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 2012  dicembre 11 Martedì calendario

METÀ DEI MINISTRI PRONTI A LANCIARSI NELLE ELEZIONI


Per «ora» il premier Monti assicura di «non pensarci». Ma in caso di discesa in campo, almeno metà dei suoi ministri sarebbero pronti a seguirlo. Tant’è che il titolare delle Politiche agricole Mario Catania, ammette che «comincerà a pensarci». E seppur non lo dica ancora così esplicitamente il collega dello Sviluppo economico Corrado Passera, la sostanza resta più o meno la stessa anche per lui. Tutti accanto al premier anche se i tempi sono strettissimi e l’incognita più seria non è sciolta: come e con chi eventualmente si candiderà Mario Monti. E già, perché in base alle modalità che il premier sceglierà per il suo impegno diretto o meno ne deriverà tutto il resto. Insomma, se Monti avrà una propria lista molti dei suoi ministri sarebbero al suo fianco, discorso diverso, invece, se il Professore si limitasse ad un endorsement verso qualcosa o qualcuno o se scegliesse addirittura, invece, di starsene alla finestra per il dopo partita.

Il mese scorso, infatti, proprio Mario Monti (conversando con Vespa per il suo libro lo scorso 5 novembre) parlando dei suoi ministri si augurò che «le eventuali candidature siano limitate nel numero e distribuite politicamente», argomentando che non avrebbe mai voluto che «qualche osservatore desse una chiave di lettura retrospettiva sul colore politico di questa compagina». Ma è chiaro che da allora, e in poco più di un mesele condizioni politiche sono mutate radicalmente e la crisi ha subito un’accelerazione improvvisa. Al punto che anche molti dei suoi «tecnici» si guardano intorno. E così, mentre Catania ci «pensa» non è mistero che Giulio Terzi di Sant’Agata (artefice all’epoca della famosa visita di Gianfranco Fini a Israele) abbia già manifestato il proprio interesse per un coinvolgimento diretto (intervista al Corriere della Sera), «il rapporto con la politica c’è sempre stato: è difficile che un diplomatico e ancor più ambasciatore non abbia maturato questo rapporto con intensità». Un rapporto che ha coltivato per anni, soprattutto in Europa, anche Enzo Moavero Milanesi che non resterebbe certamente fuori nel caso di un coinvolgimento anche elettorale di Mario Monti. Così come il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi. Al fondatore della Comunità di Sant’Egidio, in verità, poco interessa di sedere in Parlamento ma è chiaro che di fronte a una chiamata al fianco di Monti non si tirerebbe indietro.

Allo scranno di Montecitorio guardano anche il ministro alla Salute Renato Balduzzi (possibile candidato per il Pd), quello all’Istruzione Francesco Profumo, e dell’Ambiente Corrado Clini. Posizione, invece, più defilata per Fabrizio Barca. Al ministro per la Coesione territoriale guardano un po’ tutti con attenzione. C’è chi lo rivorrebbe ministro, chi parlamentare, chi ancora, soprattutto, il Pd, candidato alla poltrona di sindaco di Roma. Barca ha fatto già sapere di no, ma pare che Bersani tornerà alla carica. L’ipotesi più probabile è che Barca torni «utile» per un ministero di peso (Economia o Sviluppo) qualora il centro-sinistra vincesse le elezioni.

Si sono chiamati, invece, fuori dalla mischia i ministri Patroni Griffi che ha fatto sapere di voler tornare a fare il magistrato e le ministre Cancellieri e Severino.