Francesco Piccolo, Corriere della Sera 7/12/2012, 7 dicembre 2012
IL TRENO PARTE CINQUE MINUTI PRIMA RIVINCITA DI CHI È SEMPRE IN ANTICIPO
Dal 9 dicembre, in alcune stazioni italiane i treni partiranno con qualche minuto in anticipo. A causa dell’apertura posticipata del nuovo terminal sotterraneo di Bologna, i treni che si fermano in quella città, partiranno prima, per alcuni mesi: per esempio, 5 minuti da Torino, 6 da Milano, 2 minuti prima proprio da Bologna. Pian piano questo cambio si normalizzerà. Ma io ho già deciso un paio di cose: che non avvertirò nessuno, e che andrò a vedere, il 9 dicembre, cosa accadrà.
L’umanità si divide in due categorie: quelli che arrivano con largo anticipo nelle stazioni, e quelli che arrivano all’ultimo secondo. È come se, alla nascita, qualcuno ci tirasse fuori e ci dividesse: uno di qua, uno di là. Io faccio parte da sempre della prima categoria. Arrivo con anticipo così largo, che conosco le stazioni e gli aeroporti benissimo, saprei riconoscere alcuni che ci lavorano, e diversi li conosco personalmente — ci ho chiacchierato, aspettando l’ora della partenza. Gli altri, quelli che arrivano all’ultimo secondo, non li capisco (e loro non capiscono noi che arriviamo in anticipo). Dico, di solito: ma non è meglio arrivare prima possibile nel luogo dove poi bisogna trovarsi, invece di stare a casa o in ufficio a guardare di continuo l’orologio? Meglio passare quel tempo lontano dalla stazione, oppure alla stazione?
La risposta è semplice: gli altri non guardano affatto l’orologio. Non pensano al tempo che ci vuole, ai possibili ritardi del traffico, a un contrattempo. Se ne stanno a casa o in ufficio o da qualsiasi altra parte, e continuano a vivere la loro vita con serenità, anche se devono partire. È questa la differenza: io, e quelli come me, non possiamo restare a casa perché a casa non faremmo nient’altro che stare seduti davanti all’orologio a fissare il passare dei minuti.
Ogni volta cerco di godermi la scena di quell’altro genere umano che arriva di corsa al binario e vede il treno allontanarsi. Ma devo ammettere che non accade mai. La fortuna di quelli che arrivano all’ultimo secondo, è che arrivano sempre — per davvero — all’ultimo secondo e poi salgono trafelati, ansimanti, sudati e molto soddisfatti. Per questo, stavolta, sono felice che cominci questo periodo speciale. E sceglierò di andare in una di queste stazioni a guardare con enorme soddisfazione il display degli orari, e godrò con non poca felicità la scena di tutti coloro che sono abituati ad arrivare all’ultimo minuto, quando si guarderanno intorno, increduli, perché il treno al binario non c’è più, quando alzeranno la testa e vedranno lo strano orario di partenza — qualche minuto prima — e saranno costretti a tornare indietro, sconfitti.
Sarà il giorno della piccola ma significativa vendetta. Quindi non dirò nulla. Perché li conosco, quelli lì, non se ne occuperanno — non sono preoccupati come noi ansiosi di leggere sui giornali se c’è qualche cambiamento, qualche novità, qualche fatto epocale che ci impedirebbe di partire. Per questo non vedranno la pubblicità che avvisa insistentemente i passeggeri riguardo al cambio di orari. Andranno in automatico, perché la loro perversione è mettere il piede sul predellino mentre il capostazione sta fischiando e le porte sono sul punto di chiudersi.
Stavolta arriveranno tardi, si agiteranno, chiederanno spiegazioni, troveranno insensato che ci possa essere un giorno in cui gli orari saranno cambiati all’improvviso, e di pochi minuti, giusto quelli che servono a far perdere il treno. Tutto questo ha uno scopo: diventare maggioranza. Fare in modo che il Partito Di Quelli Che Arrivano In Largo Anticipo Alla Stazione allarghi il numero dei tesseramenti, conquistando il voto e le idee di qualcuno, almeno qualcuno, di coloro che fino al 9 dicembre militerà nel partito Esco Di Casa All’Ultimo Minuto Tanto Di Sicuro Arrivo In Tempo. Sapete, le soddisfazioni della vita non sono tante. Questa sarà una.