Cristiana Salvagni, la Repubblica 10/12/2012, 10 dicembre 2012
E IL TINELLO DIVENTA UN SET IL BUSINESS DELLE CASE DATE IN AFFITTO AL CINEMA
[Decuplicate in tre anni. Un bilocale valle mille euro al giorno] –
Ciak, si gira. Non siamo in uno studio cinematografico, ma nella cucina a giorno della signora Nicoletta: da un lato della telecamera gli attori, dall’altro le trenta persone della troupe. In una villa come la sua, 700 metri quadrati più seimila di giardino a sud di Roma, un paio di giorni di riprese valgono cinquemila euro. Utili a pagare l’Imu, le bollette o il mutuo.
Sono sempre di più gli italiani che offrono la casa per le riprese di film e pubblicità: negli ultimi tre anni, secondo le agenzie specializzate, l’offerta è aumentata di dieci volte. «Con la mia famiglia abbiamo cominciato tre anni fa, per far fronte alle tasse e alla manutenzione » racconta Nicoletta. «È un lavoro sporadico e, a seconda della sceneggiatura, impegna vari spazi: le camere da letto, il bagno, il garage o la piscina». A diventare set non sono soltanto i palazzi o gli appartamenti prestigiosi, ma anche i loft, i bilocali in quartieri popolari, gli scantinati e i negozi. «Le produzioni chiedono atmosfere di tutti i tipi, purché vissute» spiegano Bruno e Clarissa Rosa, titolari dell’agenzia romana Set Location, trent’anni di esperienza alle spalle. «Il salone nobile come l’ufficio di periferia: con la crisi le fiction vanno al risparmio e ambientano le storie in situazioni comuni».
Le tariffe? Dai 500 ai cinquemila euro al giorno. I prezzi sono regolati da contratti di affitto temporanei che comprendono l’assicurazione contro i danni.
«Non male per un “disturbo” che in media dura due o tre giorni» insiste Rosa. «Infatti, se un tempo le residenze più esclusive non venivano cedute, adesso sono molte quelle messe sul mercato».
Dai privati ai condomini: nel quartiere Garbatella, a Roma, un palazzo degli anni Venti che ospita quaranta famiglie ha fatto da location a diverse scene de
La Piovra, Distretto di Polizia e Romanzo criminale.
Quei soldi hanno finanziato piccoli lavori di ristrutturazione, dai cornicioni alla pavimentazione del cortile.
Il business promette bene anche per il futuro: nei giorni scorsi la Rai ha deciso di abbandonare le fiction in costume per dare più spazio alle storie di attualità e di girare solo in Italia le prossime produzioni. «Un’ottima notizia, soprattutto per i giovani. Sapesse quanti ne vedo lavorare nei film ambientati in casa mia» racconta Alfredo Espositi, ex imprenditore informatico di 76 anni che con la moglie Annamaria abita in una villa di duemila metri quadri a Bassano Romano, tra Viterbo e Roma. «Nella mia Casina di Poggio della Rota hanno girato
Boris-Il film, Incantesimo, Una moglie bellissimadi
Leonardo Pieraccioni e La moglie di papà con Simona Ventura e Massimo Boldi. Prima era un’attività extra, ora queste entrate sono fondamentali per pareggiare i costi». Punta sui set pure Tommaso Armati, 30 anni, consulente web in un’agenzia di comunicazione. «Dopo un’esperienza positiva con uno spot, ho deciso di affidare il casale di famiglia, un ex frantoio a Fara Sabina, vicino a Rieti, a un location manager. A spingermi è stata la possibilità di far fruttare le spese sostenute per la ristrutturazione, ma anche la soddisfazione di vedere valorizzato un posto amato». «Non passa giorno senza che qualcuno mi offra la propria casa» racconta poi Chiara Brambilla, titolare dell’agenzia milanese Face& Place, specializzata in servizi fotografici e réclame. «Gli spot prediligono spazi di design: un tempo i proprietari erano diffidenti, oggi è aumentata la disponibilità, ma le tariffe di partenza si sono dimezzate, da duemila a mille euro al giorno».