Stefano Priarone, la Stampa 7/12/2012, 7 dicembre 2012
TUTTO INIZIÒ CON UN BAMBINO DI 9 ANNI
«Bilbo Baggins era un Hobbit che viveva in una sua hobbit buca e non era mai andato in cerca di avventure, ma finalmente Gandalf lo stregone lo persuase... È un buon libro, adatto a tutti i bambini fra i 5 e i 9 anni». È un bambino di 9 anni, Raynor, a scrivere questa recensione del romanzo d’esordio di un professore inglese, J.R.R. Tolkien, il 30 ottobre 1936. È il figlio di Sir Stanley Unwin, presidente della casa editrice cui Tolkien aveva sottoposto il libro. Grazie al giudizio di suo figlio, Sir Stanley pubblica l’opera e dato il successo propone a Tolkien di scriverne il seguito (fosse dipeso da lui, Tolkien avrebbe preferito dedicarsi al più ponderoso Silmarillion , che uscirà postumo negli Anni 70) che diventerà Il Signore degli Anelli , molto più ambizioso, dove il protagonista è Frodo, il nipote dell’Hobbit Bilbo. Al cinema è successo esattamente il contrario: il regista neozelandese Peter Jackson è partito dal Signore degli Anelli , e ora torna a Lo Hobbit, rivisto sulla base del libro successivo. La trilogia degli Anelli, con i suoi 17 Oscar ha segnato l’immaginario degli Anni 2000: probabilmente non avremmo avuto tanti film fantastici senza Jackson. Che da parte sua «non vedeva l’ora di tornare nella Terra di Mezzo».