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 2012  dicembre 10 Lunedì calendario

ACQUISTI E VENDITE IN TEMPO REALE LE BORSE GIOCANO LA SFIDA HI-TECH

[Da Londra a New York i listini si affidano a soluzioni ipersofisticate in grado di garantire una sicura esecuzione degli ordini la competizione si gioca tutta sulla tempestività una questione di microsecondi] –
Milano
Borse, è sfida sulle piattaforme tecnologiche. Da Londra a New York, le borse si affidano a soluzioni ipersofisticate in grado di coniugare affidabilità e velocità di esecuzione degli ordini. La competizione si gioca tutta sulla velocità di esecuzione, questione di microsecondi, che per i trader professionali possono essere il discrimine tra un’operazione di successo e una condotta in perdita. Le piattaforme tecnologiche che fanno girare le borse mondiali sono diventate la frontiera dell’innovazione It a livello internazionale. All’inizio dell’estate Borsa Italiana ha mandato in pensione il vecchio sistema TradElect sostituendolo con la nuova piattaforma di scambi Millennium Exchange. Un altro tassello del processo di integrazione con il London Stock Exchange, che nel 2009 ha comprato MillenniumIT, software house dello Sri Lanka. «La piattaforma attuale è stata costruita sulle esigenze dei mercati azionari italiani: alta performance e velocità di elaborazione dei dati», spiega Gabriele Villa, responsabile investitori privati di Borsa Italiana. Senza dimenticare l’aspetto sicurezza e stabilità perché queste «piattaforme devono garantire performance elevate anche in fasi di mercato molto volatili per consentire ai trader che hanno una frequenza di negoziazione elevata di gestire i loro ordini senza problemi». Il nuovo sistema, attivo sui mercati Mta, Miv, Mot, Etfplus, SeDeX, Aim Italia-Mercato Alternativo del Capitale e Mac, ha previsto
il trasferimento dei server da Londra a Milano. Un’innovazione che ha consentito di aumentare la velocità di processo degli ordini. «Attualmente infatti il sistema permette di effettuare più di 25 mila transazioni al secondo, con una velocità che è migliorata di circa 70 volte rispetto alla precedente e che ora si attesta in media tra i 300-400 microsecondi », aggiunge l’esperto di Borsa Italiana. Ma la nuova piattaforma ha permesso anche di introdurre nuove tipologie di ordini e di servizi per i clienti e di ricondurre alcune operazioni dai mercati non regolamentati a quelli regolamentati. Sulla scia di Londra e Milano anche il Johannesburg Stock Exchange ha deciso di adottare dallo scorso luglio il nuovo sistema Millennium Exchange, trasferendo i server da Londra, dove erano stati collocati per dieci anni, a Johannesburg. L’intento è migliorare l’efficienza operativa per gli investitori, che dovrebbero beneficiare di una maggior velocità nelle operazioni di quasi 400 volte superiore rispetto al passato. Anche in questo caso a essere soppiantata è stata la nota piattaforma TradElect, protagonista in passato di clamorosi episodi di blackout. In linea generale, «la maggior parte delle borse si serve di piattaforme di tipo proprietario, noi inclusi. In altri casi ci sono collaborazioni tra le varie società di gestione delle borse per fornire piattaforme tecnologiche», prosegue Villa. Al primo caso appartiene ad esempio la borsa di New York. «Universal Trading Platform è il sistema usato dal New York Stock Exchange», sottolinea Francesco Burelli, partner di Value Partners Management Consulting. Ma anche la borsa di Francoforte che opera principalmente per via telematica utilizzando la piattaforma Xetra (Exchange Electronic Trading) sviluppata internamente. «Mentre ad esempio la stessa società che ha sviluppato la piattaforma di Borsa Italiana — MillenniumIT — fornisce soluzioni tecnologiche anche per altri mercati tra cui, ad esempio, Oslo Bors», specifica Villa. Alcuni listini utilizzano anche differenti piattaforme per il trading di prodotti diversi. «Ad esempio Tokyo Stock Exchange utilizza la piattaforma Arrowhead per il cash trading, ToSTNeT System per sistemi di trading off-auction e Tdex per il trading di opzioni. Quest’ultimo sviluppato sulla base del Liffe Connect, piattaforma di Nyse Liffe», aggiunge Burelli. Altri si stanno muovendo per aggiornare le loro piattaforme alla luce delle innovazioni tecnologiche prodotte dal mercato. La borsa dei derivati Eurex, ad esempio, prevede di introdurre una nuova piattaforma tecnologica che verrà sviluppata internamente verso fine anno con la migrazione dei prodotti in quattro fasi. Mentre il Pakistan Mercantile Exchange ha recentemente firmato un accordo con il provider australiano Catalyst IT Solutions per la fornitura di una nuova piattaforma tecnologica. La Borsa di Thailandia e il provider svedese Cinnober sono invece impegnati in un progetto che prevede la migrazione del mercato azionario e dei derivati sulla piattaforma Trading System Cinnober. Soluzioni sempre più performanti che però nascondono anche qualche insidia. «Attualmente i trend sono due: velocizzazione delle operazioni collocando anche i server dove si trovano fisicamente le borse e aumento dei volumi», spiega Daniele Penza, partner di Kpmg. «Tecnologie che sono però più al servizio di un’operatività per investitori istituzionali interessati a minimizzare i tempi di latenza delle operazioni, che non per la clientela retail». La ventata di novità è spinta anche dall’introduzione della Mifid (acronimo che sta per Markets in Financial Instruments Directive e indica la Direttiva comunitaria indirizzata a creare un mercato finanziario omogeneo all’interno dei Paesi Ue), cui sono seguite operazioni di fusione e acquisizioni tra le varie borse. «Le piattaforme sono pezzi di infrastruttura costose da sviluppare e da mantenere, la cui competitività è basata sulla velocità di esecuzione delle transazioni oltre che sui volumi gestiti e a seguito della attività di m&a si è assistito a un consolidamento del numero delle piattaforme operanti sul mercato», spiega Burelli. Le piattaforme tecnologiche utilizzate stanno diventando sempre più strategiche anche nei mercati Otc (Over the counter), mercati estranei ai circuiti ufficiali di borsa, caratterizzati dal fatto che i contratti non seguono gli standard internazionali. «Si tratta di un segmento molto importante che ha il vantaggio di non essere visibile sul mercato e di essere regolato da un contratto stipulato con la controparte, a fronte però di costi aggiuntivi», spiega Penza. In questo caso «questi mercati possono servirsi di piattaforme o di circuiti alternativi tra loro anche molto differenti», specifica Villa. Anche se «a farla da padrone è Bloomberg che rappresenta la piattaforma più utilizzata, seguita da Reuters ed Ebs», conclude Penza. Mentre, ad esempio, Turquoise, la piattaforma mtf non regolamentata posseduta dal London Stock Exchange, utilizza Millennium Exchange. LONDON STOCK EXCHANGE La Borsa di Londra nel 2009 ha comprato MillenniumIT, software house dello Sri Lanka NASDAQ Nata proprio per favorire le transazioni finanziarie hi-tech rendendole più sicure PIAZZA AFFARI All’inizio dell’estate ha sostituito il vecchio sistema TradElect con Millennium Exchange.