Emanuele Buzzi, Corriere della Sera 8/12/2012, 8 dicembre 2012
MILANO —
L’alba del giorno dopo ha i contorni di un orizzonte vicino, che non si vede l’ora d’afferrare. Almeno, questa è l’alba dei Cinque Stelle all’indomani dell’esito delle Parlamentarie. Terminate le votazioni, si guarda già alle idee: «Nel 2013, prima delle elezioni, tutti gli iscritti con documenti certificati potranno partecipare alla stesura online del programma», annuncia via Twitter Beppe Grillo. Il leader politico del movimento ha ribadito ancora la sua soddisfazione per l’esito della consultazione, in particolare per il successo delle quote rosa — «Netta affermazione delle donne alle Parlamentarie del M5S: su 31 capilista 17 sono donne, il 55%» — e sul blog ha lanciato contemporaneamente un sondaggio sull’abolizione del denaro contante.
Il risultato delle primarie, a cui hanno preso parte 1.400 candidati in 31 circoscrizioni, sembra riunire le diverse anime del movimento. Soddisfatto del risultato anche il dissidente Giovanni Favia: «Faccio fatica a trovare le parole per l’immensa gioia che provo. Non ho ancora visto i risultati nel resto d’Italia, ma in Emilia-Romagna questa valanga rosa mi fa emozionare», scrive nella notte su Facebook. Poi precisa: «Giulia Sarti è la candidata al Parlamento più votata d’Italia. I votanti in Emilia-Romagna sono stati 1.774, numero di poco inferiore rispetto quello dei partecipanti alle nostre riunioni semestrali lungo la regione, dove rimettiamo il mandato nelle mani della base».
Proprio sul numero dei votanti, però, ci sono state ipotesi e proteste da parte dei militanti. «Ragazzi, che brutta figura — scrive un grillino sul sito dello showman — 95.000 voti a tre preferenze per votante significa solo 32.000 persone che hanno votato». Un calcolo condiviso anche da Valentino Tavolazzi: «Fatte le dovute operazioni (100 mila diviso tre - assenteismo), viene un risultato che potrebbe essere inferiore a 30 mila votanti». Che poi attacca: «Dunque la montagna, le Parlamentarie, ha prodotto un topolino. Mi aspetto campagne del Pd per affermare l’agognata supremazia sul M5S nella partecipazione democratica alle primarie».
Sul blog ieri sono stati messi online i risultati, con il relativo link a tutti i candidati in Parlamento, divisi per circoscrizione. Ogni potenziale onorevole con nome, cognome, età e foto. Grillo, intanto, ha già preso un impegno: «Rifiuteremo i 100 milioni di euro di soldi pubblici che ci arriveranno quando andremo in Parlamento».
E. Bu.
L’identikit non è semplice: svolgono le professioni più disparate, sono in maggioranza donne e in molti casi ventenni o trentenni. Tra loro, però, secondo accuse che spuntano sulla Rete, c’è anche qualche parente di troppo. Parliamo dell’esercito dei Cinque Stelle che prepara le truppe e punta su Roma. Disoccupati, insegnanti, avvocati, casalinghe, impiegati. Le file dei candidati ora hanno nomi e cognomi. Ognuno con una storia alle spalle.
Si va dall’assistente dello scenografo Emanuele Luzzati al ricercatore della Nasa, passando per molti, moltissimi giovani. Ci sono i grillini della prima ora come Vito Crimi o Riccardo Nuti, ma anche qualche new entry. In Piemonte, forse, ci sarà un senatore No Tav: si tratta di Marco Scibona, che già faceva parte dello staff del gruppo consiliare grillino piemontese. Ma la vera novità è rappresentata dalla valanga rosa, che conquista il 55% dei posti in lista. «Noi donne abbiamo una marcia in più», commenta Arianna Spessotto, ventisettenne, trionfatrice in Veneto. Un bel salto per lei, senza lavoro, e ora prossima a sbarcare in Parlamento: «Sono agitata, devo ancora elaborare». E poi spiega: «Sono disoccupata da tre mesi, ho una laurea in economia e alcune esperienze a tempo determinato alle spalle, oltre a quattro stage che non mi hanno portato da nessuna parte». Lavora e studia, invece, Dalila Nesci, 26 anni, giornalista pubblicista, futura capolista in Calabria: «Mi sto laureando in giurisprudenza, ma al momento lavoro al Tropea Festival». Anche per lei un eventuale approdo a Montecitorio sarebbe «una grande emozione, felicità, ma anche un forte carico di responsabilità per quello che dovremo fare». Tanto che quasi si ritrae: «Noi candidati siamo solo portavoce delle idee del movimento».
Chissà se le quote rosa grilline contribuiranno a togliere al movimento l’etichetta di machista legata al caso Salsi. «Sono state polemiche strumentali, non sono mai stata discriminata per il mio essere donna» dichiara Donatella Agostinelli, 38 anni, prima nelle Marche. E guarda ai prossimi impegni: «Sono serena, ma la campagna elettorale è tutta da costruire. Di cosa mi vorrei occupare? Mi sono spesa in passato per la tutela dell’ambiente, mi piacerebbe riportare al centro del dibattito politico i beni comuni». Per adesso, sul web ha fatto molto discutere il risultato di una donna, Laura Castelli, molto vicina al consigliere regionale piemontese Davide Bono. Ma a gettare un’ombra sul risultato complessivo delle Parlamentarie è un post di Gino Camillo, che su Facebook contesta la vittoria di Yvonne De Rosa nel Vecchio Continente. «Non riesco a capire come possa risultare la prima eletta nella circoscrizione Europa — scrive — dato che si è iscritta al MeetUp di Londra solo il 6 novembre 2012 e che prima di questa data era venuta a un solo MeetUp il 19 ottobre per accompagnare il suo ragazzo Roberto Fico (primo tra i candidati nella circoscrizione Campania 1 e volto storico dei grillini, ndr)». E attacca: «Parentopoli e paracadutati all’ultimo minuto in politica sono cose che fanno i partiti. Non il Movimento 5 Stelle».
In effetti, scorrendo le liste dei candidati non sono pochi i legami affettivi o familiari. In Sicilia corre Azzurra Cancelleri, sorella di Giovanni — eletto all’Ars e candidato grillino alla presidenza della Regione —, con un passato nello staff di Sonia Alfano (europarlamentare idv, candidata con gli Amici di Beppe Grillo nel 2008). In Liguria sarà capolista Cristina De Pietro, sorella del consigliere comunale genovese Stefano. In Lombardia, passa le forche caudine delle primarie Tatiana Basilio, mentre difficilmente sarà in lista il marito (anche lui alle Parlamentarie) Simone Ferrari. Al Senato potrebbero arrivare in coppia dalla Puglia Maurizio e Tiziana Buccarella, fratello e sorella, primo e quarta in lista per Palazzo Madama. Ma proprio Maurizio, il più votato in regione, rigetta l’idea di una parentopoli grillina: «Io mia sorella non l’ho votata — assicura —. Anzi, non si è votata neppure lei. Non c’è nessun familismo perché nessuno può nominare nessuno, nessuno può manovrare il voto: nel movimento non ti candidi, ma ti candidano». Sarà. Però c’è anche chi pur avendo tutti i requisiti non è scesa in campo. Come Cinzia Piastri, moglie del sindaco di Parma Federico Pizzarotti.