Rolla Scolari, il Giornale 11/12/2012, 11 dicembre 2012
Ecco quant’è costato all’Egitto un anno di «primavera araba» - Inflazione record, turismo crollato di un terzo, riserve di valuta estera dimezzate Così Morsi ha aumentato i suoi poteri, ma ha cancellato l’aumento delle tasse Il presidente egiziano ha fatto due importanti annunci ieri: ha ordinato all’esercito di assumere responsabilità congiunta con la polizia per il mantenimento della sicurezza fino ai risultati del referendum del 15 dicembre - una mossa che permette ai militari di arrestare civili e che per molti è in odore di leggi marziali - e ha cancellato l’aumento di alcune tasse su beni di consumo approvato soltanto 24 ore prima
Ecco quant’è costato all’Egitto un anno di «primavera araba» - Inflazione record, turismo crollato di un terzo, riserve di valuta estera dimezzate Così Morsi ha aumentato i suoi poteri, ma ha cancellato l’aumento delle tasse Il presidente egiziano ha fatto due importanti annunci ieri: ha ordinato all’esercito di assumere responsabilità congiunta con la polizia per il mantenimento della sicurezza fino ai risultati del referendum del 15 dicembre - una mossa che permette ai militari di arrestare civili e che per molti è in odore di leggi marziali - e ha cancellato l’aumento di alcune tasse su beni di consumo approvato soltanto 24 ore prima. Il secondo annuncio ha fatto meno rumore, eppure racconta un’altra crisi in corso, parallela a quella politica e a essa intimamente legata. L’aumento di alcune tasse, focalizzato ad alzare le rendite del governo e a ridurre il deficit di bilancio - che nel 2011 ha raggiunto l’11%del Pil dal 9,5 del 2010 - è parte di un’intesa raggiunta poche settimane fa tra Egitto e Fondo monetario internazionale che dovrebbe portare presto a un accordo: un prestito di 4,8 miliardi di dollari per stabilizzare la ferita dell’economia egiziana. Dal giorno dopo la rivoluzione del gennaio 2011, si parla infatti di profonda crisi economica. L’economia egiziana cresceva in media del 6% prima della rivoluzione. Nel primo quadrimestre del 2011 ha subito una contrazione del 4,2%. Questo ha avuto effetto sul mercato del lavoro, dice commentando queste cifre Magda Kandil, ex direttore dell’Egyptian Center for Economic Studies ed ex economista del Fmi: prima del gennaio 2011 la disoccupazione era circa al 10%, ora gli economisti si aspettano un incremento al 13%. Secondo un rapporto dell’egiziana AlexBank, dopo aver raggiunto a giugno 2011 un tetto record di 11,8%,l’inflazione annuale è scesa a ottobre al 7,10%. La lira ha avuto cadute di 5- 6 punti e avrebbe potuto perdere di più se la Banca centrale non fosse intervenuta per mantenere i tassi di cambio, a danno delle riserve di valuta estera: 36 miliardi di dollari nel dicembre 2010, circa 15 miliardi a novembre, una cifra che secondo Kandilpuò coprire a malapena le spese di tre mesi d’importazioni. Gli investitori esteri temono la costante instabilità e il turismo non si è ripreso. Secondo i dati dell’Agenzia per la mobilitazione e le statistiche egiziana, il numero di turisti in Egitto nell’ultimo quadrimestre del 2011 è sceso del 29,2% rispetto allo stesso periodo l’anno prima. Non è un caso che il presidente Mohammed Morsi, sotto pressione della piazza dal 22 novembre, quando ha firmato un controverso decreto con cui allargava i suoi poteri, abbia annullato proprio in queste ore le nuove tasse.L’opposizione nonha abbandonato le strade dopo il ritiro del decreto: oggi manifesta - ci saranno cortei anche dei sostenitori di Morsie chiede la posticipazione del referendum su una controversa bozza di Costituzione, scritta da un’Assemblea a maggioranza islamista. Morsi, membro dei Fratelli musulmani, non vuole che le riforme economiche diventino ora una nuova fonte di malcontento. «Rischierebbe di perdere sostegno per affrontare i problemi politici», spiega Kandil. E di problemi Morsi ora ne ha molti. La sempre più profonda frattura nella società, tra islamisti e laici, ha spinto la questione economica in secondo piano, proprio in un momento cruciale. Il 19 dicembre, infatti, gli economisti del Fmi decideranno sulle sorti del prestito all’Egitto. La situazione però è ancora troppo fragile. Tv e giornali parlano di un Paese nel caos. «Il deterioramento della sicurezza può mettere in una posizione scomoda la comunità internazionale, favorevole alla firma di un accordo, ma spaventata dall’instabilità», in un momento in cui, spiega Kandil, questa intesa è cruciale per il futuro dell’economia nazionale.