Mattia Feltri, La Stampa 13/12/2012, 13 dicembre 2012
“DELL’UTRI FUORI DALLE LISTE” MA IL SENATORE SPERA NELL’EQUIVOCO “GLI HO PARLATO, È TUTTO A POSTO”
[Dopo gli attacchi subiti da Alfano, ora anche il leader sembra scaricarlo: “Però gli voglio bene come un fratello] –
Lo conosco dai tempi dell’università. Gli voglio bene come a un fratello». Ah, pessimo parallelo in un paese nato sul fendente di spada inflitto da Romolo a Remo. E infatti l’immagine che suscita il senatore Marcello Dell’Utri è quella dell’infelice aggrappato alla scialuppa, e sta mollando la presa per il colpo di pala assestato da Silvio Berlusconi: «Mi dispiace, ma non possiamo permetterci di ricandidarlo». «Non so che dire, anche io devo capire prima di parlare», dice il senatore al telefono. Vien fuori da una tre giorni di guerra tosta, iniziata dalla gara di ceffoni col segretario Angelino Alfano, che gli aveva dato del «povero disgraziato» e che si era preso del «senza palle». E soprattutto dal pomeriggio di ieri, trascorso a lucidare il fucile in vista di una campagna elettorale da cecchini; l’aveva mostrato alla Zanzara (la trasmissione di Radio24 condotta da Giuseppe Cruciani), roba da tiratori scelti e sempre contro lo stesso obiettivo: «Come segretario Alfano è stato il nulla, il nulla assoluto. Ma vi rendete conto? Alfano finora è stato zitto su una cosa importantissima, non ha preso le difese del partito dopo l’uscita del libro di Antonio Ingroia. C’è Ingroia che dice che Forza Italia, il partito che ho fondato con Berlusconi, è una diretta emanazione della mafia e lui sta zitto? Non dice niente? Ma stiamo scherzando?». E poi ancora la questione dei «cosiddetti», il ragazzino «immaturo» e così via. Alfano muto, e alla replica ecco Ignazio La Russa, altro ricamatore: «Se vedo Dell’Utri in tv magari lo guardo sperando che non sia solo cronaca giudiziaria. La sua pretesa di essere ancora candidato alle elezioni invece è del tutto inconcepibile per chi viene dalla mia storia politica». A chiudere (prima del Cav.) Sandro Bondi: «La candidatura di Dell’Utri non la decide La Russa».
Si sarebbe detto il tafferuglio quotidiano. E invece, quando l’editorialista del Corriere della Sera , Massimo Franco, gli ha chiesto che ne avrebbe fatto del vecchio compare, Berlusconi ha calato la randellata con un meraviglioso sorriso sulle labbra. E così, Dell’Utri adieu. Il Dell’Utri con cui gestì la squadra di calcio del Bacigalupo, con cui suonava sulle navi da crociera, con cui fondò Publitalia, il Dell’Utri che trattò con la mafia per preservare i figlioli di Silvio dal sequestro, il Dell’Utri - dal ventennale rosario del Cav - che ha subito processi e condanne e persecuzioni varie soltanto perché beccando l’uno si sarebbe beccato l’altro.
«Io stesso avevo detto a Berlusconi, qualche tempo fa, che stavo ragionando sull’opportunità di non ricandidarmi». E quindi? «E’ che però nel frattempo ho cambiato idea ma non sono ancora riuscito a dirglielo». E che aspetta? «Ci dobbiamo vedere presto, glielo dirò». Ma non c’è stato verso di saperne di più. «Devo capire», ripeteva ieri Dell’Utri che s’è attaccato al telefono nella speranza di agguantare subito il magnifico sodale. Anche perché, senza quel minimo di protezione ancora offerto ai parlamentari, il futuro del senatore a termine è piuttosto uggioso. Come sembra esserlo quello di un’intera compagnia che si avvia cupamente al mattatoio, uno dopo l’altro abbattuti. Quanti sono i fiancheggiatori o collaboratori dell’ex premier che non siano finiti in ginocchio? Da Cesare Previti fino al direttore del Giornale , Alessandro Sallusti, ora ai domiciliari per diffamazione, con in mezzo ministri, deputati, giornalisti e imprenditori variamente indagati e condannati e rovinati, tutti a maggior gloria del Re Sole. Si sarebbe però scommesso che l’ultimo a restare a bordo sarebbe stato proprio lui, Marcello Dell’Utri. E invece Silvio lo lascia ai flutti, sperando che la barca resti a galla. E invece no: all’ultimo minuto Dell’Utri dice di avere parlato con Silvio. «E’ tutto a posto, non vedo perchè non debba ricandidarmi». Sarà l’ultima parola?
"Se vedo Dell’Utri in tv magari lo guardo, sperando che non sia solo cronaca giudiziaria La sua pretesa di essere ancora candidato è inconcepibile"