VARIE 8/12/2012, 8 dicembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - ANCORA SULLA (FINTA) CRISI DI GOVERNO
ROMA - Un colpo di scena alle 21.30. Dopo oltre due ore di incontro al Quirinale, l’annuncio: "Monti intende rassegnare le dimissioni, dopo l’approvazione della legge di stabilità. Impossibile proseguire dopo la sfiducia del Pdl". E poi la precisazione, in una nota: "Il Presidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l’esercizio provvisorio - rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo - siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Capo dello Stato".
Un’accelerazione arrivata alla fine di una giornata politica segnata anche dall’annuncio di Berlusconi: "Torno in campo per vincere". Con il contorno di critiche all’azione del governo.
Le frecciate a Berlusconi da Cannes. Monti, in realtà, aveva già inviato più di una frecciata al Cavaliere durante il suo intervento in un convegno a Cannes. "Bisogna assolutamente evitare che l’Italia ricada nella situazione precedente quando, prima di questo governo, ha rischiato di essere il detonatore che poteva far saltare l’Eurozona", ha detto. E poi: "Il fenomeno del populismo esiste in molti paesi e anche in Italia: è un fenomeno molto diffuso con la tendenza a non vedere la complessità dei problemi o forse a vederla, ma a nasconderla ai cittadini elettori. Purtroppo questa scorciatoia verso la ricerca del consenso, anche attraverso la presentazioni di promesse illusorie, è un fenomeno che sta caratterizzando la vita politica".
Poi, alle domande sulla situazione politica italiana, ha risposto: "Non sono preoccupato, mi sembra una situazione gestibile nella normalità della vita democratica di un Paese. La politica italiana è complessa, ma quest’anno abbiamo fatto passi avanti che altri paesi hanno considerato di fare ma che non hanno fatto. L’italia è uscita da una situazione grave con una strana grande coalizione. In un anno abbiamo fatto riforme che nessun partito da solo poteva fare e che sono state possibili grazie al disarmo delle forze politiche." Ma poi, a proposito di possibili aiuti europei antispread, ha aggiunto sibillino: "Sarei felice se noi non avessimo bisogno, nonostante le recenti piccole ’crespaciones’ (increspature, ndr) come direbbe il mio amico Almunia, di usare questi strumenti".
(08 dicembre 2012)
ROMA - E’ il giorno in cui Monti sale al Quirinale per incontrare Napolitano, e Berlusconi lo sceglie per annunciare ufficialelmente e di persona la sua candidatura. Lo fa da Milanello, dove è andato a seguire l’allenamento del Milan: "Io non entro in gara per avere un buon posizionamento, entro per vincere". Poi le parole che sicuramente non faranno piacere ad Angelino Alfano: "L’opinione di tutti era che ci volesse un leader come un Berlusconi del 1994, ma non c’era. E non è che non l’abbiamo cercato. L’abbiamo cercato". "Ci eravamo dati - ha spiegato - una nuova dirigenza con il fantastico Angelino Alfano, ma ci vuole tempo per imporsi come leader. Tutti i sondaggi davano il Pdl a un livello che non basta per contrastare la sinistra". L’ex premier è tornato ancora una volta a parlare dei giudici: "Guardo alla magistratura con grandissimo senso di paura perché siamo di fronte a una magistratura onnipotente e direi irresponsabile". Parole cui ha risposto il presidente Anm, Rodolfo Sabelli: "Sono attacchi offensivi e inaccetabili, evocano un vecchio clima di tensione che non giova alle istituzioni e, soprattutto, nuoce al Paese".
Berlusconi poi è intervenuto sulla data del voto, promuovendo la data del 10 marzo per le elezioni: "Mi sembra che vada bene", mentre sulla legge elettorale apparentemente ha lasciato uno spiraglio alla riforma: "Ci contiamo" sul fatto che venga cambiata prima del voto e "c’è tempo sufficiente" per farlo. ’’Palazzo Chigi non mi è mai mancato neanche per un minuto. Ritorno con disperazione a interessarmi della cosa pubblica e lo faccio ancora una volta per senso di responsabilita’’. E ha annunciato: ’’Certamente, ci saranno molte facce nuove. Bisogna anche innovare, e ci sono anche persone che hanno tutto il diritto di sentirsi stanche. Già da tempo - ha aggiunto - ho contatti con molti protagonisti del mondo delle imprese, del lavoro, delle professioni, dell’universita’ e anche dello sport, ma non mi sento autorizzato a fare nomi senza il loro consenso’’.
