Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 07 Venerdì calendario

LE ULTIME PAROLE DEL ROCK

Hanno vissuto poco, rockeggiato molto e tolto il disturbo presto. Sono le stelle musicali cadute e schedate dall’impietoso giornalista della Bbc Jeremy Simmonds in The Encyclopedia of Dead Rock Stars, volume che registra con minuzia e macabra ironia le dipartite degli eroi del rock dal 1965 in poi. Nel 2006 era stato pubblicato con il titolo Number One In Heaven, ripubblicato nel 2008, e ora è di nuovo in libreria per aggiornamento salme: mancavano Michael Jackson, Amy Winehouse, Whitney Houston e Clarence Clemons. Seicento pagine ordinate per date e cause di decesso: incidente, overdose, pistole o panini al prosciutto.
PREMONIZIONI
Simmonds ha lavorato otto anni per raccogliere le notizie e comporre un tomo esaustivo (ma sfortunatamente mai definitivo), in cui sono trattate le morti celebri di Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Elvis Presley, Sid Vicious, Tupac Shakur, e quelle meno note ma altrettanto infauste e bizzarre. Ci sono i casi misteriosi e i retroscena: Buddy Holly che decise di anticipare il volo aereo così avrebbe avuto il tempo di fare il bucato e si schiantò insieme ad altri della band mentre il suo chitarrista scampò al disastro avendo perso il posto per un tiro di monetina. Brian Jones dei Rolling Stones che era stato avvisato da un medium di evitare l’acqua e poi annegò in piscina.
E ancora le frasi profetiche come l’ultima registrazione di Bon Scott, voce degli Ac/Dc. Chiuse il brano Night Prowler con «Shazbot, Nanu Nanu!», fine delle trasmissioni, preso dal telefilm Mork & Mindy. O John Lennon che in un’intervista, mentre era ancora con i Beatles, alla domanda su come si aspettava di morire rispose: «Probabilmente sarò fatto fuori da qualche pazzo». O Jim Morrison, che dopo aver avuto notizia delle morti di Janis e Jimi, freddò il suo compagno di drink con: «Stai bevendo con il Numero Tre».
BEVANDE E PISTOLE
Di molti sono elencate le ultime parole famose. Tristi come come quelle di Hendrix, lasciate la notte stessa della fine alla segreteria telefonica del suo manager presunto aguzzino «Ho bisogno di aiuto», o quelle di Michael Jackson: «Vi prego datemi del latte». Ma soprattutto Simmonds si sofferma sulle più assurde. Terry Kath, chitarrista dei Chicago, che giocando con la pistola disse al suo amico di fronte «Non preoccuparti, è scarica», prima di premere il grilletto e ferirsi a morte. Barry White che congedò la sua infermiera: «Lasciami in pace, sto bene». Marvin Gaye che disse alla madre «prendo la mia roba e non torno più» prima che il padre gli sparasse in stanza. Mentre Elvis andava in bagno a leggere, la sua compagna Ginger Alden gridò: «E non ti ci addormentare». «Non lo farò» rispose lui, che poi fu ritrovato senza vita accanto al water. Il chitarrista Randy Rhoads rimproverò un alcolizzato Ozzy Osbourne: «Perché bevi quello schifo? Ti ucciderà» e la sera stessa morì in un incidente aereo. Che dire di Dimebag Darrell Abbott? Il chitarrista heavy metal dei Pantera fu ucciso da un fan durante un concerto e il suo ultimo grido di guerra sul palco sarebbe stato: «Van Halen!».James Brown salutò sua moglie con «Stasera me ne vado» e poi ebbe un infarto, Bo Diddley la prese bene: «Me ne salgo in cielo, torno a casa!».
La più surreale è la conversazione tra John Lennon, accasciato da cinque colpi di pistola inflitti dal pazzo, e il suo soccorritore. «Mi hanno sparato». «Come ti chiami?», «Lennon» «Come stai?» «Sto male». «Sei sicuro di essere John Lennon?» «Sì». Simmonds spiega che «quando la fine arriva anche i più ispirati faticano a trovare le giuste parole». Eppure alcuni artisti di caratura in vita, sono riusciti ad essere coerenti fino all’ultimo respiro.
I FUORICLASSE
E allora ecco che Bob Marley prima di sigillare gli occhi si rivolge al figlio Ziggy: «Ricorda che i soldi non possono comprare la vita», Kurt Cobain sigla la sua lettera prima del suicidio con: «È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente», citando un verso di My My, Hey Hey di Neil Young, e George Harrison si congeda dalla famiglia regalando un: «Amatevi gli uni con gli altri».
Ci sono poi i fuoriclasse come Bing Crosby che uscì di scena con «E’ stata una grande partita a golf, gente». Frank Sinatra, noto giocatore d’azzardo e proprietario di casinò, che concluse con «Sto perdendo» e Adam Faith, cantante, attore e giornalista inglese che secondo la leggenda urbana cavalcò il suo infarto così: «Channel 5 (il canale televisivo, ndr), é uno schifo, vero? Gesù, che merda che ci mettono. È uno spreco di spazio».