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 2012  dicembre 08 Sabato calendario

LA SFIDA DEL TALENT SHOW PER LA SIGNORA DELLA MODA

Fino a poco tempo fa Uberta Zambeletti, talentuosa signora alto borghese che si è distinta nel conformista mondo modaiolo milanese per il suo personalissimo stile (ama vestire le donne dai 20 agli 80 anni; per lei il lusso non è definibile solo dal prezzo e a «Wait and See», il suo negozio, propone oggetti, accessori e abiti da 50 centesimi a non più di 700 euro) non avrebbe mai pensato di finire in un format tv. «La vita cambia spesso le tue rotte», sorride Uberta. «Tutto è successo velocemente. Ad agosto sono stata segnalata a FoxLife dalla redazione di “Glamour”, la rivista della Condé Nast.

A settembre, dopo il secondo provino, mi hanno offerto il contratto e in 12 giorni abbiamo registrato 10 puntate. Per me era un mondo sconosciuto; non solo non ero mai comparsa sul piccolo schermo ma guardo la tv raramente. Però, amo le sfide. Sono una combattiva». Così, dal 19 novembre Zambeletti appare nel nuovo programma di FoxLife dedicato alla moda («School of Glam» in onda il lunedì sera sul canale 114 di Sky) nel ruolo di chi, insieme agli esperti di «Glamour», deve giudicare un manipolo di concorrenti. Maestre d’asilo, casalinghe, infermieri che, da aspiranti stylist, devono immaginare la giusta e meno banale mise per un colloquio di lavoro, la prima uscita con uno spasimante o la cena di Natale con i futuri suoceri. Piaccia o non piaccia questo ennesimo talent show la debuttante Zambeletti buca il video. Forse sarà perché, a differenza di certe signore della tv bardate con capi superfirmati e ultracostosi, mostrando più sensibilità all’aria grama di questi giorni indossa solo abiti di giovani e meno cari stilisti scovati su Internet (esempio: nella seconda puntata aveva un semplice ma ultrachic vestito giallo di tale Andra Dumitrascu). O sarà perché con quel suo fisico sottile, grandi occhi e un profilo importante sembra uscita da un episodio di «Downton Abbey» (la premiatissima serie inglese ambientata dagli Anni 30 nella tenuta dei conti di Grantham) e rappresenta un’immagine femminile diversa dal genere botulino-tette-farfalline che ha arcistufato. Eredità di stile.

Sua nonna materna l’incantevole Linda (figlia di Umberto Brustio, uno dei fondatori della Rinascente) fu la musa del celebre pittore-illustratore Marcello Dudovich; in tempi meno elitari ma, purtroppo, più volgari la nipote Uberta ha raggiunto il successo distinguendosi dalle “sciure” ricoperte da firme&marchi. «La creatività è una linfa vitale l’omologazione è esattamente il contrario», dice Zambeletti. Colori, trame, orditi. Nata a Londra e cresciuta a Madrid, Uberta è ancora una ragazza quando scopre - «è stata una folgorazione» la passione per il design tessile. Studia in prestigiose scuole come la Royal School of Art, si specializza in maglieria. Ha poco più di 20 anni e la sua rotta sembra già tracciata: debutta a Londra con la sua prima collezione, si sposa con Lorenzo Camerana, nel ’97 nasce il loro piccolo Leone. Cinque mesi dopo, la coppia ha un incidente d’auto: lei è ferita, il giovane marito muore. «Nella vita anche i fatti più dolorosi - l’ho provato sulla mia pelle - vanno vissuti come un segnale», mormora Zambeletti. «Wait and see, aspetta e vedi. Cambi i punti di vista, ti rimetti in discussione. Non sono il tipo da flanellare».

Di che stoffa sia veramente fatta la ragazza privilegiata per nascita lo dimostra da quel momento. Tre mesi dopo quel tragico incidente, vedova con un bebè, ancora con le stampelle si mette a lavorare per Etro Casa; poi, per anni fino a quando Leone non è diventato un ragazzino, accetta solo lavori da consulente (tra gli altri: Missoni e Max Mara). Nel 2010, già in piena crisi, sconsigliata da tutti chiede un prestito in banca per aprire il suo negozio, un’idea controcorrente nella Milano delle lussuose vetrine o dei brand di massa. Fa subito centro: «Wallpaper», la prestigiosa rivista di tendenze, lo segnala come primo indirizzo-cult della città. Giacche del Laos e libri, scarpe senza supertacchi e script di film. Dal 7 gennaio «Wait and See» lancerà l’e-commerce: il colorato, estroso mondo dell’elegante signora che detesta flanellare si potrà comprare anche in rete.