Riordino delle province, da Pdl pregiudiziali incostituzionalità. Intanto, però, il Pdl si prepara a rendere la vita difficile al governo. Se la legge di stabilità sembra salva, dopo la garanzia data da Alfano, non è così per tutto il resto, proprio come aveva annunciato ieri il segretario Pdl. Il primo a vacillare è il decreto legge sul riordine delle province (su cui Monti punta molto) nei confronti del quale il Popolo della libertà porrà in Aula al Senato, mercoledì prossimo, la pregiudiziale di incostituzionalità. Lo ha detto uno dei due relatori della legge, Filippo Saltamartini del Pdl. Se dovesse essere approvata, il provvedimento del governo andrebbe riscritto.
Pd: no a tre mesi di logoramento. Duro il giudizio del Pd sul dietrofront del Pdl sulle province. "Temo che il Vietnam parlamentare stia per cominciare - dice la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro - al di la’ del merito del provvedimento sulle province, vedo aria di tempesta. Abbiamo già avuto modo di esprimere, nelle sedi dovute e pubblicamente, le nostre preoccupazioni sul calendario parlamentare e sulla situazione politica dei prossimi mesi. Ancora più esplicito - sempre per il Partito democratico - Francesco Merlo: "Berlusconi e il Pdl hanno affossato definitivamente il governo Monti, hanno bloccato la riforma elettorale e adesso chiedono 3 mesi di gratuita campagna elettorale dicendo che il voto al 10 marzo per loro va benissimo. E noi, cioè il Pd e il centrosinistra, che dovremmo fare? Applaudire? Ma forse è bene ricordare a chi di dovere che non siamo ancora su ’scherzi a parte’".
Fini: "Da Pdl decisione grave". La decisione del Pdl di considerare chiusa l’esperienza del governo Monti, il giorno dopo l’intervento del segretario Angelino Alfano alla Camera, provoca le critiche di Gianfranco Fini: "La decisione assunta dal Pdl è grave perché fa correre ulteriori rischi all’Italia", ha detto il presidente della Camera a Torino per un’iniziativa di Fli. "Come ha ricordato il presidente della Repubblica - ha aggiunto Fini - si tratta di arrivare in modo ordinato alla fine della legislatura approvando alcuni provvedimenti, a partire dalla legge di stabilità, che sono indispensabili. E - ha aggiunto Fini - mi auguro che ci sia una campagna elettorale civile in cui sia possibile un’alternativa credibile tanto ad un berlusconismo quasi disperato quanto ad una sinistra che non convince una buona parte degli italiani". Ancora una volta Fini ha ribadito che sarebbe "utile per l’interesse nazionale che a guidare il prossimo governo ci sia ancora Monti".
Il presidente della Camera non ha risparmiato commenti sulla decisione dell’ex premier di tornare in campo: "Berlusconi si è simpaticamente definito un dinosauro, se lo dice lui perché non credergli", ha detto, aggiungendo: "I dinosauri appartengono a un’altra era geologica, come tutti sanno. Se rimane il listino bloccato che tristezza. Che tristezza vedere quelli che fino a qualche giorno fa dicevano ’basta Berlusconi’, e che doveva farsi da parte, o che al massimo dicevano ’resti il padre nobile del partito’, non appena hanno capito che la legge elettorale non cambia, vederli dire che Berlusconi è la luce che ci illumina.
