Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  dicembre 07 Venerdì calendario

«CHE TRISTEZZA. CHI IN PENOMBRA TRAMAVA CONTRO SI SPELLA LE MANI» —

(Il senatore Sandro Bondi accetta l’invito del Corriere di rilasciare un’intervista e dice di essere disposto a parlare anche subito, anche se sono le due del pomeriggio, e la giornata politica frigge ancora. «Tanto io ho le idee chiarissime su Berlusconi e su quanto dovrebbe accadere». Aspettiamo qualche ora per precauzione. Intanto però l’attesa sembra aver caricato il senatore di un vigore che, pur non scalfendo la sua proverbiale cortesia, renderà taglienti molte risposte).
Senatore, il Pdl ha tecnicamente lasciato la maggioranza: lei crede che Berlusconi sia pronto ad andare avanti fino a far cadere il governo?
«Io credo che se ci fosse un po’ di saggezza da parte del capo dello Stato, del Presidente Monti e del Pd, approvata rapidamente la Legge di stabilità, si dovrebbe prendere atto che l’esperienza di questo governo è conclusa».
Quindi?
«Quindi, poiché non c’è alcun bisogno di "rendere convulsa" questa fase finale della legislatura, per usare il concetto usato dallo stesso Napolitano, sarebbe opportuno trovare un accordo di buon senso».
Può essere più esplicito?
«Napolitano dovrebbe procedere con lo scioglimento delle Camere».
Il non aver votato la fiducia al dl Sviluppo né al Senato né alla Camera non è stata perciò solo una ritorsione dopo le dichiarazioni del ministro Passera.
«Vede... Passera, come ha detto Carlo De Benedetti, è stato soltanto un suo diligente assistente e niente di più, come ha dimostrato nel corso di questa esperienza governativa. Il problema di fondo è che il governo ha esaurito la sua missione».
Dopo la vostra mossa, la Borsa ha ceduto e lo spread è aumentato.
«Sono i giochini dei mercati e di certi ambienti politici che fanno altalenare il valore dello spread. In realtà, la reale situazione del Paese è indicata non dallo spread ma dalla disperazione dei cittadini che...».
Berlusconi dice: io sono costretto a tornare. Ma da chi? I sondaggi non paiono così entusiasmanti...
«Vedrà che d’ora in avanti i sondaggi cambieranno significativamente. Ci sono dieci milioni di nostri elettori che attendono una parola chiara».
Cosa spinge Berlusconi a tornare?
«La presa d’atto che i magistrati vogliono ancora accanirsi contro di lui, il risultato delle primarie del Pd e poi certe arroganti dichiarazioni di Monti che.. beh, gli hanno provocato un comprensibile moto d’orgoglio».
Risulta che Gianni Letta, però, abbia fortemente sconsigliato il Cavaliere di tornare in pista.
«Il dottor Letta è certamente tra coloro che vogliono bene a Berlusconi e quindi è possibile che lo abbia messo in guardia sulle grandi difficoltà che lo aspettano. Dopo alcune affettuose riflessioni, ora siamo però tutti pronti a sostenere la sua candidatura».
Non proprio tutti. Sul web non pochi militanti invitano Berlusconi a non riscendere in pista.
«È possibile che ciò accada, non mi stupisce. Del resto anche qualche dirigente di primo piano del partito come la Meloni, come Frattini, come Crosetto, hanno espresso le loro perplessità. Posizioni legittime ma che noi giudichiamo assolutamente minoritarie».
È pure vero che, nel volgere di qualche ora, decine di parlamentari del Pdl si sono affrettati a risalire di gran corsa sul carrozzone...».
«Ah ah ah!...».
Se ne è accorto anche Berlusconi?
«Parlo per me, e io sì, io me ne sono accorto... Ho osservato tutto tra divertimento e tristezza. Persone che per lunghe settimane sono rimaste in silenzio per non esporsi, altre che nella penombra del Transatlantico sono arrivate persino a tramare contro, ora sono lì a spellarsi le mani e a gridare evviva...».
(L’intervista sarebbe conclusa. Ma Bondi vuol fare una precisazione).
«Ah! E poi no, non vado alla riunione di Palazzo Grazioli... Sono rimasto troppo disgustato da ciò che ho visto e sentito mercoledì...».
Fabrizio Roncone