Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 08 Sabato calendario

AGGIUNGI UN SIMBOLO CORSA PER CAMBIARE FACCIA MA SOLO SULLA SCHEDA

[Trenta nuovi marchi di partito in soli sette mesi uno su tre l’ha presentato l’udc di Casini è guerra per accaparrarsi le parole “lista”, “civica”, “italia”] –
Trenta simboli in sette mesi. All’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi non sanno più come fare. Le combinazioni vanno a ruba. E quasi tutte hanno in mezzo le parole “lista” ,“civica” e “Italia”. Le elezioni si avvicinano e il sogno di un posto in Parlamento, adesso, è a portata di tutti. Di un pubblicitario perugino, di un commercialista di Follonica, di un poliziotto di Tivoli. Di corsa a registrare il marchio che li può portare sulla scheda elettorale. Eppure tra quei 30 loghi, la metà dei quali depositati tra ottobre e novembre, ci sono anche quelli che la politica la fanno da un pezzo. E che cambiando nome, sperano di rifarsi una nuova verginità. Il più attivo è Pier Ferdinando Casini. Le pratiche le ha affidate a un suo deputato, Antonio De Poli, da Carmignano di Brenta. Già subito dopo l’estate, aveva levato il nome del presidente dal simbolo. Poi, devono aver pensato che la rinfrescata poteva essere più incisiva. Così, da giugno a oggi, hanno depositato 8 nuovi marchi. La ricerca si è affinata nel tempo. Prima “Italia più”, poi “Più Italia”. Dopo ancora una generica “lista per l’Italia” e infine il simbolo vero e proprio: sfondo azzurro con il tricolore, stesso slogan e due versioni, una con lo scudo crociato e l’altra senza, che non si sa mai.
La notizia deve essere arrivata dalle parti dei Parioli. Così, dopo tanti tentennamenti, anche Luca Cordero di Montezemolo ha capito che era meglio prendersi i diritti d’autore. Anche la sua Italia Futura, il 9 novembre, ha scelto il suo logo. Bianco e nero e la scritta “Civica Italia” chiusa tra due parentesi quadre. Ma l’elenco è ancora lungo ed è destinato a nuovi acquisti. L’ultimo è Giampiero Samorì: aveva già depositato il logo dei suoi Moderati Italiani Rivoluzione il 15 novembre. L’altro ieri, però, ha deciso di aggiungere il suo cognome sotto, che nel frattempo è diventato famoso. Poi c’è Giampiero Catone, già voce dei Responsabili che salvarono Berlusconi, ora in campo con Intesa Popolare. Marco Marsilio, ex An ora deputato Pdl ha fondato Fratelli d’Italia: mai nome fu più azzeccato per la politica di famiglia, visto che sua sorella, Laura, è stata una degli assessori della giunta Alemanno. Per rimanere tra le stanze del Campidoglio, anche Isabella Rauti, moglie del sindaco, si è fatta la lista. Si chiama NoiX. La febbre del simbolo è arrivata anche a Milano. Ce n’è uno per il presidente della Provincia Guido Podestà (“Italia popolare riforme e libertà”), un altro per Barbara Ciabò (“Italia 2.0”) e anche Daniela Santanchè ha fatto il restyling al suo Movimento per l’Italia. Lei, il suo nome, invece di aggiungerlo, lo ha tolto.
E ancora il braccio destro di Storace nel consiglio regionale del Lazio, Roberto Buonasorte: a maggio ha depositato il suo Movimento nazionale, “cerchio a sfondo bianco con fiamma stilizzata”. Massimo Anderson, una vita nell’Msi, insieme ad altre tre persone ha fondato il Movimento per la difesa della casa. Primo obiettivo, ovvio, abolire l’Imu.
Quella del 2013 può diventare la primavera di chiunque. Sull’onda del successo di Grillo, si moltiplicano quelli “stufi di essere governati da ciarlatani e corrotti”. È la filosofia del Movimento Base Italia, del Movimento gente onesta e di Italia pulita. Il fondatore, un imprenditore marchigiano, va in video sul suo sito con un forcone in mano. “Vi siete rotti? Ci siamo rotti? Io credo che siamo ampiamente rotti. Mi sono rotto le palle. Tu ti sei rotto le palle?”.
Tempo di domande. E di offerte. Come quella che è arrivata via mail a tutti i parlamentari in carica. Metteva in palio ricandidature assicurate, prometteva massima discrezione per chi si faceva avanti. Il deputato Pd Roberto Giachetti ha provato a rispondere, per capire chi c’era dietro. Gli hanno risposto che sono un movimento vicino al centro-destra, che si presenteranno già alle regionali della Lombardia e che sono già in contatto con alcuni onorevoli del gruppo misto. I nomi li fanno “solo a quattr’occhi”. Anche loro, però, si chiamano Lista Civica Italia 2013.