Grillo: "Ancora tu?". Usa le parole di Lucio Battisti Beppe Grillo per criticare aspramente la decisione del Cavaliere di tornare in pista. Il leader del Movimento 5 Stelle parla di "riesumazione di Berlusconi", osservando anche che di fronte a questo fatto, e alla prospettiva di voto anticipato, "non sembra che gli italiani siano sconvolti o sorpresi, molti al grido di ’arridatece il puzzone’ vogliono liberarsi il prima possibile di Monti rimettendo allo psiconano ogni peccato". "Non si vive di solo spread, e di spread, con la politica di Rigor Montis, si può solo morire", martella Grillo dal suo blog. "L’italiano è letteralmente terrorizzato da altri cinque anni di montismo, le aziende se possono scappano all’estero. Molti proprietari semplicemente le chiudono e portano i loro capitali altrove. Lo psiconano lo sa e lo sanno meglio di lui i suoi sondaggisti".
Casini: i sacrifici? Colpa di Berlusconi. Se gli italiani sono stati costretti a fare sacrifici per evitare il baratro, il responsabile è, per il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, Silvio Berlusconi: "Gli italiani hanno fatto sacrifici per cercare di evitare il baratro" e oggi "riemerge Berlusconi con le ricette di 5 anni fa", ha detto Casini al Tg2. "Se c’è un responsabile di questa situazione" è proprio Silvio Berlusconi e, sottolinea il leader dell’Udc, "è infantile" il tentativo "di ribaltare accuse su Monti che invece ha cercato" di salvare il Paese dal ’rischio’ Grecia.
SERVIZIO SUL TG5
Questo servizio andato in onda nel Tg5 delle 13 di giovedì 6 dicembre, in coincidenza con l’annuncio del ritorno del Cav e dell’astensione del Pdl sulla fiducia al Senato e alla Camera, finisce sotto la lente d’ingrandimento. A molti giornalisti della stessa testata, alcuni passaggi del servizio sono parsi alquanto "militanti", tanto da provocare la convocazione per martedì prossimo di un’assemblea di redazione dal titolo "La tempesta perfetta". Il servizio ripercorre le tappe del Berlusconi leader, ricordando come "dal 1994 ad oggi ha partecipato a cinque campagne elettorali vincendone tre e perdendo nel ’96 e di misura, per appena 24 mila voti, nel 2006 contro Prodi". E poi il 30 per cento alle Europee del ’99, passando per il governo del 2001, "il più longevo della nostra repubblica": "Negli anni dei governi guidati da Berlusconi sono state varate diverse importanti riforme" e via elencando, dal bonus bebé all’"abolizione dell’Ici nel 2008" e tanto altro. Troppo, anche per la redazione del Tg5.
2001 IL PIù LONGEVO 2001
DIVERSE IMPORTANTI RIFORME
2001 AUMENTO PENSIONI MINIME ABOLIZ TASSE DI SUCCES E DI DONAZIONE
2002 CARCERE DURO MAFIOSI RIFORMA BOSSIFINI
2003 RIF LEGGE BIAGI E SCUOLA
2004 BONUS BEBE
2005 SECONDA RIDUZ TASSE E RIF COSTITUZ
2008 ABOLIZ ICI PRIMA CASA
2009 FEDERALISMO FISCALE BONUS FAMIGLIA
ANNI SUCCESIVI LOTTA ALLA CRIMINALITA TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA E AGEVOLAZ PER I GIOVANI
REPUBBLICA.IT
ROMA - La sua apparizione a Servizio Pubblico, qualche settimana fa, aveva in effetti innescato qualche retropensiero. Perché Flavio Briatore è ospite di Michele Santoro? Solo per puntare il dito contro l’aggravio di ostacoli, paletti e difficoltà che un Paese come l’Italia crea all’imprenditore nella crisi? Solo per fare sfoggio di generosità rispondendo al grido di dolore di una donna alle prese con gravi ristrettezze economiche promettendole un mensile di 500 euro mensili per un anno? No, evidentemente c’era dell’altro.
Briatore si è esposto perché ha una missione da compiere. Forse segreta, o almeno lo era fino a quando il canuto imprenditore non ha estratto la tastiera e ha "crivellato" di tweet tutta la vecchia guardia del centrodestra. "Da Vespa è imbarazzante: 6 tromboni che si accusano a vicenda,bla bla bla.FUORI TUTTI". Poi Briatore inizia a fare nomi e cognomi: "Gasparri e Cicchito in tv fanno perdere 3-4 punti al Pdl. Non si rendono conto...".
