Rossella Bocciarelli, Il Sole 24 Ore 8/12/2012, 8 dicembre 2012
L’ITALIA RISPARMIA, RINUNCIA E RINVIA
Lo stress test imposto agli italiani da cinque anni di anni di crisi finanziaria si è trasformato nel 2012, per effetto del secondo tuffo in recessione, in una vera e propria prova di sopravvivenza. Ne è convinto il Censis che nel suo rapporto sulla situazione del Paese descrive i soggetti sociali come guerrieri in trincea, spaventati e arrabbiati per i tanti shock esterni da affrontare in sostanziale solitudine (oltre che per la percezione di una corruzione in crescita nel Paese, un problema che ormai preoccupa l’87% degli italiani). Ma pur sempre in grado, questi protagonisti sociali, di usare l’adrenalina da "evento estremo" per reagire alla crisi. Il rapporto racconta nel dettaglio, in particolare, l’assottigliarsi dei redditi del ceto medio. Il Censis ricorda che negli ultimi vent’anni la ricchezza netta media delle famiglie è aumentata significativamente (del 65,4%), sostenuta dalle positive dinamiche finanziarie degli anni 90 e dall’aumentato valore degli immobili (+79,2%), determinato anche dalla rivalutazione degli asset prodotta dall’introduzione dell’euro. Invece, i redditi familiari «non hanno subito significative variazioni: negli anni 90 il reddito pro capite delle famiglie è aumentato, passando da circa 17.500 euro a 18.500 euro (valori concatenati al 2011), per mantenersi stabile nella prima metà degli anni 2000, ma a partire dal 2007 è disceso a livelli prossimi a quelli del 1993, segnando complessivamente, tra il 1993 e il 2011, un lieve decremento in termini reali: -0,6%». Come risultato di questa sopravvivenza da rentier senza nuove fonti di reddito, circa 2 milioni e mezzo di famiglie negli ultimi due anni hanno venduto l’ oro e i preziosi di casa mentre altre 300mila hanno ceduto mobili e opere d’arte; altri hanno dato in affitto alloggi mentre nelle grandi città il 2,5% delle famiglie ha riconvertito la casa in un bed and breakfast. Non basta: il 73% degli italiani va a caccia di offerte e alimenti poco costosi, il 62,8% limita gli spostamenti in automobile per risparmiare sulla benzina e per andare al lavoro riscopre la bicicletta oppure si dedica all’autarchica coltivazione del proprio orto. È «risparmio, rinuncio, rinvio» il leitmotiv dell’attuale stile di vita e la conseguenza è una drastica caduta dei consumi.«Nel primo trimestre 2012 la flessione delle spese delle famiglie è stata del 2,8% e nel secondo trimestre vicina al 4% in termini tendenziali». Nel 2012 i consumi reali pro capite, pari a poco più di 15.700 euro, «sono tornati ai livelli del 1997». Mentre è in "drastica riduzione"anche la propensione al risparmio, «dal 12% del 2008 all’attuale 8%».All’interno dei nuclei familiari sono in particolare le donne a reinventare una strategia, agendo come manager della spesa e insieme ripresentandosi con forza sul mercato del lavoro, in cerca d’occupazione per recuperare reddito. Ma non sono solo le famiglie a utilizzare quella che il fondatore del Censis, Giuseppe De Rita, citando in modo creativo Jacques Derrida, chiama la "restanza", ovvero la capacità di resistere facendo appello alle capacità tradizionali. Anche le imprese resistono e realizzano un riposizionamento nella crisi : dopo aver ricordato la restrizione della base produttiva, il Censis cita i flussi dell’export italiano. Dal 2007 a oggi hanno cambiato direzione: la quota verso la Ue si è ridotta dal 61% al 56% mentre quella relativa alle principali aree emergenti non Ue è passata dal 21 al 27%. Inoltre, sostiene il Censis in questi anni negli scambi con l’estero è diminuito il peso relativo del made in Italy ma è aumentata la capacità di presidio in altre specializzazioni manifatturiere, come la metallurgia, la chimica e la farmaceutica. Anche nel commercio si registrano analoghi cambiamenti: il saldo demografico delle strutture commerciali resta negativo (-24.390 imprese nella prima parte dell’anno) ma la distribuzione organizzata è in crescita e aumentano gli operatori del commercio via web; in crescita, inoltre, appare anche il sistema delle imprese cooperative. Vi sono tuttavia aspetti della vita economica che rispecchiano in modo più netto la crisi economica in corso: per esempio le compravendite di case, la richiesta e la concessione di mutui e quindi l’apertura di nuovi cantieri hanno subito un fortissimo ridimensionamento (il settore residenziale tra il 2008 e il 2012 ha registrato un calo di investimenti del 45%).
L’altro elemento critico è lo stallo dell’occupazione e le difficoltà, in primo luogo, dei giovani. La crisi prolungata ha provocato un riposizionamento anche nelle scelte relative all’istruzione: il 78 % delle famiglie pensa che i giovani debbano orientare le loro scelte scolastiche e universitarie verso percorsi tecnico-professionali e nell’82% dei casi consigliano ai giovani di andare a studiare o a lavorare all’estero. Intanto, nell’anno scolastico corrente è aumentato dell’1,9% rispetto all’anno precedente il peso delle prescrizioni agli istituti tecnici e professionali, mentre le immatricolazioni all’università sono diminuite del 6,3% e i dati provvisori relativi al 2011-2012 segnano un’ulteriore contrazione del 3 per cento.