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 2012  dicembre 09 Domenica calendario

Buttafuoco e la lite con Panorama: «Non ho tradito con Repubblica» - È il caso giornalistico e culturale del giorno

Buttafuoco e la lite con Panorama: «Non ho tradito con Repubblica» - È il caso giornalistico e culturale del giorno. Caso che sfiora i piani alti della politica di area berlusconia­na. Pietrangelo Buttafuoco, scrittore sici­liano anticonformista assai, è in odore di licenziamento da Panorama per aver fir­mato sulla prima pagina di Repubblica con cui collabora dalla primavera scorsa «Il dizionario dei destrutti».Ovvero,da Al­fano-Angelino a Zanicchi Iva passan­do per Rai Radiotelevisione Ita­liana, uomini e luoghi della destra, distrutti dal venten­nio berlusconiano. La col­laborazione con il quoti­diano «nemico»era auto­rizzata. Come lo era quel­la con Il Foglio «amico» di Giuliano Ferrara. Entram­bi re­vocate dopo l’uscita del­l’articolo incriminato. Il diretto­re di Panorama Giorgio Mulè ha di­chiarato che Buttafuoco «ha tradito la mia fiducia».E su Twitter si è scatenato un puti­ferio, protagonisti lo stesso Mulè e Pigi Bat­tista del Corriere della Sera . Pietrangelo, te le vai a cercare? «Francamente cado dalle nuvole. Ave­vo u­n accordo verbale e scritto con l’auto­rizzazione per una collaborazione saltua­ria con Repubblica . E di collaborazione saltuaria si è trattato, senza che ci fossero mai stati problemi». Ma com’è nata questa collaborazione con uno dei giornali più invisi a una buo­na fetta dei tuoi lettori di riferimento? «Me l’hanno chiesto.A Repubblica inte­ressavano il mio punto di vista e la mia scrittura. Certamente non sono di si­nistra, ma non ho appartenen­ze. La mia identità è integra, non mi hanno chiesto nes­sun lavacro. È stato un rico­noscimento alla mia scrit­tura: oltre ad Adriano So­fri c’era un altro che colla­borava con Il Foglio e Re­pubblica . Il quale è il primo giornale d’Italia e ha la forza per contenere le differenze». Remore? «Non ne ho avute.Al di là del mestiere,è un giornale di cui mi nutro. Molti di quel mondo sono miei maestri». Nomi. «Da Eugenio Scalfari a Francesco Mer­lo allo stesso Michele Serra. Soprattutto ho sempre avuto attenzione per lo stile di Berselli. “I Destrutti” nasce nel solco dei “Sinistrati”». E Mulè ti aveva autorizzato a collabo­rare. «In modo quasi affettuoso». Ma c’era quel vincolo a scrivere di cul­tura e di spettacoli o no? «Questa degli spettacoli mi giunge nuo­va. Era chiaro che Repubblica mi chiama­va in virtù della mia identità di scrittore. Il famoso pezzo incriminato era un eserci­zio di scrittura, un dizionario. Una formu­la giornalistica che avevo sempre utilizza­to, per esempio sul Foglio ». Quindi cadi dalle nuvole. «Ero in assoluta buona fede. Mi era ve­nuta questa idea e l’ho realizzata. Oltretut­to questo argomento l’avevo proposto an­che a Panorama . Quando mi ha chiama­to Malcom Pagani del Fatto riferendomi le dichiarazioni di Mulè mi sono sentito nell’obbligo di rispondere perché non so­no mai venuto meno ad accordi verbali o scritti». Non sarà una burocrazia giornalisti­ca ad aver provocato il divieto a prose­guire le collaborazioni. «Constato una certa ostilità nei miei confronti. E mi dispiace perché a Mulè ho visto fare un’azione di altissimo profilo eti­co di cui conservo buona memoria». Panorama è la testata di punta della Mondadori diretta da Marina Berlusco­ni. Mulè si sarà consultato? «Non credo si sia fatto imbeccare da qualcuno. La controprova viene dal fatto che quella stessa mattina dai piani alti di Segrate mi hanno chiesto di realizzare il li­bro dal titolo “ I Destrutti”in continuazio­ne ideale con “ Sinistrati” di Berselli,edito da Mondadori. E poi, oltre a parecchi col­leghi di Panorama , anche molti politici di destra si sono detti entusiasti dell’artico­lo ». Non ti sentirai anche tu un martire al centro di un caso politico? «Lo sta diventando. È strano che tutto questo sia capitato dopo quel pezzo e non dopo un articolo sul centrosinistra o sul fe­stival di Sanremo. Ora sembra una rappre­saglia. Invece...». Invece? «Anche un importantissimo collabora­tore di Berlusconi peraltro citato non be­nevolmente si è complimentato». Complimenti veri o di circostanza? «No,è un uomo intelligente,ironico,un personaggio da romanzo». Come finirà tutta questa faccenda? «Male, stando alle dichiarazioni india­volate di Mulè. Comunque, in fondo c’è una cosa bella». E sarebbe? «Che ne stiamo parlando sul giornale che fu di Montanelli». Il quale poi però finì alle feste dell’Uni­tà. «Se è per questo io andrò a tenere una le­zione a Eataly di Oscar Farinetti». Allora è un vizio quello di cascare a si­nistra. «Te l’ho detto, non ho appartenenze. Come mi dice sempre Michele Serra, lo scrittore di destra è doppiamente sfortu­nato. Sai perché? Perché quelli di sinistra non lo leggono perché è di destra. E quelli di destra non leggono».