Poi, dopo aver parlato da presunto esponente del Paese reale ("Tutti i tg parlano di effetti positivi,calo degli interessi, danaro meno caro etc Tutta teoria provate a chiedere un mutuo,o un finanziamento") e fatto sapere al popolo del social network che i suoi "resort in Kenya sono pienissimi fino al 15 gennaio, dopo abbiamo un po’ di disponibilità...", Briatore molla il colpo anche a Bersani e Casini: "Parlano di rinnovamento (loro), Berlusconi il vecchio...per me sono tutti fuori!".
Ecco, l’ultimo tweet sembra rivelatorio sul chi abbia affidato a Briatore il ruolo di rottamatore: che sia stato proprio Lui, il Cav, che si è sentito tradito e deluso dai dirigenti del suo stesso partito, a ingaggiare questo outsider, estraneo alla politica e noto per il suo parlare sempre chiaro, magari a sproposito, comunque fuori dai denti, senza filtri, per sbriciolare l’immagine di una dirigenza da rottamare? Briatore, il megafono perfetto della pancia berlusconiana. Quasi un ventriloquo.
Per metterlo a tacere, Fabrizio Cicchitto non usa argomenti sottili, prende la scorciatoia più immediata. "Briatore è un personaggio pittoresco, dalle competenze interdisciplinari, che si è occupato di automobilismo, di night, di ristoranti e di altro ancora. Il fatto che sia diventato anche l’albergatore di Berlusconi gli ha evidentemente dato alla testa. Speriamo che la sbornia gli passi presto".
A sostegno dei "tromboni", ecco scagliarsi contro Briatore anche il senatore del Pdl Achille Totaro: "Briatore ora si esibisce come esperto di politica mentre si è sempre occupato di donne e motori. Continui a farlo in Africa o dove vuole senza offendere il prossimo. Sarebbe facile polemizzare con lui su tanti argomenti. Ma non ne vale la pena soprattutto in un momento così difficile per l’Italia. Forse è più serio Panariello che lo imita negli spot pubblicitari".
(07 dicembre 2012)
GRILLO (REPUBBLICA.IT)
ROMA - "Ancora tu? Ma non dovevamo rivederci più?". Grillo cita Battisti e la canta a Berlusconi che annuncia il ritorno in campo. "La riesumazione di Berlusconi e le elezioni anticipate sono alle porte. Non sembra che gli italiani siano sconvolti o sorpresi, molti al grido di arridatece il puzzone vogliono liberarsi il prima possibile di Monti rimettendo allo psiconano ogni peccato", scrive il leader del MoVimento 5 Stelle sul suo blog.
Intanto in Rete non si placano le polemiche sulle recenti Parlamentarie, le primarie online dei Cinque Stelle per selezionare i candidati al Parlamento. A Grillo e Casaleggio, il suo guru web, vengono rivolte venti domande tecniche a cui i due non replicano, sulla gestione dei dati e dei voti ricevuti, attraverso una piattaforma software "chiusa" e quindi non verificabili. L’esiguità dei voti disponibili sul sistema, 95 mila, e conseguentemente degli elettori, 32mila ha portato poi ad eleggere capolista con centinaia di voti, a volte decine. Senza contare le lamentele degli esclusi apparentemente senza motivi validi.
Grillo passa poi ad attaccare il governo Monti: "Rigor Montis ci ha messo del suo, insieme a una stampa montiana compiacente fino al leccaculismo più esasperato. L’agenda Monti, sottoscritta con voluttà dal Pdmenoelle, prevedeva un solo punto: lo spread, ma lo spread non si mangia e soprattutto non dipende da Monti, ma dalle agenzie di rating internazionali", aggiunge.
Grillo tocca poi quello che sembra considerare il cuore del momento politico: "L’italiano è letteralmente terrorizzato da altri cinque anni di montismo, le aziende se possono scappano all’estero. Molti proprietari semplicemente le chiudono e portano i loro capitali altrove. Lo psiconano lo sa e lo sanno meglio di lui i suoi sondaggisti. Monti, i suoi aedi, la distruzione di una nazione in nome dello spread, non li sopporta più nessuno. Non si vive di solo spread. L’Italia è una pentola a pressione sul punto di esplodere. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere", conclude con lo slogan con cui da sempre chiude i suoi comunicati politici numerati.
