Francesco Mezzatesta, il Venerdì 7/12/2012, 7 dicembre 2012
I MAGNIFICI SETTE
Una buona notizia arriva dal Dipartimento della Scienza della Terra e dell’ambiente dell’Università di Pavia: nel Nord Italia, dove l’impatto delle attività umane sull’ambiente è molto forte, non sempre questo ha effetti negativi sulla conservazione delle specie selvatiche. Anzi. Dopo aver monitorato per oltre quaranta anni sette tipi di aironi e garzette che si riproducono nel nostro Paese, gli studiosi sono arrivati alla conclusione che questi «magnifici sette» (airone cenerino, rosso, bianco maggiore, guardabuoi, garzetta, sgarza ciuffetto e nitticora), anziché diminuire sono aumentati.
Le bianche garzette si sono quintuplicate rispetto agli anni Settanta (oggi si contano 10.500 nidi), mentre per il cenerino l’incremento è stato di ben venti volte (settemila coppie nidificanti). E nel triangolo Piemonte-Lombardia-Emilia per le sette specie sono stati contati in tutto 30 mila nidi.
Il «padre» del progetto di monitoraggio degli ardeidi (la famiglia cui appartengono aironi e garzette), svolto in collaborazione con il gruppo Garzaie-Italia, è Mauro Fasola, docente di zoologia a Pavia, che coordina volontari e studenti fin dal 1972, incentivandoli a uscire sul campo per osservare e contare. «Le cause di questo boom di aironi sono molteplici» spiega. «A partire dagli anni Ottanta, per esempio, è diminuito il bracconaggio; lo sappiamo dal monitoraggio degli animali contrassegnati da un anello alla zampa». Poi c’è il fattore climatico: l’innalzamento delle temperature riduce le gelate di stagni e fossi, dove questi uccelli vanno a cercare pesci e rane di cui cibarsi. E, negli inverni più rigidi, si vedono gli aironi seguire i trattori dei contadini alla ricerca di insetti e topolini come cibo alternativo.
A volte, infine, basta far crescere un bosco vicino a una zona umida perché vi si stabilisca una garzaia, ovvero una colonia di aironi nidificanti. Nell’oasi Lipu di Torrile, presso Parma, nel 1986, per un progetto coordinato dall’ornitologo Maurizio Ravasini, furono piantate migliaia di microscopiche piantine di salice. Oggi, 26 anni dopo, gli alberi sono alti e oltre seicento coppie di aironi hanno pensato bene di costruire lì i loro nidi.
Ma la passione di questi eleganti uccelli per il Nord del nostro Paese ha anche un’altra ragione: la presenza di risaie, che sono ambienti ricchi di cibo anche per loro. Tra Novara, Vercelli e Pavia, ad attirare i «magnifici sette», c’è la maggiore estensione di risaie del continente. E, per il mantenimento delle risaie, l’Unione europea ha previsto incentivi, considerandole un’attività economica, non solo compatibile, ma anche utile alla conservazione della natura.