Roberto Giovannini, La Stampa 8/12/2012, 8 dicembre 2012
CAZZOLA: “SILVIO SBAGLIA LINEA E ALFANO È UN RE TENTENNA”
[L’ex sindacalista: “Attaccando l’Europa si favorisce Bersani”] –
Anche ieri Giuliano Cazzola ha votato «sì» contro le indicazioni del Pdl. Una scelta chiara e netta, per l’ex sindacalista Cgil esperto di previdenza. Da ieri, ex deputato del partito di Berlusconi. «Nessun problema - risponde - ho deciso tempo fa di non ricandidarmi più per tanti motivi, tra cui il disgusto verso l’antipolitica che sta avvelenando i pozzi del vivere civile. Sono molto sereno: ho un dissenso politico importante che mi porta a non condividere la linea con cui il mio partito finirà questa legislatura e farà la campagna elettorale».
Cioè, la ridiscesa in campo del Cav.
«Dal suo punto di vista, Berlusconi le sue carte le ha giocate bene. Tenendosi il Porcellum si è rimpadronito del partito, visto che sarà lui a decidere i candidati. E col Porcellum rimette in campo un sistema politico bipolare, che vuol dire ripristinare un rapporto con la Lega, anche offrendo a Maroni la Lombardia, e mettendo in crisi Casini e Montezemolo, che o si alleano a Bersani o sono finiti».
E il tentativo di Alfano?
«Angelino Alfano ha dimostrato di non sapere fare lo strappo da Berlusconi, di essere un po’ un Re Tentenna senza progetto politico. Ha fatto dei tentativi di dialogo infruttuosi con Casini, che pensava (sbagliando) di essere indispensabile al Pd. Detto questo, la mossa di Berlusconi ha una sua logica, ma sarà costretto a fare una campagna elettorale populista: no alle tasse, la recessione, l’Europa cattiva, la Merkel, basta col rigore. Una campagna elettorale che regala a Bersani un enorme vantaggio: i circoli internazionali che lo guardavano con sospetto finiranno per dire meglio lui che Berlusconi».
E lei non è d’accordo con questa strategia.
«No. Secondo me non c’è alternativa alla politica che si sta facendo adesso con Monti, a parte qualche correttivo, tenendo conto che questo governo tecnico non è stato un granché. Devo dire che mi aspettavo una reazione peggiore dei mercati: lo spread non è salito molto dopo l’annuncio di Berlusconi. Forse i mercati non hanno ancora capito, pensano che non ci sarà uno strappo vero del Pdl».
Ma alle elezioni, il nuovo Pdl populista verrà premiato?
«Ma no. Quella di Berlusconi è una strategia per perdere nel migliore dei modi. Chiama a raccolta i fedeli, parla alla pancia di una parte dell’elettorato Pdl che non ha mai digerito Monti. Ma penso che l’elettorato moderato, che ci ha abbandonato da tempo, continuerà in gran parte ad astenersi».
E lei che farà alle elezioni?
«Certo un partito che faccia il verso a Le Pen non lo voterò mai».
E tutti quelli del Pdl che nei mesi scorsi si erano allontanati da questa linea «dura»?
«Mah. Ho parlato con tanti che dicevano di Berlusconi cose terribili, e ora li vedo tutti plaudenti. Proprio oggi un collega mi ha detto di essere del tutto d’accordo con me. “Ma io sono giovane - ha ammesso - magari non mi candideranno lo stesso. Ma ormai che posso fare?”. Berlusconi in questi mesi avrà fatto una bella schedatura, segnandosi in rosso i nomi dei reprobi. A qualcuno, penso a Frattini, concederà il diritto al dissenso. Ad altri credo di no».