(08 dicembre 2012)
LE ELEZIONI DEL M5S
ROMA - Disoccupate, casalinghe, impiegati, studentesse. Tanti giovani con meno di trent’anni. Ma anche liberi professionisti, soprattutto avvocati, medici e insegnanti. Dopo quattro giorni di consultazioni rigorosamente online si conoscono finalmente oggi i volti e i curriculum dei vincitori delle Parlamentarie del MoVimento Cinque Stelle. Più donne che uomini, come sottolinea lo stesso Beppe Grillo in un video pubblicato sul suo blog. Su 31 capilista, infatti, 17 appartengono al gentil sesso, il 55%. In tutto 95mila i voti (circa 32mila i votanti, ciascuno poteva scegliere fino a tre candidati) per 1400 candidati presenti in tutte le circoscrizioni elettorali (più numerose al Nord), incluse quelle estere. Le preferenze non sono però ancora state rese note: non sappiamo se qualcuno ha fatto il pieno staccando nettamente gli altri o se i voti sono stati spalmati in maniera più o meno uniforme su tutto il territorio.
Ma chi sono i primi di ogni lista? Che cosa fanno, cosa propongono, perché i militanti del movimento li hanno votati? Spulciando fra i curriculum si possono ricavare molte informazioni e qualche curiosità. Ma soprattutto si può avere un’idea più chiara del popolo dei grillini. I valori più ricorrenti, nell’identikit dei candidati, sono onestà, trasparenza, legalità, uguaglianza dei diritti. Con un fondo di utopia e ingenuità che li accomuna.
Cominciamo dalla circoscrizione più piccola, la Valle D’Aosta. Qui il primo è Stefano Ferrero, 49 anni, impiegato alla Regione. Nel suo programma spicca l’impegno a ridurre del 70% il numero dei parlamentari e del 50% i compensi di tutti gli eletti. Tra gli altri propositi: abolizione dell’Imu, taglio delle spese militari, banda larga su tutto il territorio e WIFI gratuito. In Piemonte 1 in testa c’è Laura Castelli, appena 26 anni, impiegata. Insiste su fisco e ambiente e propone il riordino della fiscalità per cittadini e imprese, l’abolizione totale della caccia e il riordino di parchi e aree protette. In Piemonte 2 la prima è Fabiana Dadone, 29 anni, libero professionista e attivista della prima ora. Se andasse in Parlamento lotterebbe "per conquistare una maggiore solidarietà umana". Paola Carinelli vince in Lombardia 1. Ha 32 anni, lavora per una ditta di export e punta su onestà, trasparenza, legalità, lotta ai privilegi. In Lombardia 2 il capolista è un palermitano trapiantato a Brescia, dove lavora nella segreteria della Corte d’Appello, Vito Claudio Crimi, 40 anni. Si propone di mettere al servizio del MoVimento le sue conoscenze della macchina burocratica nonché il suo pragmatismo. Punta invece decisamente sull’ambiente Alberto Zolezzi, 38 anni, medico, primo nella lista Lombardia 3. La capolista del Trentino Alto Adige è una bionda e sorridente casalinga di 57 anni, Milena Bertagnin, desiderosa di condividere le capacità organizzative sviluppate in tanti anni di gestione della sua famiglia. In Veneto 1 al primo posto c’è Francesca Businarolo, 29 anni, laureata in legge e libero professionista, mentre in Veneto 2 ha vinto Arianna Spessotto di 27 anni, anche lei laureata ma disoccupata, che intende battersi "contro lo spreco e il malaffare". In cima alla lista del Friuli Venezia Giulia c’è invece Walter Rizzetto, 37 anni libero professionista, le cui priorità sono la difesa dei deboli, il lavoro e l’istruzione. In Liguria vince Cristina De Pietro, 57 anni, libero professionista, che si propone di facilitare l’accesso ai finanziamenti europei per le piccole medie imprese. La ventiseienne Giulia Sarti, studentessa, ha ottenuto più voti in Emilia Romagna e vorrebbe "ripensare all’esecuzione delle pene e alle carceri che scoppiano".
