Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 07/12/2012, 7 dicembre 2012
LE TENTAZIONI DEGLI EX MONOPOLI E QUEL NO AGLI AIUTI IN BOLLETTA
In un Paese normale, nel settore dell’energia e del gas, il contrasto dei monopoli e dei cartelli tra produttori viene affidato alle Autorità indipendenti. In Italia, invece, capita che la competente Autorità sia scavalcata nella tutela della concorrenza e dei consumatori dal governo: un governo che, peraltro, è socio di riferimento di Enel ed Eni. È stato infatti il ministro Corrado Passera a dirsi contrario al capacity payment prospettato, sia pur genericamente, dall’Eni a imitazione dell’Enel e poco entusiasta dei sistemi assicurativi suggeriti in alternativa dall’Autorità presieduta da Guido Bortoni. Si dice capacity payment il compenso che, adesso, viene corrisposto a chi assicura la continuità della fornitura di elettricità e di gas. Quando venga a mancare il gas, si chiamano in produzione le vecchie centrali a olio, quasi tutte Enel. Quando le fonti rinnovabili sono ferme, vanno bene le centrali a gas, che ormai funzionano a orario ridotto anche a causa del calo della domanda. Ma che senso ha far pagare in bolletta questo premio assicurativo, circa 250 milioni l’anno, all’Enel quando c’è sovrabbondanza di gas? E che senso ha far pagare ai consumatori i problemi delle fonti rinnovabili anziché addossarne l’onere — circa 700 milioni per coprire le ore «buche» — a chi li crea?
Passera si è detto contrario a compensare le perdite dell’Eni sui contratti di acquisto del gas a lungo termine, altri 800 milioni. Ma sull’elettricità Fulvio Conti si era portato avanti: l’Enel i suoi 250 milioni li ha già e riceverà pure il rimborso del combustibile, se usato. E l’Eni? Paolo Scaroni sarà oggi sul Mar Nero per negoziare con Gazprom la riduzione degli acquisti obbligatori. Se ci riuscirà, l’Eni perderà molto meno sul gas. E senza pesare sulla bolletta. Dire di no agli ex monopoli è, talvolta, la forma più semplice ed efficace di regolazione.
Massimo Mucchetti