Anna Guaita, Il Messaggero 13/12/2012, 13 dicembre 2012
I MISTERI DI GRETA GARBO
Era l’anno 1941. Greta Garbo aveva solo 36 anni. Era bellissima, famosa in tutto il mondo, modello di stile, esempio di indipendenza, invidiata e copiata da milioni di donne. La sua vita artistica era ancora in pieno fiorire, ma la delusione per l’insuccesso del film Non Tradirmi Con Me fece venire a galla nella diva il desiderio da tempo esistente ma sempre represso di troncare per sempre con Hollywood e ritirarsi a vita privata. «Voglio stare sola»: con questa laconica dichiarazione l’attrice che era stata soprannominata la Divina, lasciò la California dove aveva vissuto sin da quando era stata scoperta a soli 21 anni, e si trasferì a New York, in un lussuoso appartamento che guardava sull’East River alla 52esima Strada. E lì visse per decenni, circondata da un alone di mistero, fino a che nel 1990, a 84 anni, venne stroncata dal cancro. Furono anni interrotti di quando in quando da qualche viaggio, da qualche pettegolezzo sui suoi amanti – uomini e donne – e da qualche foto scattata dall’instancabile paparazzo Ted Leyson. Di quella vita gelosamente protetta fino all’ultimo dall’attrice, possiamo oggi scoprire tanto di più, grazie alla decisione dei suoi eredi di mettere all’asta 853 oggetti della sua casa, del suo guardaroba, della sua scrivania.
LA SALUTISTA
Greta Garbo amava i maglioni di cashmere a collo alto, i pantaloni di taglio maschile, i tailleur morbidi e lineari, i grandi cappotti avvolgenti, le scarpe basse e comode e gli occhialoni da sole. Questo è noto, e nel catalogo dell’asta che verrà battuta venerdì e sabato a Beverly Hills, ci sono la bellezza di 87 paia di pantaloni, innumerevoli tailleur dal taglio essenziale, cappotti, guanti, borse di pelle nera, scarpe e stivali. Ma ci sono anche sorprese: la Garbo sarà stata una grande diva, ricca a palate (alla nipote Gray, figlia del fratello, lasciò un patrimonio di quasi 30 milioni di dollari), ma teneva la propria corrispondenza e pagava i propri conti, come si vede dagli assegni della luce elettrica e del telefono. Era anche una salutista ante–litteram che pesava ogni cosa che mangiava e beveva succhi di frutta fatti in casa con uno dei primi esemplari di juicer sul mercato. Aveva anche un lato un po’ kitsch, tant’è che conservava gli ornamenti natalizi, incluso un Babbo Natale gonfiabile. Di lei vediamo anche vecchi passaporti e famose foto di scena, ombrelli, sci, costumi da bagno e tanti cappelli. E scopriamo che aveva un debole per la seta e il rosa. Vestaglie, completi da yoga, indumenti intimi in pura seta e in tenui variazioni confetto confermano quel lato più sexy e femminile che l’attrice emanava sullo schermo ma odiava riprodurre in pubblico nella sua vita personale. La grande asta è cominciata in Irlanda, al Newbridge Silverware Museum of Style Icons (un museo specializzato nelle mostre dedicate allo stile grandi star, come Audrey Hepburn e Marilyn Monroe). Da lì è partita a bordo della nave Queen Mary 2, per la traversata dell’Oceano. E a bordo è stata tenuta una prima asta, limitata ad alcuni oggetti, sotto la guida del nipote Derek Reisfield. L’asta principale si terrà domani presso la Julien’s Auction di Beverly Hills.
LA EX COMMESSA
Nata a Stoccolma nel 1905, da genitori di modeste estrazioni popolari, Greta Louisa Gustafsson venne scoperta mentre lavorava come commessa in un grande magazzino e dopo un paio di film in Svezia, Louis Mayer della Mgm se la portò a Hollywood, ribattezzandola Greta Garbo. Da allora, la sua carriera fu inarrestabile, anche perché Greta fu in grado di passare dal muto al parlato, guadagnando in popolarità. Fu attrice di film classici, drammatici e comici, come La Regina Cristina, Anna Karenina, Ninotchka. Bellissima e misteriosa, sullo schermo era sempre abbigliata sfarzosamente, e anche per questo nella sua vita privata volle la semplicità. Fu tra le prime a vestire Emilio Pucci e Ferragamo, Gucci e Givenchy. E si fidò ciecamente della creatrice russa Valentina Schlee, del cui marito divenne amante. Il trio viveva nello stesso elegante condominio e nonostante gli innumerevoli pettegolezzi sembravano andare d’amore e d’accordo. E fra le centinaia di oggetti all’asta ci sono anche alcuni dei vestiti che la Schlee creò per lei: «Scegli di vestire pensando al secolo, non al momento», le suggeriva la stilista, e difatti la moda nel catalogo dell’asta è classica e senza tempo, tanto che – hanno fatto notare alcuni critici – «sembrerebbe impeccabile su una passerella anche oggi».