Anna Maria Greco, il Giornale 5/12/2012, 5 dicembre 2012
Edilizia in allarme: Monti ci ha rovinato - Nel mondo produttivo si allarga la protesta per l’eccessivo rigore del governo Monti, che non porta sviluppo ma solo sacrifici fini a se stessi
Edilizia in allarme: Monti ci ha rovinato - Nel mondo produttivo si allarga la protesta per l’eccessivo rigore del governo Monti, che non porta sviluppo ma solo sacrifici fini a se stessi. Gli interventi anticrisi, accusano i costruttori, hanno addirittura aggravato la situazione dell’edilizia e all’orizzonte non si vedono segnali di ripresa. Gli investimenti in picchiata tornano al livello di massimo allarme del 2009, si sono persi nel silenzio 360mila posti di lavoro, paragonabili a 72 Ilva di Taranto e le imprese in affanno non riescono a recuperare ben 19 miliardi di crediti dalla pubblica amministrazione. Per gli artigiani della Cgia di Mestre, la stretta creditizia e la pressione fiscale mettono a rischio questo mese le «tredicesime » nelle piccole imprese. E un sondaggio Confesercenti-Swg descrive un Natale senza il solito effettospese, ma con i consumi in calo del 3 per cento. Anche perché passano dal 23 al 28 per cento gli italiani che non prenderanno la tredicesima. «Se il governo - dice il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti - non avesse fatto nulla per il nostro settore, staremmo meglio. I provvedimenti ci hanno solo penalizzato e ormai siamo allo stremo. La tassazione sulla casa in Italia è la più alta d’Europa.L’Imu disincentiva gli affitti e mette in difficoltà chi ha comprato casa. L’edilizia è stata trattata come un bancomat per altre esigenze e, credo, con una volontà politica precisa. C’è un accanimento che non ha pari negli altri governi d’Europa. Evidentemente, il settore non è ritenuto essenziale per la tenuta del Pil. Solo un’inversione di rotta può salvare il mondo delle costruzioni: Monti riconosca di aver dato una frenata eccessiva all’edilizia e di aver sbagliato». Sono davvero preoccupanti i dati presentati ieri all’Ance dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni. Descrivono l’edilizia come un malato che, dopo la cura, ha avuto una «ricaduta», tornando alla contrazione degli investimenti paragonabile al momento del crack Lehman Brothers, all’inizio della crisi. Allora si era scesi a meno 8,6 per cento, oggi si è a meno 7,6, con 130,6 milioni di euro, e il prossimo anno continuerà ad essere negativo, con una riduzione del 3,8. Le riforme del governo Monti, per i costruttori, non stanno cambiando neppure la situazione generale del Paese, perché «il debito pubblico continua a salire e l’abbassamento dello spread non si traduce in vantaggio per le imprese ». È stata colpita l’edilizia «per raggiungere un pareggio di bilancio che non ci sarà nel 2013», dice Buzzetti. Per rilanciare la crescita del settore e dell’intera economia l’Ance propone un piano di prevenzione idrogeologica sul territorio, un piano sociale per la casa, un allentamento del Patto di stabilità per gli enti locali, un piano città che passi dai progetti ai cantieri, correzioni all’Imu, meno tasse sulle compravendite (calate del 23,9%), più trasparenza sulle gare d’appalto anche per contrastare la corruzione. A lanciare un Sos è anche il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, che descrive un quadro generale pesante: quest’anno la contrazione dei prestiti bancari alle imprese è stata del 2,7 per cento e le sofferenze del sistema imprenditoriale sono aumentate del 10,9. Le tredicesime varranno circa 41,5 miliardi di euro, afferma Confesercenti, ma tra debiti e mutui ben poco rimarrà per i regali. Circa 12 miliardi serviranno a pagare i conti in sospeso e le rate del mutuo. Rimarranno 4,3 miliardi per doni natalizi «utili».