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 2012  dicembre 10 Lunedì calendario

ODISSEA MUTUO: UNA TRAPPOLA A VITA

Senta, glielo dico spassionatamente.
Ci pensi bene prima di farsi strozzare. Ormai ci si sposa con la casa: finché morte non ci separi”. Siamo in una filiale di uno dei più importanti istituti di credito italiani. Ed ecco come rispondono ad una trentenne a cui è passato per la testa di provare a prendere un mutuo. L’esperimento ormai è certificato. Un anno fa, sul Fatto, avevamo azzardato il primo tentativo. Contratto a tempo indeterminato, stipendio da 1800 euro al mese. E la pazza idea di comprarsi una casa. Allora andò malissimo: 5 banche interpellate, nessuna che concedesse un prestito sufficiente a comprare qualcosa di decente nei quartieri di Roma, a meno che non intervenisse un papà, una zia, una sorella.
CI ABBIAMO riprovato alla fine di questo 2012. È andata nello stesso modo. E se un anno fa, negli occhi degli impiegati delle filiali avevamo trovato compassione, adesso si intravede la complicità. “Glielo dico chiaro e tondo - spiega un bancario di Intesa San Paolo - oggi come oggi nemmeno io me lo potrei permettere. Anzi, le dico la verità, se anche avessi i soldi per l’anticipo, il mutuo non me lo prenderei: con questi prezzi, con questi interessi, è solo una schiavitù”. La resa arriva dopo una mezz’ora buona di conteggi disperati. Partiamo da una cifra, 250 mila euro, che in alcune città d’Italia può apparire spropositata, ma che a Roma è il minimo indispensabile per un bilocale che non sia seminterrato o a 40 chilometri dal centro. L’addetto ai mutui spiega subito che loro finanziano al massimo l’80 per cento (il restante 20, bisogna averlo in tasca, a disposizione) e che la rata non può superare il 40 per cento dello stipendio. Proviamo con 30 anni, a tasso fisso: niente da fare, la rata è da 1400 euro. Nemmeno da prendere in considerazione. Cerchiamo di venirci incontro. Scendiamo a 200 mila euro, qualcosa si troverà. Di nuovo 30 anni di rate davanti, rischiamo con il tasso variabile: ogni mese sarebbero mille e 37 euro. Fuori discussione pure questa. L’occhio del bancario si fa serio. Fissa la ragazza che ha davanti. Comincia ad elencare le spese di istruttoria, la perizia, l’assicurazione, il notaio, l’agenzia, la tassa di registro, la clausola per poter sospendere le rate se si dovesse perdere il lavoro. E comunque, per prenderlo questo benedetto mutuo, serve un cointestatario, un garante.