUBBLICITARI E LAVORO DA STAR TELEVISIVA È, DICIAMO, BENESTANTE, HA COMPRATO LORO LA CASA DOVE STAVANO IN AFFITTO...
Sì, a Boissano, in sfregio; nella casa ci ho fatto la piscina per allenarmi per il back flip (il giro in acqua,ndr) con la bici; ho comprato tutto il terreno attorno; gliel’ho talmente modificata che sembra Gardaland. Ma, le assicuro: non è una casa kitsch; fuori la casa è da rider, dentro è chic arredata con pezzi d’arte provenzale. Qui, invece, abito in case- lavoro messe a disposizione da Mediaset, a Milano 2.
CIOÈ VICINO AL SUO SCOPRITORE ANTONIO RICCI, IL PATRON DI STRISCIA LA NOTI- ZIA. COME SI COMPORTA CON LEI RICCI? IL SOLITO GENIO COL CARATTERACCIO D’UN PORCOSPINO?
Ricci è una persona in grado di raggirare il diavolo, uscendone con una battuta. Mi ha assunto a fare rinviato sugli sprechi d’Italia senza nessun colloquio, ci siamo capiti al volo forse perché siamo entrambi liguri. Da allora a Striscia ho fatto altri cinque record del mondo. Ricci mi capisce quasi come la mia fidanzata Giorgia Palmas. Giorgia è adorabile: quando ho scalato in bici la torre del Burj Khalifa a Dubai, nell’ottobre scorso (160 piani, 3.700 scalini, due ore e venti), mi seguiva in ascensore, piano per piano. Ho fatto il record soprattutto per merito suo.
STRISCIA HA ESALTATO IL SUO LATO SATIRICO, MA ANCHE IL SUO SPIRITO DI SERVIZIO. LEI MI SEMBRA UNA SPECIE DI CARABINIERE IN MOUNTAIN BIKE...
In effetti da piccolo avevo sempre voluto fare il carabiniere. Mio papa è stato carabiniere, lo zio di mio papa generale dei Carabinieri. A modo mio cerco di denunciare il più possibile. Proprio negli anni in cui dovevo fare il servizio militare mi sono spaccato la gamba, mi muovevo con un tutore in carbonio. Anche se in fondo non so se sarei poi davvero potuto entrare nell’Arma. Io sono un po’ matto e non so se mi avrebbero lasciato fare quello che faccio. Forse è stato un bene. Però mantengo sempre un alto senso di giustizia. Da ragazzine prendevo tante di quelle mazzate per difendere coetanei che manco conoscevo, da bande di teppistelli: a me possono farmi di tutto, ma io sorrido sempre e mando baci, ho una forte resistenza, sbatto contro i muri con la bici mi butto da decine di metri, prima di finirmi ti stanchi tu.
BRUMOTTI, LEI È UN TUTT’UNO CON LE DUE RUOTE. LA BIANCHI HA ADDIRITTURA COSTRUITO SOLO PER LEI UNA ALLA CARBON LEGGERISSIMA DA 60 MILA EURO. PERÒ VIVE PERICOLOSAMENTE A MILANO. NON LE HANNO MAI FREGATO UNA BICI?
No, perché le biciclette ce le ho tutte in camera, un centinaio, tutte accatastate. Anzi, una me ne hanno rubata, dopo un servizio in Sardegna da dove mi ero tuffato da 17 metri. Nella risalita la bici è sparita, sono ancora incavolato. La bici è una parte di me: la prima me la regalarono l’11 novembre del ’91, proprio Claudio e Lisa, con grandi sacrifici: doveva essere una bici usata invece era fiammante, era Punico regalo chiesto ai miei genitori, proprio perché sapevo dei loro sacrifici. Ma a parte la full carbon Bianchi da 7 chili, io in tv adopero bici comuni molto cheap, da 500 euro al massimo... (e in. quel momento 100% Brumotti butta un occhio alla Bianchi legata fuori. Il colloquio finisce; esce, salta in sella e sparisce, saltellando in un brumoso mattino).