Roberto Giardina, ItaliaOggi 7/12/2012, 7 dicembre 2012
ABOLIRE LA TASSA DI SUCCESSIONE?
È un gigantesco cambio generazionale. In Germania, paese ridotto in macerie dopo la guerra, i nuovi imprenditori cominciarono tutti insieme, erano più o meno coetanei, e hanno lasciato quasi contemporaneamente le aziende ai figli. Adesso sta per giungere il momento dei nipoti. Da oggi al 2020, verrà ereditata in immobili, aziende e liquidi una somma pari a 2.600 miliardi di euro.
Quanto basterebbe per salvare due volte l’euro.
Un passaggio che comporta diversi problemi, in particolare per le aziende di famiglia, che sono ancora la spina dorsale dell’economia tedesca. Ogni anno almeno 70 mila imprese medio-piccole passano di padre in figlio, ma non sempre il cambio generazionale avviene in modo indolore. Sia per le tasse sia perché non sempre c’è un erede, o questi è in grado di gestire l’azienda come il padre, o lo desidera. Solo un tedesco su quattro fa testamento, creando altre difficoltà se gli eredi non si troveranno d’accordo sulla spartizione.
Ogni anno, almeno per il momento, il valore complessivo delle eredità supera i 100 miliardi di euro (non solo le aziende, ovviamente). In media si lasciano poco più di 300 mila euro, e gli eredi ricevono 100 mila euro a testa. Cifre che sono già esenti da tasse: per il coniuge superstite la quota esente è di 500 mila euro, per i figli di 400 mila euro a testa.
La legge è quasi uguale a quella italiana: alla vedova o al vedovo tocca la metà, il resto va diviso tra i figli. Esiste anche il cosiddetto Berliner Testament: i coniugi lasciano tutto al superstite, finché vivrà. Così, sui 100 miliardi annuali, le tasse incassate dallo stato ammontano appena al 4%. E le aziende possono ottenere uno sconto fino all’85%, a particolari condizioni, in modo da salvaguardare i posti di lavoro.
Un’ingiustizia, protestano alcuni. La ricchezza è suddivisa in modo ingiusto in Germania: il 10% possiede l’80%, e il gap tra ricchi e poveri va aumentando. Ed è stata presentata alla Corte costituzionale la richiesta di intervenire e cambiare la tassa sull’eredità. Il giurista Jens Beckert propone che quanto passa di padre in figlio vada tassato come un normale reddito. Ma su 100 mila euro si arriverebbe al 43%, il che equivale a un esproprio nel giro di due generazioni. Come farebbero gli eredi a pagare sul valore della casa di famiglia senza dover vendere? E la tassa sarebbe disastrosa per le imprese.
Già adesso, nonostante lo sconto, le tasse sull’eredità possono avere effetti disastrosi. Ad esempio, Herr Armin Knauer ha ereditato un’azienda tessile a Wendig che appartiene alla famiglia dal 1816. Il settore è in crisi, e richiede profondi interventi strutturali. Al momento, l’azienda rende poco, e i macchinari invecchiati valgono meno delle proprietà immobiliari. Se queste superano il 50% del valore complessivo dell’azienda, il proprietario dovrà pagare interamente le tasse di successione, sarebbe costretto a vendere e a chiudere l’attività: sarebbe una Todesteuer, si lamenta, una tassa mortale.
Il professore Brun-Hagen Hennerkes, direttore dell’Associazione imprese di famiglia, propone al contrario di abolire del tutto la tassa di successione: «I politici non capiscono che le loro proposte demagogiche mettono in pericolo l’economia nazionale». Gli eredi sarebbero indotti a spostare la produzione all’estero o costretti a cedere l’impresa, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.