Margherita Corsi, Vanity Fair 5/12/2012, 5 dicembre 2012
MA CHE STA A FA’ QUESTO?
MA CHE STA A FA’ QUESTO? –
ochi secondi, e si piegheranno in due dalle risate. Questo scatto ferma un momento di «cazzeggio», pratica consolidata dopo otto anni di amicizia tra Sergio Castellitto e Marco Giallini. «A me piace stare su una gamba sola, mi aiuta a concentrarmi prima di recitare», «Certo, perché poi ci sono io che ti prendo al volo», giocano i due attori, che hanno già fatto tre film insieme: Non ti muovere (2004), La bellezza del somaro (2010), e adesso Una famiglia perfetta di Paolo Genovese.
Vi sostenete così anche nella vita?
S.C.: «Quando Marco ne ha avuto bisogno, dopo la tragedia che l’ha colpito (l’anno scorso la moglie di Giallini è morta per un’emorragia cerebrale, ndr), ho cercato di stargli vicino».
Come?
S.C.: «Non è stato facile. Ma a volte basta stare lì e dire: “Se hai bisogno, ci sono”».
Com’è il vostro rapporto?
S.C.: «Siamo come fratelli. Marco è una delle pochissime persone autentiche che io abbia incontrato nel nostro ambiente».
M.G.: «È un amico, e per me amico è una parola grossa, che uso poche volte. Su Sergio so che posso contare».
Come vi siete conosciuti?
S.C.: «Sul set di Non ti muovere: lo chiamai a recitare la parte di Manlio».
M.G.: «Io ero un suo fan, da ragazzo comprai una rivista solo perché c’era lui in copertina».
Qual è stata la prima cosa che ha pensato di Marco?
S.C.: «Che ci si poteva fidare di lui, ed era vero».
Castellitto più intellettuale, Giallini più «caciarone»: questa è l’immagine classica. Che cosa vi lega?
S.C.: «Forse proprio questa diversità».
M.G.: «Diciamolo: la Roma, l’unica certezza della vita».
Chi rimorchia di più?
S.C.: «Marco! Piace moltissimo, fa rosicare i colleghi».
Un difetto dell’altro.
S.C.: «Fuma».
M.G.: «Strabuzza gli occhi, e non sa andare in motocicletta. Poi mi rompe le palle per le sigarette».
Ma lei Giallini quante ne fuma?
M.G.: «Non molte, una quindicina al giorno».
Mica poche.
M.G.: «Ma via… Lui poi fa il salutista solo perché ha smesso».
Come attore, l’altro che cos’ha più di lei?
S.C.: «L’altezza».
M.G.: «Il naso. Ma Sergio è pure più bravo».
Chi è il più bello?
S.C.: «Naturalmente io».
Il più simpatico?
S.C.: «Naturalmente lui».
M.G.: «Confermo».
Sul set avete qualche rituale?
S.C.: «Ognuno dei due cerca di far ridere l’altro».
M.G.: «Appena prima del ciak Sergio dice una cosa divertente, poi però resta serio, io invece non riesco a trattenermi e scoppio a ridere».
A proposito: ma è vero che Castellitto urla, prima del ciak?
M.G.: «Sì, due secondi prima di girare fa “aaahh”, come se stesse per svenire. La prima volta ho pensato: “Ma che sta a fa’ questo?”».