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 2012  dicembre 09 Domenica calendario

DI RADIO SI PUÒ ANCHE MORIRE

[Qualcosa di simile al tragico scherzo giocato dai dj all’infermiera Jacintha lo abbiamo già visto al cinema: dalle voci nella notte di Oliver Stone a Jakob il bugiardo di Kassovitz] –
Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità”.
SONO LE ORE 20 del 30 ottobre 1938, sulle frequenze dell’emittente americana CBS il 23enne Orson Welles interpreta lo sceneggiato radiofonico La guerra dei mondi, dal romanzo di fantascienza di H.G. Wells. Non nasceva come scherzo, ma l’invasione aliena gettò un intero Paese nel panico: “Furono le dimensioni della reazione – ricordò Welles a Peter Bogdanovich - ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottovalutato l’estensione della vena di follia della nostra America”. Intenzionalmente o meno, alla radio si scherza da più di 70 anni, ma nessuno ha superato per virulenza ed effetto il joke alieno del futuro regista di Quarto potere: tre anni più tardi, il 7 dicembre 1941, molti pensarono che la notizia dell’attacco giapponese di Pearl Harbor fosse un altro scherzo. La guerra di Welles aveva demolito il confine tra verità e finzione. Da allora, di radio si può anche morire. L’infermiera Jacintha Saldanha del King Edward VII di Londra dove era ricoverata la principessa Kate è stata trovata morta: aveva risposto alla telefonata di una radio di Sydney, la 2Day FM, nella quale una finta Regina chiedeva di parlare con la moglie del principe William. Suicidio, fino a prova contraria, e i due dj del tragico scherzo, Mel Greig e Michael Christian, sono stati sospesi e finiti sulla graticola globale: sul web c’è chi li vuole morti, ma l’abbiamo già visto. Al cinema: Talk Radio, 1988. Dal libro Talked to Death: The Life and Murder of Alan Berg di Stephen Singular, Oliver Stone segue un giovane ebreo, Barry Champlain (Eric Bogosian), che cura la seguitissima rubrica "Voci della notte" per una radio di Dallas. Moltissimi gli telefonano, cercando conforto: lui ascolta, consiglia e lotta contro le ingiustizie, mettendosi dalla parte di ebrei, neri, drogati e omosessuali. Arrivano le minacce e foto macchiate di sangue: il mittente è un sedicente gruppo neonazista, che ce l’ha a morte con lo "sporco ebreo" e con i "dannati negri". Barry è sempre più solo e stremato, e al microfono recita il mea culpa: troppo aggressivo, ambizioso e bugiardo con quegli ascoltatori che in realtà disprezza. Non serve: all’uscita degli studi, il neonazista che lo minacciava lo uccide. Lo cantavano già i Buggles, Video killed the radio star, e vale anche per Robin Williams. Non l’Adrian Kronauer di Good Morning, Vietnam, ma Jakob il bugiardo, diretto da Peter Kassovitz nel 1999.
ANCHE QUI un libro, di Jurek Becker, e gli ebrei: Seconda Guerra Mondiale, un ghetto polacco, Jakob Heim, ex proprietario di un caffè, ascolta un bollettino radio proibito che annuncia i successi dell’esercito l’ha fatto anche Quentin Tarantino col suo primo film incompleto e mai uscito in sala, My Best Friend’s Birthday (1987), dove affida a Stevo Polyi la parte di un dj fissato con gli scherzi. Se da noi con Radiofreccia e Lavorare con lentezza vince la nostalgia, anche gli Usa rivivono l’età dell’oro con Talk to Me (2007), la vera storia del famoso speaker di colore Ralph Waldo “Petey” Greene Jr, e i Radio Days di Woody Allen, ma non solo. Mentre in Canada il virus si diffonde in FM nell’horror Pontypool (2008), gli americani usano la radio CB per fare scherzi letali a camionisti psicopatici (Radio Killer, 2001) oppure celebrano con Private Parts (1997) il deejay Howard Stern. Controverso, esuberante e trasgressivo ai limiti della pornografia, Mr. Shock Jock o lo si ama o lo si odia. Ma nessuno per ora l’ha ucciso.
sovietico sui nazisti. Comunica la notizia a due amici sconfortati, ma le voci si allargano e di notizia ne circola un’altra: Jacob possiede una radio, crimine da pena di morte. Ma Jakob non vuole deludere nessuno: sta al gioco e fa trapelare finti bollettini di guerra, finché i nazisti vengono a sapere dell’esistenza di questa radio. Non trovandola, minacciano di uccidere dieci persone: Jakob confessa che la radio non è mai esistita, ma non viene creduto. Kaputt. Già, di radio si muore anche quando non esiste. Soprattutto, a onde corte e lunghe si scherza:.