In Toscana il capolista è Antonio Bonafede, 36 anni, libero professionista, si augura invece che il Parlamento torni ad essere il "cuore pulsante della democrazia di questo Paese". Donatella Agostinelli, 38 anni, vince nelle Marche ma non dichiara la professione e vuole impegnarsi nel settore della salute. Tiziana Ciprini, 37 anni, impiegata, è la capolista dell’Umbria e auspica una "rivoluzione culturale" con abbandono del "sistema della delega e del menefreghismo civico". Nel Lazio 1 è prima Federica Daga, 37 anni, anche lei impiegata. Il suo programma: "Riportare le vite di tutti gli individui ad un livello più umano". Nella circoscrizione Lazio 2 vince invece Massimiliano Bernini, 37 anni, insegnante, che difende l’acqua pubblica. Anche in Abruzzo il primo è un insegnante di 39 anni Gianluca Vacca, che sottolinea "l’entusiasmo e la passione con la quale cerchiamo sempre di realizzare qualcosa che ci sembra giusta, anche se impossibile". Una considerazione condivisa da Arianna Bruzzone, 40 anni, impiegata, capolista nel Molise.
In Campania 1 vince Roberto Fico, 40 anni, professione non dichiarata (ma se si vuole approfondire lui suggerisce di scrivere il suo nome "in google e youtube"). Per Fico, una volta che i grillini saranno entrati in Parlamento, "niente sarà più come prima". Angelo Tofalo, 31 anni, libero professionista, vincitore nella circoscrizione Campania 2, si impegnerà nella creazione di gruppi di lavoro sull’inquinamento elettromagnetico. Maurizio Buccarella, 48 anni, avvocato, vince in Puglia e propone il "rinascimento" del Paese "in tema di rapporti fra Stato e cittadini". Una giovane impiegata ventottenne, Mirella Liuzzi, vince in Basilicata, e dichiara di ispirarsi al filone di pensiero del filosofo francese Serge Latouche, famoso per le sue teorie di antropologia economica (e mette anche un link per chi voglia saperne di più). In Calabria è capolista un’altra giovanissima, Dalila Nesci, 26 anni, studentessa, fautrice anche lei della necessità di una rivoluzione culturale che deve precedere quella politica. In Sicilia1 vince Riccardo Nuti, impiegato di 31 anni, mentre in Sicilia 2 al primo posto c’è un’omonima del leader, Giulia Grillo, 37 anni, medico, che non mette la foto ma è protagonista di un video in cui ci tiene subito a smentire qualunque legame di parentela con il capo. Infine la Sardegna: la capolista è Emanuela Corda, 38 anni, che intende battersi affinchè "lo Stato italiano restituisca alla Regione Sardegna i tributi dovuti".
Le Parlamentarie hanno avuto anche un risvolto ’planetario’, rappresentato da quattro circoscrizioni estere. In Europa vince Yvonne De rosa, 37 anni, professione fotografa. Nella lista unica Africa-Asia-Oceania-Antartide il primo eletto è Omar Bassalti, 33 anni, impiegato. In America settentrionale e centrale vince Sandro Sessarego, 29 anni, insegnante, mentre in America meridionale il primo è Francesco Tripodi, 35 anni, funzionario, perugino di nascita ma residente in Brasile.
MONTEZEMOLO
ROMA - Nuovo stop per la lista legata a Luca Montezemolo. Il ritorno in campo di Berlusconi e il successo delle primarie di centrosinistra sembrano avere ridotto lo spazio per "Verso la Terza Repubblica" e l’area centrista. "Senza un impegno in prima persona di Mario Monti sarà difficile esserci", ha detto il presidente della Ferrari che starebbe riflettendo sull’opportunità o meno di presentare una propria lista alle prossime elezioni politiche. Ad alcuni suoi interlocutori parlamentari avrebbe spiegato che "arrivati a questo punto", con il ritorno in campo di Silvio Berlusconi e un centrosinistra sempre più schiacciato su posizioni radicali, "o Monti offre la possibilità politica di una convergenza di tutti i soggetti che si ispirano alla sua esperienza di governo oppure sarà complicato esserci".
