Maurizio Ternavasio, La Stampa 13/12/2012, 13 dicembre 2012
LE CITTÀ E I DIVIETI
[Perché Firenze dice stop all’alcol?] –
Stop alla vendita di alcolici, dalle 21.15, su tutto il territorio comunale di Firenze. Da ieri è in vigore la nuova ordinanza comunale per negozi, minimarket e supermarket, «un provvedimento strutturale contro abuso e degrado», ha detto il vice sindaco Dario Nardella che lo ha firmato. Qual è l’obbiettivo che si pone?
Come spiega una nota di Palazzo Vecchio, è quello «di mettere un ulteriore freno all’abuso di sostanze alcoliche che in questi ultimi mesi ha provocato diversi episodi di grave intossicazione, oltre a portare i ben noti fenomeni di degrado urbano, favoriti dalla proliferazione di minimarket nel centro della città».
Il divieto vale anche per pub, ristoranti e alberghi?
No, purché il consumo avvenga all’interno del locale; inoltre non sarà in vigore nella notte nell’ultimo dell’anno, cioè tra il 31 dicembre e il 1° gennaio.
Cosa accadrà per chi non rispetta il divieto?
Si rischia una sanzione da 500 a tremila euro. In caso di infrazione ripetuta due volte in un anno è prevista la sospensione dell’attività fino a 20 giorni.
Che cosa è esattamente un’ordinanza?
Quelle dette «amministrative» sono emanate da un organo della pubblica amministrazione (ad esempio il prefetto o il sindaco) per imporre un determinato comportamento ad un soggetto o ad una classe di soggetti. Si tratta quindi di provvedimenti amministrativi che creano doveri positivi (di fare o dare) o negativi (di non fare).
Per quanto tempo rimane in vigore un’ordinanza?
Trattandosi di provvedimenti adeguati per reprimere e prevenire pericoli che minacciano la pubblica incolumità, decadono quando ne vengono meno i presupposti. Le ordinanze del sindaco, ad esempio, si caratterizzano per la loro temporaneità, quindi è necessario che venga indicato un preciso termine finale.
Nell’estate del 2012 ne sono state emanate alcune piuttosto bizzarre…
A guidare la classifica delle stranezze lo stop al calcio balilla introdotto a Teggiano (Sa) in vigore fino a settembre. L’ordinanza, che si applicava nei circoli privati e negli esercizi pubblici del territorio, era stata introdotta «in seguito alle numerose segnalazioni pervenute da parte di cittadini che lamentano situazioni di disturbo». A Capri, Positano e Ischia era scattato il divieto di camminare per le vie del centro con gli zoccoli ai piedi. A Capri c’è pure il divieto per turisti e residenti di passeggiare a torso nudo (uomini) o con indosso solo il pezzo di sopra del bikini (donne), ordinanza che tempo fa era scattata anche ad Alassio (Sv). Aveva fatto discutere pure il divieto introdotto in alcune spiagge del litorale di prendere il sole in topless. Per chi lo viola il prezzo da pagare può arrivare sino a 500 euro.
Quali e quante sono le altre ordinanze tuttora in vigore nel nostro Paese?
Sono innumerevoli, impossibile elencarle tutte. Dal divieto di circolazione quando si superano certe soglie di inquinamento all’obbligo di pneumatici anti-neve o di avere con sé le catene. Ma spesso viene bandito anche il passaggio notturno in automobile in certe zone per scoraggiare il fenomeno della prostituzione. E se un tempo in molte città era fatto divieto di esporre sul balcone tendaggi e armadi che rovinavano lo sky-line, ora grande attenzione è prestata ai paesaggi deturpati dalle antenne satellitari spuntate ovunque come funghi. Molti anche i provvedimenti, diffusi un po’ dappertutto, contro l’accattonaggio e i lavavetri.
I comuni Treviso e di Falciano del Massico avevano a suo tempo fatto scuola…
Nella città veneta nel 1997 il sindaco Giancarlo Gentilini fece rimuovere le panchine su cui usavano attardarsi gli immigrati. Lo scorso 5 marzo, invece, il primo cittadino di Falciano del Massico (Ce) aveva vietato in maniera provocatoria «ai cittadini residenti, o comunque di passaggio, di oltrepassare il confine della vita terrena per andare nell’aldilà» perché il Comune non ha a disposizione un proprio cimitero. O meglio il camposanto c’è, ma è di proprietà di un paese vicino che non mette i loculi a disposizione degli «stranieri».
E quelle più strane del passato?
Anche in questo caso il catalogo è ricchissimo: si va da quella anti-nani da giardino, che a Salerno impone di non esporre le statuine colpevoli «dell’alterazione dell’ambiente naturale», al sindaco di Albenga (Sv) che ha proibito l’apertura di nuovi esercizi che vendono kebab. Senza dimenticare l’ordinanza del sindaco di Saluggia (Vc) che vietava «l’utilizzo del riso per l’esternazione rituale di auguri e festeggiamenti agli sposi», suggerendo di sostituire il cereale con petali di riso, oppure quella del primo cittadino di Eraclea (Ve) che esortava i bambini ad essere cauti nel costruire i castelli di sabbia con paletta e secchiello «perché la buche modificano in modo pericoloso la percorribilità a piedi dell’arenile».