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 2012  dicembre 10 Lunedì calendario

Caro Buttafuoco, scrivi dove vuoi Ma rimani te stesso - Molti anni fa Luciano De Crescenzo (mio buono amico), che incontravo ogni anno al Salone del Libro di Torino, dove si la­mentava dello snobismo di Repubblica che ignora­va i suoi libri, improvvisamente ebbe l’occasione di scrivere sul deprecato quotidiano

Caro Buttafuoco, scrivi dove vuoi Ma rimani te stesso - Molti anni fa Luciano De Crescenzo (mio buono amico), che incontravo ogni anno al Salone del Libro di Torino, dove si la­mentava dello snobismo di Repubblica che ignora­va i suoi libri, improvvisamente ebbe l’occasione di scrivere sul deprecato quotidiano. Non so per qua­le improvvisa riabilitazione. Fatto sta che, proprio in quell’articolo, il primo di una breve serie, egli pensò bene di parlare male di me, immaginando­mi impiccato per la mia iracondia, e vedendosi sal­vo per la zattera che gli era stata lanciata. Io m’incaz­zai molto, gli ricordai le deprecazioni e gli sfoghi in cui cercava, ottenendola, la mia approvazione, ed egli tentò di scusarsi con deboli argomenti. Questo episodio rovinò per qualche tempo i no­stri rapporti. Ma mi è tornato in mente quando ho letto su Repubblica il lungo e argomentato articolo di Pietrangelo Buttafuoco che ha dato origine a tante polemiche sulla infedeltà o incongruenza del giornalista di Panorama pre­stato al quotidiano di De Bene­detti. Buttafuoco è un uomo origi­nale e indipendente, e quindi non è mai stato un berlusconia­no osservante, benché sempre, coerentemente, un uomo di de­stra. Ricordo quando, favorito, perse il Campiello, premio«puli­to» perché espresso da una giu­ria popolare autonoma, ma non ininfluenzabile. Infatti perse i vo­ti di tanti lettori dopo che Umberto Piersanti, pre­giudizialmente di sinistra, rifiutò di farsi fotografa­re insieme agli altri finalisti per non essere ripreso a fianco di un «fascista» come Buttafuoco. Buttafuo­co ne fu molto turbato ed ebbe solidarietà da quelli che oggi tratta con superiorità perché «destrutti», mentre lui si è redento con il salvagente di Repubbli­ca . Ovviamente con questa sindrome del riscatta­to, oltre ai tanti suoi antichi amici di Destra, Butta­fuoco non manca di fare qualche inoffensivo riferi­mento a me come «vate prosaico» che «ad ogni sventagliata di “capra, capra, capra!”, alzava l’au­dience ».Non c’è disprezzo,ma una vena di compia­ciuta malizia nelle sue parole, durissime verso quel­li che furono i fascisti e post fascisti suoi amici, e i «complici» di Berlusconi. Un uomo nuovo. Triste­mente simile a Gianfranco fini, bisognoso di legitti­marsi con l’approvazione degli antichi avversari. E dunque io non discuto che Buttafuoco scriva su Repubblica , e neppure che scriva male dei «de­strutti » che per tanto tempo ha frequentato e che non gli hanno fatto mancare nomine e incarichi. Al­cune sue definizioni sono calzanti. Ma mi chiedo perché, e questo sarebbe stato spavaldo ed eroico, come lui pretende di essere, non abbia scritto su Re­pubblica anche quello che disse, da storico, nel 2011 in un’intervista a Edoardo Nesi, per il film di mia sorella Se hai una montagna di neve tienila al­l’ombra. Un viaggio nella cultura italiana . Lado­manda di Nesi, «repubblichino» consolidato, era: «Per cosa pensi verranno ricordati questi anni ita­liani che stiamo attraversando? ». Buttafuoco rispo­se intrepido, senza immaginare scenari di «destru­zione », e in modo perentorio: «Saranno ricordati solo per Berlusconi.L’unico che rientrerà nel capi­tolo di Storia, che racconterà l’Italia dei nostri gior­ni, sarà Silvio Berlusconi, con tutto il suo carico di stravaganza, di eccentricità, di sovversione. In fon­do lui è il più clamoroso esempio di comunista rea­lizzato. Quello che era il sogno del ’68...la fantasia al potere,l’ha fatta lui.Ci ha messo tutto il carico di sov­versione nello stesso momento in cui ha abituato gli italiani alle tette e al culo; cioè nello stesso mo­mento in cui ha sommerso gli schermi italiani di queste immagini ridanciane di femmine, non ha fatto altro che secolarizzare l’Italia,renderla sovver­siva, proprio il miglior sogno possibile che la Rivolu­zione francese avrebbe potuto lasciare in eredità. L’ha fattaBerlusconi.È un grande comunista». E adesso, pover’uomo? Il capitolo di Storia va ri­scritto perché è cambiato l’editore?