Concetto Vecchio, la Repubblica 13/12/2012, 13 dicembre 2012
“SÌ, PRODI MI NOMINÒ E ORA VOGLIO RISCATTARMI CONQUISTANDO ELETTORI”
[Zampa, portavoce dell’ex premier, annuncia la sua corsa] –
«So bene cosa vuol dire essere una nominata, non è una buona carta con la quale presentarsi in giro...». Sandra Zampa nel 2008 fu eletta alla Camera in quota Romano Prodi, di cui è la portavoce. «Da parlamentare ho cercato di tenere un comportamento che mi riscattasse da quella colpa».
Si ricandida?
«Ho deciso di presentarmi alle primarie, conto di farcela».
Senza Prodi lei difficilmente avrebbe messo piede a Montecitorio
«È così, e difatti sin dal primo giorno mi sono detta che dovevo dimostrare di essere all’altezza della responsabilità».
Che pagella si dà?
«Beh, sono diventata capogruppo pd nella commissione infanzia. Me la sono sudata. Niente mi è stato regalato».
Perché Prodi scelse lei?
«Non fu lui, ma una amica a suggerirgli l’idea, c’era spazio per una donna, il Prof ascoltò a lungo quel suggerimento, non fu una scelta facile... ».
Alla fine le toccò.
«Dissi di sì perché mi candidavo a Bologna, la mia città, non avrei mai accettato di farmi eleggere a Caltanissetta, sia detto con rispetto per quella città, ma non volevo sentirmi svincolata dal territorio».
Deve dire grazie al Porcellum.
«Sì, ma non mi sono mai sentita una che deve rispondere al Capo, né ho mai partecipato a giochi di corrente. E sono stata tra i promotori del referendum contro il Porcellum, una legge schifosa».
Queste primarie non rischiano di far prevalere i ras delle preferenze?
«Spero tanto di no, il Pd perderebbe così la credibilità: se il Paese ha una speranza, quella passa da noi».
E la Bindi? Dentro o fuori?
«La sua presenza, eletta o meno, nel Pd resta importante perché rappresenta un’anima e un’area. Poteva fare a meno di polemizzare sul diritto alla deroga. Così ha danneggiato la propria immagine inutilmente. Sono certa che rispetterà lealmente le decisioni che il partito prenderà».