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 2012  dicembre 02 Domenica calendario

Grattacieli a Venezia – La Nuova Venezia, domenica 2 dicembre Tre steli di fiori in un vaso di Murano, come dice Pierre Cardin, oppure un portaombrelli rovesciato? Un faro di cultura, o un obbrobrio? L’articolo del Sunday Times, che pure dava per certa la costruzione della torre megagalattica di Palais Lumière, era intitolato: «Il progetto Cardin stitches up Venezia», alludendo al lavoro di ago e filo del couturier, ma insinuando anche che si tratta di quello che a Roma chiamiamo «una sola»

Grattacieli a Venezia – La Nuova Venezia, domenica 2 dicembre Tre steli di fiori in un vaso di Murano, come dice Pierre Cardin, oppure un portaombrelli rovesciato? Un faro di cultura, o un obbrobrio? L’articolo del Sunday Times, che pure dava per certa la costruzione della torre megagalattica di Palais Lumière, era intitolato: «Il progetto Cardin stitches up Venezia», alludendo al lavoro di ago e filo del couturier, ma insinuando anche che si tratta di quello che a Roma chiamiamo «una sola». Nel mio piccolo, anch’io ho lavorato nel campo dell’alta moda e sono quindi in grado di apprezzare il talento di Cardin. Sappiamo che ha iniziato la sua scalata al successo nella prima metà del secolo scorso, con Elsa Schiapparelli e poi con la maison Dior, (che lo ha accolto dopo aver visto i costumi disegnati per il film La bella e la bestia di Jean Cocteau). Negli anni ’50 si è affermato con una griffe tutta sua, diventata famosa in tutto il mondo [...]. Oggi Cardin ha accumulato una serie incredibile di riconoscimenti e di Grand Prix internazionali. Chapeau! Una lunghissima storia di successi: ma allora, perché concluderla con una banale «Dubai in laguna»? I grattacieli faraonici in genere solleticano l’ego sconfinato di emiri, magnati del petrolio, tycoon, avventurieri. Ma il destino di questi monumenti alla vanità è spesso segnato, spesso vengono lasciati a metà, per qualche crisi finanziaria, o per noia, o perché si scopre che stanno diventando troppo costosi, per motivi di sicurezza, di manutenzione, di riscaldamento. Magari dopo aver affermato che era tutto organizzato in modo ecosostenibile. [...] A Roma, le Torri delle Finanze, landmark dell’Eur, hanno subito un «cambiamento di destinazione d’uso». Dovevano essere «valorizzate», diventare un centro residenziale tutto in vetro, firmato da Renzo Piano: il sindaco Veltroni non fece in tempo a firmare la delibera, ma ci pensò il suo successore Alemanno, condannandole alla distruzione delle facciate, che sono state scorticate via: poi, arrivata la crisi, i palazzinari si sono dati, e gli edifici, ridotti a puri scheletri, sono stati abbandonati. Insomma, meglio questi «nuovi ruderi», o l’archeologia industriale, di cui esistono validi esempi anche nella Ruhr? Non so perché, ma temo che sotto questo mega progetto di Cardin, che coinvolge un fiume di denaro e di interessi, ci possa essere qualche speculazione tipo quella delle Torri delle Finanze: altrimenti, perché tanta fretta di dare per conclusa la trattativa, perché tentare di forzare e di aggirare normative e tutele, a cominciare dalle deroghe Anav. [...] L’altra sera ritirando la sua targa di latta del Leone del Veneto, Pierre Cardin novantenne ha detto scherzando: «Adesso posso anche morire!» Noi speriamo che continui a esercitare il suo talento ancora per molto tempo, ma se la canizie o il ciclo vitale lo inducessero ad abbandonare il progetto, chi lo riprenderebbe in mano? Però almeno una buona notizia c’è: il sovrintendente ai beni paesaggistici e culturali, Ugo Soragni, dice che potrebbe essere questione di metri: bisogna capire fin dove arriva il vincolo paesaggistico che la legge impone alla laguna, e quindi il progetto dovrebbe essere sottoposto all’approvazione della Soprintendenza. E così Soragni ha scritto una bella lettera al sindaco di Venezia. E poi sono serena perché la denuncia presentata il 31 agosto con mio marito Carlo contro la deroga concessa dall’Enac, dietro inammissibili pressioni politiche, alla normativa vigente (che nelle vicinanze di un aeroporto prevede un’altezza massima degli edifici di 145 metri mentre il Palais sarebbe di 256) è nelle mani della bravissima Pm Maria Cordova. Cardin ha detto che costruire il Palais a Venezia è il suo grande sogno, ma che se proprio glielo impedissero potrebbe sempre andare a farlo altrove. Magari in Cina. Potrebbe essere una buona idea. I rapporti tra Cardin e la Cina sono di lunga data: negli anni Novanta la Repubblica Popolare Cinese gli ha addirittura commissionato le uniformi dei suoi soldati: se non le hanno cambiate, per lo meno il servizio militare di sicurezza del grattacielo sarebbe garantito all’insegna del bon ton. Marina Ripa di Meana