Parole amare, quelle del patron Ferrari, che muovono da una riflessione: "Non siamo all’alba di una nuova politica, la Terza Repubblica evocata durante la convention del 17 novembre, ma al colpo di coda della Prima Repubblica". D’altra parte nei giorni scorsi era già stata congelata la convention prevista inizialmente per il 20 dicembre, cui avrebbero dovuto partecipare anche Casini e Fini, voluta soprattutto dai leader di Udc e Fli. Sono proprio questi due partiti a insistere perché un appuntamento si svolga, comunque, prima di Natale. Con la presenza del nuovo movimento di Montezemolo.
(08 dicembre 2012) © Riproduzione riservata
CORRIERE.IT
Implacabile quanto prevedibile. Berlusconi torna ad affilare le armi e scende in campo dopo aver affossato il governo Monti, affermando che l’ipotesi del voto il prossimo 10 marzo trova il suo assenso. Intervistato dai giornalisti a Milanello, l’ex premier ha detto: «Noi abbiamo dato una prova di grandissima responsabilità e per un anno abbiamo sostenuto questo governo di tecnici, cercando di correggerne i provvedimenti dove non ci convincevano ma sempre dicendo che una politica di austerità su una economia che non cresce fa danni. Danni che sono stati fatti»
Berlusconi: «Torno per vincere»
Rcd
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IN CAMPO PER VINCERE - Dopo aver seguito l’allenamento del Milan, il leader del Pdl ha aggiunto: «Io non entro in gara per avere un buon posizionamento, entro per vincere. L’opinione di tutti era che ci volesse un leader come un Berlusconi del 1994 ma non c’era. E non è che non l’abbiamo cercato. L’abbiamo cercato. Ci eravamo dati - ha spiegato - una nuova dirigenza con il fantastico Angelino Alfano ma ci vuole tempo per imporsi come leader». Poi una battuta sulla magistratura: «La guardo con un grandissimo senso di paura, perchè siamo nelle mani di una magistratura onnipotente e direi irresponsabile».
MONTI AL QUIRINALE - Nel pomeriggio, intanto, Mario Monti si recherà al Colle per un colloquio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Intanto da Cannes, dove ha lanciato l’allarme contro i populismi, ha fatto sapere di non essere preoccupato perché si tratta di una situazione gestibile, normale in democrazia. Ma, rispondendo alla domanda di un cronista, ha lanciato un allarme sul rischio di un «ritorno alla situazione precedente»: «Sono convinto che qualunque sia il colore del governo che verrà dopo di me, la saggezza degli uomini e delle donne della politica italiana prevarrà. Sono certo che non ci sarà la tendenza a distruggere quel che è stato fatto in termine di messa in sicurezza delle finanze pubbliche. Resta però enormemente da fare in termini di crescita». Poi il premier ha aggiunto che l’Italia in un anno è uscita da una crisi «estremamente grave» e ha fatto riforme che nessun partito da solo poteva fare e che sono state possibili grazie al «disarmo» delle forze politiche. Monti poi ha voluto aggiungere alcune considerazioni: il fatto che con l’approssimarsi delle elezioni, che comunque sarebbero arrivate in aprile, il Pdl abbia deciso di «ritirare il suo appoggio sistematico, introduce un elemento molto importante» nella politica italiana, «ma vorrei che non vi sfuggisse» il risanamento di bilancio fatto in un anno».
DECISIONE GRAVE - E di prima mattina si è espresso anche il numero tre dello Stato, il presidente della Camera Gianfranco Fini: «La decisione assunta dal Pdl è molto grave perchè fa correre ancora ulteriori rischi all’Italia», ha detto. «Adesso, come ha ricordato il nostro presidente della Repubblica - ha proseguito Fini -, si tratta di arrivare alla fine della legislatura approvando alcuni provvedimenti a partire dalla legge di stabilità, che sono indispensabili».
Redazione Online