Nanni Delbecchi, il Fatto Quotidiano 11/12/2012, 11 dicembre 2012
QUANTI AMORI INCOMPIUTI E SEGRETI; NELLE LETTERE DI ELSA"
Solo chi ama conosce”, ha scritto Elsa Morante. Se questo fosse vero, come è vero che un velo di mistero e di leggenda – vecchi amici – ne copre la vita, non si poteva trovare titolo migliore per l’epistolario pubblicato in occasione del centenario. Il titolo è L’amata, e il curatore Daniele Morante (coerede di Elsa con Carlo Cecchi) ritiene che illumini di una luce nuova la vita della scrittrice. Non ci tiene a passare per il prediletto (“dei 14 nipoti di Elsa, ero del resto l’unico che la frequentava regolarmente”), dice che “l’idea è nata per caso, in concomitanza con il trasloco degli oltre 5 mila documenti lasciati da Elsa dalla casa di Carlo Cecchi”. Dice anche che fin dall’inizio non voleva realizzare un epistolario incentrato solo sulle lettere della Morante; poi, nel corso del complesso lavoro di selezione di circa 600 testimonianze, si è quasi imposta un’immagine tanto più forte quanto non prevista.
Alla fine, la sproporzione è evidente. Le lettere di Elsa sono la metà di quelle ricevute.
Io non ho mai voluto un epistolario monodico, ma polifonico. Elsa doveva essere messa in luce attraverso il dialogo, non il monologo, per contraddire la sua inguaribile convinzione di non essere mai stata amata.
Eppure pochi scrittori sono stati circondati di altrettanto affetto.
Sì, ma di una sorta di devozione e perfino di un’adorazione pubblica che non soddisfaceva i suoi bisogni. Certo, aveva avuto la sua parte nello scegliersi questo destino. Aveva desiderato la gloria, ed era orgogliosa di averla raggiunta. Ma la gloria è in contraddizione con un certo livello di amore...
Comunque nelle lettere gli amori-amori non mancano. Moravia, Luchino Visconti, Bill Morrow, fino al “Romeo scespiriano” di cui non si aveva notizia.
Un inglese, bello e facoltoso, di cui non siamo riusciti a individuare con precisione l’identità, almeno fino a ora. Elsa lo incontra a 22 anni e la relazione prosegue, anche sovrapponendosi a quella con Moravia, almeno fino al 1948. Un primo amore estremamente appassionato, stando alle lettere di lui.
Tutto il contrario della celebre dichiarazione di Moravia: “Ho sempre amato Elsa, ma non ne sono mai stato innamorato”
Anche su questo sorgono certi dubbi, leggendo le lettere di lui. Di sicuro, c’era un patto di reciproca tolleranza. Nelle relazioni di Elsa, come con Visconti e Bill Morrow, Moravia si spinge addirittura a dare consigli. La sensazione è che tra i due non ci fossero segreti.
Anche quando Elsa scrive a Visconti “Avrei voluto un figlio da te?”
Questa è un’affermazione che mi ha molto sorpreso. In famiglia sapevamo che in seguito a un aborto clandestino le era divenuto impossibile avere figli.
In teoria, un matrimonio indistruttibile.
Fosse stato per Moravia, credo di sì. Dalle lettere scritte dopo la morte di Morrow appare evidente che si rassegna ad abbandonare il tetto coniugale, nonostante tutti i tentativi di farla ragionare, quando si rende conto che Elsa è diventata assolutamente intrattabile.
Impossibilità fisica a parte, da questi carteggi non risulta alcun rimpianto per la maternità.
Esteriormente, no. Ma nel profondo, chissà. Lei diceva che aveva la nostalgia di non essere un ragazzo. Ma Saba le scrisse: “Bada, ti sbagli. Forse la nostalgia di non essere un ragazzo è la nostalgia di non avere avuto un ragazzo”
Però ci fu “un amore ragazzo” con Bill Morrow, che aveva vent’anni quando lei si approssimava ai cinquanta.